Gregorio Botta. Apnea

Gregorio Botta, Anfortas, 2007, ferro, cera, acqua, vetro, 180x90x10 cm
Dal 24 Maggio 2014 al 17 Agosto 2014
Bard | Aosta
Luogo: Associazione Forte di Bard
Indirizzo: via Forte di Bard
Orari: martedì-domenica 12-18
Curatori: Gabriele Accornero, Marco Di Capua
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0125 833811
E-Mail info: info@fortedibard.it
Sito ufficiale: http://www.fortedibard.it
La mostra Gregorio Botta. Apnea, che si terrà dal 24 maggio al 17 agosto 2014 al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, raccoglie una ricca selezione della più recente produzione dell’artista attorno al tema dell’acqua, scandita nei suggestivi spazi delle Scuderie del Forte.
L’esposizione, curata da Gabriele Accornero e Marco Di Capua, è concepita come una serie di stazioni del respiro, in cui torna il tema della ciclicità, dell’acqua, del ritmo, dell’aria. Il titolo della mostra, Apnea, fa riferimento, come racconta l’artista stesso, a «quella pausa del respiro, quel momento di sospensione in cui è compiuta la fase dell’ispirazione, e l’espirazione non è ancora cominciata. Può durare pochi istanti o minuti. È il momento di massima introspezione, quello in cui si sono chiuse le porte al mondo e si attende di riaprirle. Si è soli, in un silenzio fisico e mentale che aiuta a percepire l’intensità dell’esistere. Le tecniche di meditazione orientale pongono grande attenzione alla consapevolezza del respiro. Del respiro, l’apnea è forse il momento più intenso e interessante».
Gregorio Botta è nato a Napoli nel 1953, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma seguendo i corsi di Toti Scialoja. Vive e lavora a Roma.
Quella di Gregorio Botta è una ricerca complessa in cui convivono componenti e materiali diversi come cera, acqua fuoco, ferro e vetro che l’artista compone in forme archetipiche dal valore potentemente simbolico (cerchio, quadrato,…). Attraverso la combinazione di questi materiali, l’artista crea forme essenziali, minime, pure, che evocano verità filosofiche: tutto ciò che esiste è fatto di Aria, Acqua e Fuoco.
La mostra Apnea è stata ideata appositamente per gli spazi delle Scuderie. In questo senso Apnea è anche l’interpretazione di un luogo, le mura più ruvide e barbare della Fortezza, irregolari e irrequiete, segnate dal tempo e dagli elementi. Non è difficile comprendere perché l’artista abbia proprio scelto le Scuderie: la loro energia gli appartiene, le sue opere le vivificano. Il percorso comincia con Nuziale, una struttura in ferro animata da un anello d’acqua che si muove e si ferma con il ritmo della marea, che in fondo è il respiro del mare. Il cerchio d’acqua, illuminato, proietta la sua immagine sulla parete creando un suo doppio fatto soltanto di luce e movimento. Sublimato.
Nella seconda stanza, una di fronte all’altra, si guardano le sculture Apnea (2014) ed Esitando (2014). La prima è una teca che contiene una coppa di cera. La coppa, retroilluminata, è piena d’acqua, sul fondo è scritto, in modo difficilmente leggibile, la parola respiro. Di fronte c’è Esitando, una tavola di cera aperta, al cui centro è scritta la parola gioia. Anch’essa è retroilluminata ed è coperta da un sottile velo d’acqua. Una è chiusa l’altra è aperta: i due momenti del respiro.
Si prosegue con la scultura Aria. Una tavoletta di cera attraversata da vene d’acqua, che pulsano: quando la irrorano le vene si iscuriscono e diventano visibili, altrimenti diventano invisibili. Alle pareti una serie di lavori pittorici - carte cerate e vetri con resina - sullo stesso tema visivo.
Il nucleo centrale del percorso ospita i Rifugi,una scelta di dodici lavori che fanno parte di una più ampia installazione esposta al Macro di Roma nel 2012. Dodici ‘casette’ al cui interno ci sono vasche d’acqua illuminate in movimento. Le case sono palafitte, sorrette da lunghi e sottili piedi, piccole grotte al cui interno si accende una luce, un leggero fuoco. L’apertura delle case è rivolta verso la parete, in modo che proiettino sul muro il riflesso dell’acqua in movimento.
L’acqua è protagonista anche nella stanza successiva. Anfortas è una grande scultura di ferro: da un taglio fatto nel ferro esce acqua, come una ferita nel costato. L’acqua è schiacciata da una lastra di vetro, e non può riempire le due coppe. Intorno, su piccole mensole sulle pareti, ci sono una serie di coppe di cera, che stanno come in attesa di qualcosa che dovrebbe, ma non riesce ad accadere. Dopo il sereno rifugio della stanza centrale, qui siamo davanti ad una scultura dell’inquietudine.
Sestastanza: è il momento della sublimazione del fuoco, dell’aria. Sette piccole istallazioni, come quadri-sculture, esili strutture di ferro che reggono dei vetri sui quali sono impressi dei fumi, il risultato del passaggio di una fiamma: l’anticamera dell’ultima stazione. È la stanza di Nostalgia,una scultura di due metri di diametro, alta due metri, già esposta (2012) in piazza del Popolo nella Chiesa degli artisti: sei vetri compongono un esagono al cui interno gira una lampada a olio. La fiamma si riflette da un vetro all’altro, moltiplicandosi. Il cerchio iniziale – che era d’acqua nella prima stanza - torna qui con il fuoco in una circolarità che chiude e conclude la mostra.
Incontro con l’artista
Gregorio Botta terrà un incontro formativo al Forte di Bard sabato 24 maggio, alle ore 10.00, nella sala Archi Candidi, aperto a studenti, artisti e appassionati d’arte. La partecipazione è gratuita. Non è necessaria la prenotazione. Seguirà una visita guidata dell’esposizione alla presenza dell’artista.
L’esposizione, curata da Gabriele Accornero e Marco Di Capua, è concepita come una serie di stazioni del respiro, in cui torna il tema della ciclicità, dell’acqua, del ritmo, dell’aria. Il titolo della mostra, Apnea, fa riferimento, come racconta l’artista stesso, a «quella pausa del respiro, quel momento di sospensione in cui è compiuta la fase dell’ispirazione, e l’espirazione non è ancora cominciata. Può durare pochi istanti o minuti. È il momento di massima introspezione, quello in cui si sono chiuse le porte al mondo e si attende di riaprirle. Si è soli, in un silenzio fisico e mentale che aiuta a percepire l’intensità dell’esistere. Le tecniche di meditazione orientale pongono grande attenzione alla consapevolezza del respiro. Del respiro, l’apnea è forse il momento più intenso e interessante».
Gregorio Botta è nato a Napoli nel 1953, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma seguendo i corsi di Toti Scialoja. Vive e lavora a Roma.
Quella di Gregorio Botta è una ricerca complessa in cui convivono componenti e materiali diversi come cera, acqua fuoco, ferro e vetro che l’artista compone in forme archetipiche dal valore potentemente simbolico (cerchio, quadrato,…). Attraverso la combinazione di questi materiali, l’artista crea forme essenziali, minime, pure, che evocano verità filosofiche: tutto ciò che esiste è fatto di Aria, Acqua e Fuoco.
La mostra Apnea è stata ideata appositamente per gli spazi delle Scuderie. In questo senso Apnea è anche l’interpretazione di un luogo, le mura più ruvide e barbare della Fortezza, irregolari e irrequiete, segnate dal tempo e dagli elementi. Non è difficile comprendere perché l’artista abbia proprio scelto le Scuderie: la loro energia gli appartiene, le sue opere le vivificano. Il percorso comincia con Nuziale, una struttura in ferro animata da un anello d’acqua che si muove e si ferma con il ritmo della marea, che in fondo è il respiro del mare. Il cerchio d’acqua, illuminato, proietta la sua immagine sulla parete creando un suo doppio fatto soltanto di luce e movimento. Sublimato.
Nella seconda stanza, una di fronte all’altra, si guardano le sculture Apnea (2014) ed Esitando (2014). La prima è una teca che contiene una coppa di cera. La coppa, retroilluminata, è piena d’acqua, sul fondo è scritto, in modo difficilmente leggibile, la parola respiro. Di fronte c’è Esitando, una tavola di cera aperta, al cui centro è scritta la parola gioia. Anch’essa è retroilluminata ed è coperta da un sottile velo d’acqua. Una è chiusa l’altra è aperta: i due momenti del respiro.
Si prosegue con la scultura Aria. Una tavoletta di cera attraversata da vene d’acqua, che pulsano: quando la irrorano le vene si iscuriscono e diventano visibili, altrimenti diventano invisibili. Alle pareti una serie di lavori pittorici - carte cerate e vetri con resina - sullo stesso tema visivo.
Il nucleo centrale del percorso ospita i Rifugi,una scelta di dodici lavori che fanno parte di una più ampia installazione esposta al Macro di Roma nel 2012. Dodici ‘casette’ al cui interno ci sono vasche d’acqua illuminate in movimento. Le case sono palafitte, sorrette da lunghi e sottili piedi, piccole grotte al cui interno si accende una luce, un leggero fuoco. L’apertura delle case è rivolta verso la parete, in modo che proiettino sul muro il riflesso dell’acqua in movimento.
L’acqua è protagonista anche nella stanza successiva. Anfortas è una grande scultura di ferro: da un taglio fatto nel ferro esce acqua, come una ferita nel costato. L’acqua è schiacciata da una lastra di vetro, e non può riempire le due coppe. Intorno, su piccole mensole sulle pareti, ci sono una serie di coppe di cera, che stanno come in attesa di qualcosa che dovrebbe, ma non riesce ad accadere. Dopo il sereno rifugio della stanza centrale, qui siamo davanti ad una scultura dell’inquietudine.
Sestastanza: è il momento della sublimazione del fuoco, dell’aria. Sette piccole istallazioni, come quadri-sculture, esili strutture di ferro che reggono dei vetri sui quali sono impressi dei fumi, il risultato del passaggio di una fiamma: l’anticamera dell’ultima stazione. È la stanza di Nostalgia,una scultura di due metri di diametro, alta due metri, già esposta (2012) in piazza del Popolo nella Chiesa degli artisti: sei vetri compongono un esagono al cui interno gira una lampada a olio. La fiamma si riflette da un vetro all’altro, moltiplicandosi. Il cerchio iniziale – che era d’acqua nella prima stanza - torna qui con il fuoco in una circolarità che chiude e conclude la mostra.
Incontro con l’artista
Gregorio Botta terrà un incontro formativo al Forte di Bard sabato 24 maggio, alle ore 10.00, nella sala Archi Candidi, aperto a studenti, artisti e appassionati d’arte. La partecipazione è gratuita. Non è necessaria la prenotazione. Seguirà una visita guidata dell’esposizione alla presenza dell’artista.
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