Bertozzi & Casoni. Minimi Avanzi
Dal 25 Marzo 2017 al 24 Settembre 2017
Ascoli Piceno
Luogo: Pinacoteca Civica
Indirizzo: piazza Arringo 7
Orari: Dal martedì alla domenica, festivi e prefestivi 10.00- 19.00. Chiuso il lunedì
Curatori: Stefano Papetti, Elisa Mori, Giorgia Berardinelli, Silvia Bartolini
Enti promotori:
- Associazione Verticale d’Arte in collaborazione con i Musei Civici di Ascoli Piceno
- Patrocinio di MiBACT
- Regione Marche
- Provincia di Ascoli Piceno
- Comune di Ascoli Piceno
- Associazione Italiana Città della Ceramica
- Fondazione Marche Cultura
- Marche Social Media Team
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 5
Telefono per informazioni: +39 0736 298213
E-Mail info: info@ascolimusei.it
Sito ufficiale: http://www.ascolimusei.it/home.php
La mostra “Bertozzi & Casoni. Minimi Avanzi” curata da Stefano Papetti, Elisa Mori, Giorgia Berardinelli e Silvia Bartolini sarà inaugurata al grande pubblico sabato 25 marzo 2017 presso le magnifiche sale della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno. Preview esclusiva venerdì 24 marzo con cena gourmet su prenotazione.
Nata da un’idea dell’Associazione culturale Verticale d’Arte, promossa e organizzata da quest’ultima in collaborazione con i Musei Civici di Ascoli Piceno e curata da Stefano Papetti, Elisa Mori, Giorgia Berardinelli e Silvia Bartolini, la mostra “Bertozzi & Casoni. Minimi Avanzi” è la prima grande personale che ha luogo nelle Marche dedicata agli artisti Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni, romagnoli di provenienza ma internazionali di fama.
L’attesissima mostra verrà presentata al pubblico dal 25 marzo al 24 settembre 2017 nella suggestiva cornice della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno: la mostra, infatti, avrebbe dovuto aprire i battenti lo scorso 26 novembre, ma, a causa dei terribili eventi sismici che hanno colpito le Marche e in particolare le province di Ascoli Piceno e Macerata, gli organizzatori hanno ritenuto opportuno posticiparne l’apertura, per altro trovando da subito la piena collaborazione e disponibilità degli artisti e del team che in questi lunghi mesi ha collaborato alla costruzione di un’iniziativa così importante.
Mantenendo il progetto e il programma di mostra inalterato – tra cui l’evento preview della cena gourmet nelle sale della Pinacoteca Civica – si è anzi deciso di prorogarne la durata a sei mesi e di inaugurare a primavera così da rendere l’esposizione uno dei simboli della rinascita culturale e turistica della regione, pianificando anche un calendario di eventi e di veri e propri ‘appuntamenti del gusto’ atti a valorizzare e sostenere aziende e realtà che sono state colpite dal sisma.
La scelta di questa nuova data, infatti, ha avuto come scopo principale quello di creare un forte focus non solo sulle bellezze storico-artistiche e paesaggistiche, ma anche e soprattutto nei confronti di un intero territorio: un vero e proprio rilancio delle attività culturali deve passare anche attraverso la valorizzazione e la promozione del suo patrimonio artistico-culturale, al fine di ricondurre l’intero territorio regionale al centro delle mete turistiche di quanti lo hanno già apprezzato e di quanti saranno stimolati, per la prima volta, a volerne visitare le sue città d’arte o i suoi incantevoli borghi.
La mostra “Bertozzi & Casoni. Minimi Avanzi” ha come tema privilegiato il food in tutte le sue declinazioni: avanzi di cibo, rifiuti, lattine, rimasugli, pattumiere, ma anche fiori, farfalle, animali, giornali, ed elementi della vita quotidiana che, sapientemente smembrati e riassemblati, compongono le insolite nature morte realizzate in ceramica policroma che hanno reso celebri i due artisti.
Il percorso espositivo, dunque, si compone di ben 24 opere dai diversi formati, cui si aggiunge un’installazione inedita di grandi dimensioni creata site-specific, e si snoda attraverso le suggestive sale della Pinacoteca ascolana, dialogando con i suoi spazi sontuosi e ricchi di storia e con le sue opere in un vero e proprio cortocircuito tra antico e moderno.
Il capoluogo marchigiano, inoltre, vanta una lunga e importante tradizione nell’arte ceramica (peraltro con un museo a essa dedicato), che Bertozzi & Casoni hanno saputo reinterpretare all’interno del panorama dell’arte contemporanea: la ceramica policroma, infatti, costituisce il loro medium privilegiato per garantire una mimesis che il più delle volte supera la realtà, mentre l’immaginario pesca nel quotidiano, tra oggetti che vengono recuperati giusto nel momento in cui diventano scarti, rifiuti, con evidente riferimento alla società dei consumi.
Ne risultano opere costantemente in bilico tra surrealismo compositivo e iperrealismo formale, in cui la vanitas e la caducità del mondo organico si collegano a quei sentimenti di disgusto e orrore che proiettano il pubblico nel mondo dell’usa e getta e della futilità del materialismo moderno; ma attraverso la ceramica Bertozzi & Casoni restituiscono agli oggetti nuova esistenza, donando loro una sorta di nuova vita “eterna”. Essi, infatti, grazie alla loro trasformazione artistica, sottratti alla deperibilità, acquisiscono una nuova valenza che è quella della godibilità estetica.
Lo spettatore, dunque, di fronte ai rifiuti della società trasformati in mirabolanti sculture, che difficilmente è possibile cogliere per intero ad un primo sguardo, ne scopre l’orrore e la bellezza, ed è sollecitato a più riprese, tra lo stupore e il turbamento, a indugiare nell’osservazione dei minimi particolari lasciandosi sedurre da opere in cui si fondono passato e presente, artificio e realtà.
Prima della sua apertura al pubblico, la mostra verrà presentata con un evento speciale: una cena gourmet esclusiva, su prenotazione, venerdì 24 marzo, durante la quale, tra le opere di Bertozzi & Casoni e all’interno delle splendide sale della Pinacoteca, si potranno degustare i piatti realizzati da tre chefs di prestigio e, al contempo, godere in anteprima delle opere degli artisti; un’esperienza irripetibile e divertente, che coniuga perfettamente il gusto visivo dell’arte al gusto per il buon cibo.
Bertozzi & Casoni è una società fondata nel 1980 a Imola da Giampaolo Bertozzi (Borgo Tossignano, Bologna, 1957) e da Stefano Dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, Ravenna, 1961). Già durante la prima formazione all'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica di Faenza i loro interessi si indirizzano verso un dialogo con la grande tradizione dell'arte e coltivano una originaria vocazione per la sperimentazione in campo scultoreo, vedendo nella ceramica una possibilità per una scultura dipinta.
Bertozzi e Casoni frequentano poi l'Accademia di Belle Arti di Bologna e partecipano alle manifestazioni che tentano di mettere a fuoco i protagonisti e le ragioni di una “nuova ceramica” cercando di superare il gap che ancora inscrive questo mezzo espressivo in un ambito minore e gregario rispetto ad altre forme artistiche.
Le loro prime creazioni sono di piccola dimensione e in sottile maiolica policroma. Collaborano dal 1985 al 1989 con la Cooperativa Ceramica di Imola come ricercatori nel Centro Sperimentazioni e Ricerche sulla Ceramica e, come corollario (1987-1988), instaurano vari rapporti con “K International Ceramics Magazine” di cui realizzano anche immagini di copertina. Quando il rapporto con la Cooperativa di Imola sta per concludersi realizzano due impegnative prove sponsorizzate dall'azienda: gli interventi a Tama New Town (Tokyo 1989-90) e il grande pannello “Ditelo con i fiori” collocato su una parete esterna dell'Ospedale Civile di Imola.
Tra il 1983 e il 1994 emergono tangenze con il mondo del design tramite un rapporto privilegiato con lo spazio Dilmos a Milano e la partecipazione a varie edizioni di Abitare il Tempo a Verona e della Triennale di Milano oltre alle manifestazioni nella ex chiesa di San Carpoforo, sempre a Milano. Per Dino Gavina progettano la “Poltrona Ercolano”.
Negli anni Novanta emerge nel loro lavoro un aspetto maggiormente concettuale e radicale, quasi a compensare ipertrofiche espressività e inossidabili perfezioni esecutive che, tuttavia, proprio sul finire del secolo, con “Bosco sacro” del 1993, “Evergreen” del 1995 e “Scegli il Paradiso” del 1997, raggiungono apici dimensionali e realizzativi mai prima raggiunti. Con quest'ultima opera Bertozzi e Casoni chiudono il capitolo della maiolica dipinta e aprono a sperimentazioni che prevedono l'utilizzo, quasi esclusivo, di materiali e di tecnologie di derivazione industriale. Un passaggio decisivo che permette alle loro opere di conquistare un superiore livello di fisica presenza. I virtuosismi pittorici vengono abbandonati a favore di una resa il più possibile oggettiva dei soggetti prescelti. I prediletti temi iconografici, che trovano sostanza nelle grandi categorie artistiche della vanitas e del memento mori, subiscono una trasfigurazione fantastica e la loro trascrizione formale assume quella forma oggettiva che attenua la presenza degli autori stessi e la condizionante percezione di un tempo particolare.
E' la grande svolta: si apre il capitolo delle “contemplazioni del presente” in cui, in una sorta di “epopea del trash”, l'attrazione per quanto è caduco, transitorio, peribile e in disfacimento, diventa icona, internazionalmente riconosciuta, di una, non solo contemporanea, condizione umana.
La critica, i musei e le più importanti gallerie d'arte nazionali e internazionali si interessano al loro lavoro.
Nel 2004 sono invitati ad esporre alla Tate Liverpool e alla XIV Quadriennale di Roma. Del 2007 è la mostra personale a Ca' Pesaro, Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Venezia (dove espongono tre grandi opere in concomitanza con la Biennale: “Composizione in bianco”, “Le bugie dell'arte” e “Composizione Scomposizione”) e del 2008 quella al Castello Sforzesco di Milano e al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza. Nel 2009 i loro lavori sono esposti al Padiglione Italia della Biennale di Venezia (“Composizione non finita-infinita” e “Rebus”); nel 2010 a All Visual Arts di Londra, alla Sperone Westwater di New York, alla Galleria Sperone a Sent e alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. Nel 2011 espongono al Musée des Beaux Arts di Ajaccio, al Padiglione Italia della Biennale di Venezia (“Sedia elettrica con farfalle”), alla FaMa Gallery di Verona, a La Maison Rouge di Parigi. Nel 2012 espongono alla Galleria Robilant+Voena di Londra, alla Sperone Westwater di Lugano e nuovamente alla Sperone Westwater di New York. Dello stesso anno è la personale a All Visual Arts di Londra dove viene esposta per la prima volta la grande opera “Regeneration”. Del 2013 sono le mostre personali al Museum Beelden aan Zee all'Aia, alla Galleria Beck & Eggeling di Düsseldorf, alla Galleria Cardi di Pietrasanta e del 2014 quelle alla Sperone Westwater di Lugano e nelle sale monumentali di Palazzo Te a Mantova. Del 2015 le personali alla Galleria Tega di Milano, alla Galleria Poleschi di Lucca, alla Sperone Westwater di New York, al Mambo di Bologna, alla Art’In Gstaad Gallery di Gstaad e la partecipazione a Expo Milano 2015. Del 2016 le personali nelle sale di Palazzo Larderel a Firenze, alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo e all’Espace Grandjean di Vallauris.
Tra surrealismo compositivo e iperrealismo formale Bertozzi e Casoni indagano da anni i rifiuti della società contemporanea, non escludendo quelli culturali e artistici, in una messa in scena dai vivificanti rimbalzi senza fine in cui si alternano affondi nel degrado e rinvenimenti di superstiti o misconosciute bellezze, astrazione e figurazione, impermanenza ed eternità, storia e contemporaneità, immaginazione fantastica e precisa tecnica.
PINACOTECA CIVICA DI ASCOLI
Tra le preziose opere custodite spiccano per importanza il Piviale del XIII secolo, di manifattura inglese, donato nel 1288 al Duomo di Ascoli da Papa Niccolò IV, i dipinti di Carlo Crivelli (i due trittici di Valle Castellana XV sec.), Cola dell’Amatrice (La salita al Calvario,1527), Tiziano (San Francesco riceve le stigmate, XVI sec.), Guido Reni (Annunciazione, 1575), Strozzi, De Ferrari, Magnasco, Mancini, Morelli, Palizzi e Pellizza da Volpedo (Passeggiata amorosa, 1901). Le opere sono ambientate in splendide sale, ammobiliate con rare consolles, poltrone, specchiere e cassettoni del XVIII e XIX secolo che, con i preziosi tendaggi e i lampadari di Murano, ricreano l’atmosfera e la suggestione di un palazzo aristocratico.
Inaugurazione: 25 marzo ore 17
Orari: dal martedì alla domenica, festivi e prefestivi 10-19. Chiuso il lunedì
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