Noto anche come “lo Spagnoletto”, per la sua bassa statura, è considerato uno dei maggiori esponenti della scuola partenopea della prima metà del ‘600. Dopo un primo noviziato in patria, probabilmente presso il pittore Francisco Ribalta, giunse in Italia nel 1611 soggiornando nel nord della penisola (Cremona, Milano e Parma) e, approdando a Roma nel 1613. A questo periodo appartiene la serie dei Cinque sensi (1613-15 ca), oggi smembrata e conservata in diverse sedi museali del mondo (La vista del Museo Franz Mayer di Città di Messico, Il tatto del Norton Simon Museum di Pasadena, Il gusto del Wadsworth Atheneum di Hartford, L’olfatto della Collezione Juan Abelló di Madrid e L’udito, oggi perduto). Ben presto si stabilì a Napoli (1616), alloggiando presso la casa dell’anziano pittore Giovanni Bernardino Azzolino, del quale sposò la figlia sedicenne. In pochi anni divenne la personalita più in vista della pittura napoletana: il suo stile, inizialmente aderente al realismo caravaggesco, col tempo si arricchì di un vivace cromatismo mutuato dalla corrente neoveneta. Tra i suoi capolavori si segnalano il Sileno ebbro (1626), appartenuto al mercante fiammingo Gaspar Roomer e l’Apollo e Marsia (1637), proveniente dalla collezione del principe di Montesarchio Andrea d’Avalos, entrambi conservati nelle collezioni del Museo di Capodimonte, il Martirio di san Bartolomeo della Galleria Palatina di Firenze (1628-30), il Martirio di san Filippo (1630) e il Tizio (1632) del Museo Del Prado.
Biografia
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Artemisia Lomi