Pino Pinelli e Giuseppe Spagnulo. La pittura senza il quadro. La scultura oltre la forma
Dal 06 Aprile 2014 al 11 Maggio 2014
Arezzo
Luogo: GCAC - Galleria Comunale d'Arte Contemporanea
Indirizzo: piazza S.Francesco 4
Orari: da giovedì a domenica 10-13 / 16-20
Curatori: Marco Meneguzzo, Fabio Migliorati
Enti promotori:
- Comune di Arezzo
Telefono per informazioni: +39 0575 377508 / 0575 377738
E-Mail info: ufficiocultura@comune.arezzo
Sito ufficiale: http://www.comune.arezzo.it
La mostra Pino Pinelli e Giuseppe Spagnulo. La pittura senza il quadro. La scultura oltre la forma a cura di Marco Meneguzzo e Fabio Migliorati è ospitata con orgoglio alla Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Arezzo, dal 6 aprile al 11 maggio 2014. Continua così il ciclo delle grandi personali alla GCAC, dopo quelle dell'opera di Lucio Fontana, Mario Schifano, Giuseppe Chiari, Sergio Fermariello, Sandro Chia, Luigi Ghirri, Jacques Villeglé. Ancora quindi due figure storiche dell'arte contemporanea italiana: Pino Pinelli e Giuseppe Spagnulo, non insieme ma a confronto; entrambi, fin dai primi anni Settanta, impegnati in una ricerca rigorosa e puntuale dell'arte quale linguaggio personale eppur collegabile - unito da istanze di "essenzialità", di appartenenza stabile all'indole di ciascun autore. Tale carattere si riversa nella gestione del rapporto con la materia, tanto intimo quanto comunicativo: intriso di messaggi diretti e comunque coniugabili, fatti di riferimento al simbolo universale del trattamento fisico dell'opera, del suo senso e del suo significato. L'informazione è quella dell'esperienza compiuta: inseguita, sfamata, oltraggiata; in una prassi del sapere intensamente lirica nel caso di Spagnulo, ed elegantemente scientifica in quello di Pinelli. Il primo è già artista alla fine degli anni Cinquanta, tra Lucio Fontana, Arnaldo Pomodoro, Nanni Valentini, e da qui, da questa dimensione, agirà sempre "per via di materia" - né di aggiungere né di levare, quindi, ma di essere! Il secondo è risoluto nella scelta di una relazione cronica coi materiali; procede con fare istintivo e addirittura blasfemo, perché mai rispettoso delle forme perfette, definite per una sorta di strumentale sacralità tecnica.
Pinelli è uno spirito elegantemente analitico; il suo lavoro svolazza per le leggi della chimica e della fisica: è soave, ossessivamente fantasioso. L'arte galoppa sulla prassi della transizione concettuale del colore, vicina alla logica dell'estrazione del pigmento, per una forma della creatività che sposa un contenuto immediato, sintetico, quasi implicito. L'artista ragiona con spirito sì analitico ma lontano dalle peripezie di un messaggio rivelato a ogni costo; egli si serve del contesto materiale ormai libero dai retaggi della geometria, e questo raffronto liberato risulta sinonimo di argomentazione lirica, sincera, poco stratificata sui criteri dell'idea di perfezione, quanto invece radicata intorno a una concretezza quasi scientifica, che tuttavia non è empirismo ma si dispone sul nulla della parete come rarefazione.
Spagnulo è quell'artista per cui il ferro e la terra costituiscono il cuore dell'oltraggio strutturale; egli procede a testa alta, fiero di un sentire che prima di tutto è fare: come se l'azione creativa scaturisse dagli elementi usati, sempreché di uso si tratti - poiché l'effetto di quelli sull'artista si fanno forse avvertire tanto quanto l'inverso. Spagnulo procede nella propria azione autonoma e autorevole del "trattamento primordiale" della materia: una sorta di sublime cammino per riconvertire l'elemento in se stesso, tramite una forza segreta, silente, nietzscheana, collegata alla terra e non al cielo.
Pino Pinelli e Giuseppe Spagnulo. La pittura senza il quadro. La scultura oltre la forma è documentata in un prezioso catalogo Maretti Editore, a cura di Marco Meneguzzo e Fabio Migliorati, i quali prima decidono di suddividere l'esperienza in due libri, poi di raccoglierla in cofanetto, per un prodotto editoriale tanto scientifico quanto divulgativo. Sarà realizzata dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Arezzo, con la collaborazione di Galleria Giraldi in Livorno, e inaugurata domenica 6 aprile alle ore 18.00 alla presenza degli artisti, Pino Pinelli e Giuseppe Spagnulo; del Sindaco di Arezzo, Avv. Giuseppe Fanfani; dell'Assessore alla Cultura e al Turismo, Prof. Pasquale Giuseppe Macrì; di Marco Meneguzzo, curator; di Fabio Migliorati, curator e Direttore per le Attività Espositive del Comune di Arezzo; di Fabrizio, Dario, Marco Giraldi, dell'omonima Galleria.
Pinelli è uno spirito elegantemente analitico; il suo lavoro svolazza per le leggi della chimica e della fisica: è soave, ossessivamente fantasioso. L'arte galoppa sulla prassi della transizione concettuale del colore, vicina alla logica dell'estrazione del pigmento, per una forma della creatività che sposa un contenuto immediato, sintetico, quasi implicito. L'artista ragiona con spirito sì analitico ma lontano dalle peripezie di un messaggio rivelato a ogni costo; egli si serve del contesto materiale ormai libero dai retaggi della geometria, e questo raffronto liberato risulta sinonimo di argomentazione lirica, sincera, poco stratificata sui criteri dell'idea di perfezione, quanto invece radicata intorno a una concretezza quasi scientifica, che tuttavia non è empirismo ma si dispone sul nulla della parete come rarefazione.
Spagnulo è quell'artista per cui il ferro e la terra costituiscono il cuore dell'oltraggio strutturale; egli procede a testa alta, fiero di un sentire che prima di tutto è fare: come se l'azione creativa scaturisse dagli elementi usati, sempreché di uso si tratti - poiché l'effetto di quelli sull'artista si fanno forse avvertire tanto quanto l'inverso. Spagnulo procede nella propria azione autonoma e autorevole del "trattamento primordiale" della materia: una sorta di sublime cammino per riconvertire l'elemento in se stesso, tramite una forza segreta, silente, nietzscheana, collegata alla terra e non al cielo.
Pino Pinelli e Giuseppe Spagnulo. La pittura senza il quadro. La scultura oltre la forma è documentata in un prezioso catalogo Maretti Editore, a cura di Marco Meneguzzo e Fabio Migliorati, i quali prima decidono di suddividere l'esperienza in due libri, poi di raccoglierla in cofanetto, per un prodotto editoriale tanto scientifico quanto divulgativo. Sarà realizzata dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Arezzo, con la collaborazione di Galleria Giraldi in Livorno, e inaugurata domenica 6 aprile alle ore 18.00 alla presenza degli artisti, Pino Pinelli e Giuseppe Spagnulo; del Sindaco di Arezzo, Avv. Giuseppe Fanfani; dell'Assessore alla Cultura e al Turismo, Prof. Pasquale Giuseppe Macrì; di Marco Meneguzzo, curator; di Fabio Migliorati, curator e Direttore per le Attività Espositive del Comune di Arezzo; di Fabrizio, Dario, Marco Giraldi, dell'omonima Galleria.
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