Piero Zuccaro. Antologia Breve
![Piero Zuccaro, Flyby, 2014, pastello a olio su tela, cm 30x40 Piero Zuccaro, Flyby, 2014, pastello a olio su tela, cm 30x40](http://www.arte.it/foto/600x450/c6/24221-Piero_Zuccaro_Flyby_2014_pastello_a_olio_su_tela_cm_30x40_LGT.jpg)
Piero Zuccaro, Flyby, 2014, pastello a olio su tela, cm 30x40
Dal 26 Luglio 2014 al 14 Settembre 2014
Agrigento
Luogo: FAM - Fabbriche Chiaramontane
Indirizzo: piazza San Francesco 1
Orari: da martedì a domenica 11-13 / 17-21
Curatori: Marco Meneguzzo
Enti promotori:
- Comune di Agrigento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0922 27729
E-Mail info: melagrasso@tiscali.it
Sito ufficiale: http://www.fabbrichechiaramontane.com
Grandi tele, piccoli pastelli e, in prima assoluta, la videoinstallazione “Flyby”, cuore pulsante del progetto espositivo di Piero Zuccaro per le Fabbriche Chiaramontane diAgrigento, dove sarà protagonista con la mostra “Antologia breve”, a cura di Marco Meneguzzo, dal 26 luglio al 14 settembre 2014.
Da sempre attratto dalla superficie della pittura e dalle suggestioni dell’acqua e dei suoi riflessi – persino quelli più inquietanti, come le chiazze oleose di darsene e pontili che lo affascinavano sin da bambino - Piero Zuccaro (Catania, 1967) riunisce per questa esposizione alle FAM i lavori degli ultimi sette anni: il ciclo dei “Relitti”, studi sulla luce e i suoi riflessi attraverso il medium acqua; quello delle“Cattedrali”, studi sui “corpi-oggetto immersi nello spazio”; e piccoli pastelli su tela, realizzati come appunti nella lavorazione delle grandi tele.
Alle FAM in mostra una trentina di opere di Zuccaro. Per descriverle Meneguzzo usa il termine “fluidità” che, dice, “accomuna ogni suo dipinto sin dagli esordi, negli anni Novanta”. E non solo. “E’ fluidità del corpo nello spazio – spiega il curatore – anche l’arte della danza che Zuccaro, nella sua biografia, racconta di aver studiato con la guida della coreografa Donatella Capraro, coautrice e attrice di “Flyby”, il video ambientale presente in mostra”. Ed è proprio nella pittura di Zuccaro che la fluidità citata da Meneguzzo si fa visibile. “Nelle “paste alte” – scrive nel saggio in catalogo - stese a spatola del colore a olio, nel movimento sinuoso che resta fissato in ogni pennellata, nella stessa scelta dell’olio, che non si asciuga mai e la cui lucentezza fa scivolare la luce sulle creste e sugli avvallamenti creati dal colpo di spatola, nell’idea di mescolare i pigmenti sino ad ottenere un colore mescolato, persino “sporco”, che è però il risultato di mille colori che si sono amalgamati”.
A parlare di “Flyby”, l’opera-video in anteprima alle FAM di Agrigento, è il curatore indipendenteAntonio Sarnari che ha organizzato e collaborato alla mostra. “Si tratta – spiega Sarnari - di una vera manipolazione pittorica del linguaggio video, con cui Zuccaro ha deformato le immagini “mobili”, a favore della tensione pittorica. La selezione delle opere propone quindi un primo momento, in cui le tele sono state dipinte osservando i “corpi-oggetto”, attraverso le immagini fotografiche e i video; poi le opere-video, influenzate e costruite secondo i linguaggi pittorici; infine le opere recenti, maturate dopo l’esperienza di Flyby.
Alla mostra di “Piero Zuccaro. Antologia Breve” - realizzata dall’associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento in collaborazione con Tecnica Mista - è dedicato il catalogo con presentazione critica del curatore, Marco Meneguzzo, docente dell’Accademia di Brera a Milano. L’evento ha il patrocinio del Comune di Agrigento ed è sostenuto da alcuni sponsor privati: Elenka, Cora Banche e Benessere & Bellessere.
Gli spazi delle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento saranno aperti da martedì a domenica, dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 21. Chiusi i lunedì e a Ferragosto.
L’inaugurazione è in programma per le ore 19 di sabato 26 luglio.
Piero Zuccaro nasce nel 1967 a Catania, dove si diploma all’Accademia di Belle Arti. I suoi studi sono stati influenzati dall’incontro con importanti personalità del panorama artistico italiano, tra i quali Consagra, Forgioli, Guccione e Sarnari, autore di una presentazione per la sua prima mostra ufficiale. Per un certo tempo, il suo tema di ricerca è stato dominato dallo studio delle immagini riflesse, mostrando aperture verso l’astrazione, come non ha mancato di rilevare Piero Guccione. Nei suoi dipinti, Zuccaro, mostra immagini immerse nella luce o nell’acqua, la luce interna delle architetture, in particolare architetture sacre. Sono immagini che, se assumono una nuova identità nella scomposizione della forma, si appropriano, al contempo, dello spazio circostante in un processo di dilatazione che supera lo spazio fisico che le contiene e le rappresenta.
Da sempre attratto dalla superficie della pittura e dalle suggestioni dell’acqua e dei suoi riflessi – persino quelli più inquietanti, come le chiazze oleose di darsene e pontili che lo affascinavano sin da bambino - Piero Zuccaro (Catania, 1967) riunisce per questa esposizione alle FAM i lavori degli ultimi sette anni: il ciclo dei “Relitti”, studi sulla luce e i suoi riflessi attraverso il medium acqua; quello delle“Cattedrali”, studi sui “corpi-oggetto immersi nello spazio”; e piccoli pastelli su tela, realizzati come appunti nella lavorazione delle grandi tele.
Alle FAM in mostra una trentina di opere di Zuccaro. Per descriverle Meneguzzo usa il termine “fluidità” che, dice, “accomuna ogni suo dipinto sin dagli esordi, negli anni Novanta”. E non solo. “E’ fluidità del corpo nello spazio – spiega il curatore – anche l’arte della danza che Zuccaro, nella sua biografia, racconta di aver studiato con la guida della coreografa Donatella Capraro, coautrice e attrice di “Flyby”, il video ambientale presente in mostra”. Ed è proprio nella pittura di Zuccaro che la fluidità citata da Meneguzzo si fa visibile. “Nelle “paste alte” – scrive nel saggio in catalogo - stese a spatola del colore a olio, nel movimento sinuoso che resta fissato in ogni pennellata, nella stessa scelta dell’olio, che non si asciuga mai e la cui lucentezza fa scivolare la luce sulle creste e sugli avvallamenti creati dal colpo di spatola, nell’idea di mescolare i pigmenti sino ad ottenere un colore mescolato, persino “sporco”, che è però il risultato di mille colori che si sono amalgamati”.
A parlare di “Flyby”, l’opera-video in anteprima alle FAM di Agrigento, è il curatore indipendenteAntonio Sarnari che ha organizzato e collaborato alla mostra. “Si tratta – spiega Sarnari - di una vera manipolazione pittorica del linguaggio video, con cui Zuccaro ha deformato le immagini “mobili”, a favore della tensione pittorica. La selezione delle opere propone quindi un primo momento, in cui le tele sono state dipinte osservando i “corpi-oggetto”, attraverso le immagini fotografiche e i video; poi le opere-video, influenzate e costruite secondo i linguaggi pittorici; infine le opere recenti, maturate dopo l’esperienza di Flyby.
Alla mostra di “Piero Zuccaro. Antologia Breve” - realizzata dall’associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento in collaborazione con Tecnica Mista - è dedicato il catalogo con presentazione critica del curatore, Marco Meneguzzo, docente dell’Accademia di Brera a Milano. L’evento ha il patrocinio del Comune di Agrigento ed è sostenuto da alcuni sponsor privati: Elenka, Cora Banche e Benessere & Bellessere.
Gli spazi delle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento saranno aperti da martedì a domenica, dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 21. Chiusi i lunedì e a Ferragosto.
L’inaugurazione è in programma per le ore 19 di sabato 26 luglio.
Piero Zuccaro nasce nel 1967 a Catania, dove si diploma all’Accademia di Belle Arti. I suoi studi sono stati influenzati dall’incontro con importanti personalità del panorama artistico italiano, tra i quali Consagra, Forgioli, Guccione e Sarnari, autore di una presentazione per la sua prima mostra ufficiale. Per un certo tempo, il suo tema di ricerca è stato dominato dallo studio delle immagini riflesse, mostrando aperture verso l’astrazione, come non ha mancato di rilevare Piero Guccione. Nei suoi dipinti, Zuccaro, mostra immagini immerse nella luce o nell’acqua, la luce interna delle architetture, in particolare architetture sacre. Sono immagini che, se assumono una nuova identità nella scomposizione della forma, si appropriano, al contempo, dello spazio circostante in un processo di dilatazione che supera lo spazio fisico che le contiene e le rappresenta.
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