Il volo del Poeta visionario. Opere di Ciro Palumbo
Dal 07 Ottobre 2016 al 23 Ottobre 2016
Bari
Luogo: Palazzo della Città Metropolitana di Bari
Indirizzo: via Lungomare Nazario Sauro 29
Enti promotori:
- Città Metropolitana di Bari
- ART’E’
Telefono per informazioni: +39 080 9146468
E-Mail info: r.cardinali@fmrarte.it
Il sacro, il mito, il viaggio e il conflitto fra cuore e ragione: sono questi i temi centrali della personale di Ciro Palumbo Il volo del poeta visionario, in programma dal 7 al 23 ottobre al Palazzo della Città Metropolitana di Bari.
Ventiquattro opere, insieme a una scultura, raccontano i percorsi più recenti di un artista che ci ha abituati, negli anni, a una narrazione pulita, pittoricamente potente, intrinsecamente simbolica, ricca di suggestioni dal passato e tuttavia profondamente contemporanea, perennemente alla ricerca del senso ultimo dell’esistenza dell’uomo.
La serie di oli su tela dei Mulini di Dio – vicini per temperamento alla pellicola di Lech Majewski I colori della Passione, ispirata al dipinto Salita al Calvario di Bruegel – ci rende partecipi di una fede antica, faticosa, scabra e frugale, narrata in toni onirici e visionari; mentre più carnali sono i lavori dedicati al mito, dove paesaggi emotivi (in bilico tra le isole inquiete di Böcklin e le piazze sospese di De Chirico) si fanno scenario per figure troppo perfette per essere umane e troppo vere per essere marmo: Persefoni rapite in abbracci sottilmente erotici, Prometei meditabondi e guerrieri che portano sulle spalle un possibile destino di pace.
E poi c’è il viaggio, metafora della vita ma anche del cambiamento interiore, dell’arricchimento emotivo, della scoperta del mondo e di sé. Condotto dall’artista su leggiadre imbarcazioni fenicie o su arche capienti, capaci di farsi casa, isola e microcosmo. Infine – nella nuova serie delle tavole di legno – la battaglia tra spirito e carne diventa il pretesto per un racconto sognante, dove il cuore (organo pulsante e sanguinante) è imprigionato e ferito o libero di volare, si fa terra feconda in cui gli alberi affondano le radici o cielo stellato.
Rappresentante di una pittura dalle potenti radici tradizionali, di un procedere artistico lento e meditato, Palumbo ci invita a una lettura del suo lavoro altrettanto attenta e minuziosa, a una caccia al tesoro tra suggestioni celate e calembour semantici, tra personalissime libere associazioni e percorsi universali del pensiero, tra dettagli definiti come in un full HD e cieli dal sapore emotivo e gestuale.
Nelle opere più recenti in mostra – realizzate negli ultimi mesi – i colori si fanno più accesi e contrastati e la figura centrale, il cuore emotivo della narrazione, tende a isolarsi, evidenziandosi rispetto a sfondi sempre più indefiniti.
Accompagnano la mostra una serie di componimenti inediti in versi di Aldo Nove ispirati alle opere, in un gioco di rimandi tra testi e immagini che rinnova la lunga e feconda tradizione del rapporto tra poesia e pittura.
Questo suggestivo connubio, così come la mostra Il volo del poeta visionario, nascono grazie al Patrocinio della Città Metropolita di Bari e alla collaborazione con l’editore FMR e la casa d’arte ART’È nell’ambito di un progetto di largo respiro iniziato con la personale di Ciro Palumbo Homo viator, al Museo Piaggio nella primavera di quest’anno.
La mostra verrà inaugurata venerdì 7 ottobre 2016, alle ore 18.30, negli splendidi spazi della Sala del Colonnato del Palazzo della Città Metropolitana di Bari.
Interverranno Vito Lacoppola, consigliere della Città Metropolita di Bari; Alessandra Redaelli, curatrice della mostra; Ciro Palumbo, artista; Aldo Nove, poeta; Fabio Lazzari, presidente della Casa editrice FMR e della casa d’arte ART’E’.
Il catalogo, edito dalla casa editrice FMR, comprende, oltre ai testi della curatrice Alessandra Redaelli, un’introduzione e 9 componimenti inediti di Aldo Nove.
Ciro Palumbo, nato a Zurigo nel 1965.
Il suo percorso artistico prende l’avvio dalla poetica della scuola Metafisica di Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, per reinventarne tuttavia i fondamenti secondo un’interpretazione personale del tutto originale. Nella sua ricerca procede attraverso momenti di contemplazione e silenzi metafisici, a cui si contrappongono espressività notturne e intimamente travagliate, dove si respira netto il distacco dall’immobilità silente che abita le tele del Pictor Optimus. Le sue opere si presentano dunque come palcoscenici in cui gli oggetti presenti sono portatori di simbologie oniriche. Ciro Palumbo non è solo un pittore, ma di fatto un poeta che riflette, agisce e compone per coniugare metafore sull’inafferrabilità del tempo e l’incommensurabilità dello spazio, mostrando quindi la sua capacità di approfondire l’osservazione non tanto della natura, quanto delle impressioni immaginifiche che provengono dalla memoria. Curioso ricercatore e studioso, lavora da qualche anno anche sul tema del Mito, interpretando la mitologia classica in chiave squisitamente moderna, e dandone una lettura profondamente colta e suggestiva. L’artista riesce dunque a sublimare e contestualizzare i miti antichi in spazi al di fuori del tempo, dimostrando la loro contemporaneità.
La sua formazione di grafico pubblicitario lo porta ad esercitare per anni la professione di Art Director in Agenzie pubblicitarie di Torino. È durante questo percorso che scopre ed amplia le sue capacità visive e compositive. Successivamente, l’esperienza in una moderna bottega d’arte e la conoscenza di alcuni Maestri contemporanei, lo conducono ad approfondire la tecnica della pittura ad olio con velatura.
L’artista inizia la sua attività espositiva nel 1994, e ha al proprio attivo un centinaio di mostre personali in tutta Italia. Nel 2011 ha partecipato alla 54a Biennale di Venezia, padiglione Piemonte.
Tra le esposizioni internazionali sono da segnalare la presenza all’Artexpo di New York, al Context Art Miami, le mostre personali a Providence (USA) e in Svizzera a Bellinzona. Alcune opere di Palumbo sono presenti all’interno della collezione della “Fondazione Credito Bergamasco”, presso la “Civica Galleria d’Arte Moderna G. Sciortino” di Monreale (Pa), al Museo MACIST di Biella e al MACS di Catania. Hanno scritto della sua produzione artistica Paolo Levi, Vittorio Sgarbi, Alberto Agazzani, Flaminio Gualdoni, Angelo Mistrangelo, Tommaso Paloscia, Alessandra Redaelli, Alessandra Frosini, Alberto D’Atanasio, Stefania Bison, Francesca Bogliolo. Le sue opere sono pubblicate su importanti annuari e riviste di settore, inoltre alcuni dipinti si trovano all’interno di collezioni istituzionali e private in Italia e all’estero.
Attualmente vive e lavora a Torino.
La mostra rimarrà aperta gratuitamente al pubblico secondo i seguenti orari:
Lunedì-Venerdì 16:00-19:00
Sabato 10:00-12:30 e 16:00-19:00
Domenica 10:00-12:30
Si accettano visite su appuntamento
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