Ugo Nespolo. Le stanze dell’immagine
Dal 19 Luglio 2014 al 24 Agosto 2014
Acqui Terme | Alessandria
Luogo: Palazzo del Liceo Saracco
Indirizzo: corso Bagni 1
Curatori: Adolfo Francesco Carozzi
Telefono per informazioni: +39 0144 57404
E-Mail info: edizioni@lizea.com
La quarantatreesima edizione della ormai tradizionale antologica al Palazzo del Liceo Saracco ad Acqui Terme, che s’inaugura il 19 luglio e termina il 24 agosto, quest’anno rende omaggio ad Ugo Nespolo, uno dei protagonisti dell’arte italiana contempora- nea. L’Artista, nato nel 1941 a Mosso (BI), si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e si laurea in Lettere Moderne.
Negli anni Sessanta si trasferisce a New York, dove si lascia travolgere dalla vita cosmo- polita della metropoli e subisce il fascino della nascente Pop Art, mentre negli anni Settanta milita negli ambienti concettuali e poveristi.
Rilevante è la sua passione per il cinema che darà luogo a importanti retrospettive a lui dedicate in importanti musei stranieri (Philadelphia, New York, Londra, Parigi, Colo- nia, Pechino, Shanghai). Fonda con Mario Schifano il Cinema degli artisti e tra il 1967 e il 1968 realizza numerosi film che hanno come protagonisti gli amici e colleghi Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto e Lucio Fontana.
Nonostante le contaminazioni americane, non dimentica gli insegnamenti delle Avan- guardie europee; è infatti molto marcata l’influenza di Fortunato Depero, dal quale Ne- spolo trae il concetto di un’arte ludica che pervade ogni aspetto della vita quotidia- na. Il concetto di arte e vita (che è anche il titolo di un libro pubblicato dall’artista nel 1998) sta alla base dell’espressività di Nespolo ed è eredità del movimento Futurista. Di qui anche il suo interesse per il design, l’arte applicata e la sperimentazione creati- va in disparati ambiti, quali la grafica pubblicitaria, l’illustrazione, l’abbigliamento, sce- nografie e costumi di opere liriche. La sua ricerca spazia anche dal punto di vista dei materiali. Lavora con su molteplici supporti e con tecniche differenziate: legno, metallo, vetro, ceramica, stoffa, pietre preziose.
La sua arte è, quindi, strettamente legata al vivere quotidiano e carica di apporti con- cettuali, senza dimenticare il passato che rivisita e reinterpreta. L’oggetto è al centro delle sue ricerche, è mezzo espressivo, linguaggio creativo; viene estrapolato dal suo uso comune e acquista valore di opera d’arte.
“L’universo di Nespolo è quello della ricostruzione oggettiva... La realtà di Nespolo non s’impone come una rivelazione immediata, totale, illuminante: essa appare come una zona intermedia e sottile, a mezza strada tra la singolarizzazione dell’oggetto e la sua appropriazione diretta... Oggetti e forme di Nespolo vivono al condizionale e non all’indicativo. Essi affermano la loro presenza, non si impongono in quanto tali”. Parole del critico del Nouveau Realisme Pierre Restany, che consacrano l’arte di Ne- spolo, così come le prestigiose partecipazioni a rassegne pubbliche e le innumerevoli presenze espositive, con mostre personali, ne testimoniano la personale interpretazio- ne dell’eclettismo dell’artista di oggi.
La Mostra, che propone l’intera produzione dell’Artista con l’esposizione di cinquan- ta significative opere dagli inizi degli anni Sessanta fino all’ultimo attuale periodo, si sofferma anche sull’aspetto più particolare della sua attività: il cinema, anche per sot- tolineare la sua continua, incessante ricerca e la sua costante attenzione agli aspetti sociali e culturali della umanità contemporanea.
L’iconografia scelta per la promozione della rassegna, riprodotta anche sul catalogo della Mostra, Edizioni LIZEA, arricchito dal commento di testi di critici di noti professio- nisti del settore, ben evidenzia il sottotitolo della rassegna “Le stanze dell’immagine”. Essa infatti rappresenta una vista parziale di un’opera dedicata al museo, tema ricor- rente nei lavori di Nespolo.
Considerata fondamentale la sua esperienza cinematografica nel corso degli anni, l’antologica dedica, oltre alla grande sala centrale ed alle due laterali, nelle quali è presentata una esaustiva carrellata di opere rappresentative dell’intero percorso artistico di Nespolo (arricchita da numerosi oggetti e sculture), anche un ambiente attrezzato per la visione dei film prodotti e diretti dall’Artista fin dal 1966, corredata alle pareti da una storica documentazione di manifesti e fotografie.
Negli anni Sessanta si trasferisce a New York, dove si lascia travolgere dalla vita cosmo- polita della metropoli e subisce il fascino della nascente Pop Art, mentre negli anni Settanta milita negli ambienti concettuali e poveristi.
Rilevante è la sua passione per il cinema che darà luogo a importanti retrospettive a lui dedicate in importanti musei stranieri (Philadelphia, New York, Londra, Parigi, Colo- nia, Pechino, Shanghai). Fonda con Mario Schifano il Cinema degli artisti e tra il 1967 e il 1968 realizza numerosi film che hanno come protagonisti gli amici e colleghi Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto e Lucio Fontana.
Nonostante le contaminazioni americane, non dimentica gli insegnamenti delle Avan- guardie europee; è infatti molto marcata l’influenza di Fortunato Depero, dal quale Ne- spolo trae il concetto di un’arte ludica che pervade ogni aspetto della vita quotidia- na. Il concetto di arte e vita (che è anche il titolo di un libro pubblicato dall’artista nel 1998) sta alla base dell’espressività di Nespolo ed è eredità del movimento Futurista. Di qui anche il suo interesse per il design, l’arte applicata e la sperimentazione creati- va in disparati ambiti, quali la grafica pubblicitaria, l’illustrazione, l’abbigliamento, sce- nografie e costumi di opere liriche. La sua ricerca spazia anche dal punto di vista dei materiali. Lavora con su molteplici supporti e con tecniche differenziate: legno, metallo, vetro, ceramica, stoffa, pietre preziose.
La sua arte è, quindi, strettamente legata al vivere quotidiano e carica di apporti con- cettuali, senza dimenticare il passato che rivisita e reinterpreta. L’oggetto è al centro delle sue ricerche, è mezzo espressivo, linguaggio creativo; viene estrapolato dal suo uso comune e acquista valore di opera d’arte.
“L’universo di Nespolo è quello della ricostruzione oggettiva... La realtà di Nespolo non s’impone come una rivelazione immediata, totale, illuminante: essa appare come una zona intermedia e sottile, a mezza strada tra la singolarizzazione dell’oggetto e la sua appropriazione diretta... Oggetti e forme di Nespolo vivono al condizionale e non all’indicativo. Essi affermano la loro presenza, non si impongono in quanto tali”. Parole del critico del Nouveau Realisme Pierre Restany, che consacrano l’arte di Ne- spolo, così come le prestigiose partecipazioni a rassegne pubbliche e le innumerevoli presenze espositive, con mostre personali, ne testimoniano la personale interpretazio- ne dell’eclettismo dell’artista di oggi.
La Mostra, che propone l’intera produzione dell’Artista con l’esposizione di cinquan- ta significative opere dagli inizi degli anni Sessanta fino all’ultimo attuale periodo, si sofferma anche sull’aspetto più particolare della sua attività: il cinema, anche per sot- tolineare la sua continua, incessante ricerca e la sua costante attenzione agli aspetti sociali e culturali della umanità contemporanea.
L’iconografia scelta per la promozione della rassegna, riprodotta anche sul catalogo della Mostra, Edizioni LIZEA, arricchito dal commento di testi di critici di noti professio- nisti del settore, ben evidenzia il sottotitolo della rassegna “Le stanze dell’immagine”. Essa infatti rappresenta una vista parziale di un’opera dedicata al museo, tema ricor- rente nei lavori di Nespolo.
Considerata fondamentale la sua esperienza cinematografica nel corso degli anni, l’antologica dedica, oltre alla grande sala centrale ed alle due laterali, nelle quali è presentata una esaustiva carrellata di opere rappresentative dell’intero percorso artistico di Nespolo (arricchita da numerosi oggetti e sculture), anche un ambiente attrezzato per la visione dei film prodotti e diretti dall’Artista fin dal 1966, corredata alle pareti da una storica documentazione di manifesti e fotografie.
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