Speciale "Animali Notturni"
Parola di Tom
La sedia di Tom Ford, regista di "Animali Notturni" courtesy © Dale Robinette / Focus Features
Daniele Bova
11/11/2016
Di Tom Ford ce n'è uno solo. Il suo tipico aplomb estetizzante, le dichiarazioni spesso irriverenti e l'inconfondibile spinta verso il glamour lo hanno reso un personaggio celebre.
"Ha bisogno di bere qualche drink e piangere un po', poi sarà perfetta", scherzava nel 1996 sistemando l'abito di una modella pronta per una sfilata di Gucci. Ma dietro la scorza oltraggiosa si nasconde più di una contraddizione. "La nostra 'faccia pubblica' è un'armatura, l'impalcatura che tiene in piedi il personaggio, ciò che collega la dimensione interiore a quella esteriore. Maschera la profonda disconnessione tra il prioprio stato d'animo e il modo in cui ci si presenta al mondo" ebbe a dire Tom Ford qualche anno fa, e le sue parole riverberano anche nei suoi film, spesso costruiti per svelare un doppio fondo negli esseri umani.
Un particolare importante: per lui la moda non è arte. "Come stilista ho avuto sempre la consapevolezza di non essere un artista” ha dichiarato “perché stavo creando qualcosa che aveva a che fare con il puro marketing, che doveva essere venduto, usato e poi gettato".
E allora si capisce perché è diventato regista. "La moda passa e i film rimangono" ha confessato in occasione del lancio del film “Animali Notturni” durante un’intervista a The Telegraph. Tom Ford ha lavorato per 30 anni collaborando con i migliori fotografi, inquadrando e raccontando storie. “Non lo dico in modo egoistico, ma anche in “A Single Man” mi sono sentito molto, molto a mio agio nel ruolo di regista. Nella moda devi fare qualcosa di nuovo ogni due mesi, e poi non c'è più, è finito e vai avanti. Ma un film è qualcosa che dura per sempre e penso sia per questa ragione che gli si dà una certa importanza”.
Cinema come opera d'arte, destinata a restare nel tempo. Cinema bello, forte nella dimensione estetica. In questo un tratto di continuità. "C’è una lunga storia di film noir e registi che erano alquanto concentrati sulla bellezza - ha spiegato Tom Ford - Hitchckok era noto per trascorrere settimane e settimane a occuparsi dei capelli, dei vestiti del trucco delle attrici, Douglas Sirk, Brian De Palma, Kubrick... non voglio paragonarmi a questi grandi registi ma ce ne sono diversi che si sono occupati dell’aspetto visivo dei loro film. Se non fossi stato un fashion designer forse le persone non avrebbero sottolineato questi paralleli"
Ma il Tom Ford privato? Da alcune dichiarazioni sembrerebbe molto meno glamorous di quello che si possa pensare.
"La mia vita reale non assomiglia affatto a un ipotetico 'mondo fantastico di Tom Ford' pieno di donne nude che spargono profumo ovunque. Anzi, ha più a che fare con lo stare a casa e guardare una puntata di ‘Friends".
La comodità prima di tutto quindi, anche se non va bene lasciarsi andare completamente. "Quando sono a casa e mi metto comodo” ha affermato nel 2009 “confesso di usare delle magliette Fruit of the Loom. Anche se me le son fatte fare su misura".
Sempre rimanendo nella sua sfera più intima, abbiamo scoperto che mentre il mondo è pronto a sperticarsi di lodi per lui, suo marito non cede a facili lusinghe: "Richard raramente ha qualcosa di carino da dire sul mio lavoro. Anzi, è come avere ancora mia madre addosso".
Non sappiamo cosa pensi di Trump, ma attraverso una dichiarazione del 2008, quando Arnold Schwarzenegger era ancora governatore della California, conosciamo il suo giudizio su chi fa politica provenendo da un altro mestiere: "Abbiamo Terminator come governatore, e abbiamo avuto un attore come presidente: che male ci sarebbe nell'avere un fashion designer come senatore?".
E tra le uscite più irridenti e scanzonate, emerge anche una punta di filosofia esistenziale, come quando ha dichiarato "Per tutta la vita ci teniamo occupati con impegni fittizi che non sono importanti". Cinema dunque. Come strumento, per raccontarsi in storie che restino oltre al tempo. Come necessità espressiva in una vita di successi che assomiglia sempre più a un'opera d'arte perfetta e irripetibile. Questo è Tom Ford, prendere o lasciare.
Speciale Animali Notturni di ARTE.it
Tom Ford e l'arte di riflettere la nostra oscena nudità in "Animali Notturni"
La recensione non convenzionale di ARTE.it firmata da Daniele Bova
Sin dalle sequenze iniziali, il film si configura come una potente riflessione sull'arte e sulla vita.
In “Animali Notturni” Tom Ford riesce a non lasciarsi imbrigliare dal suo sguardo patinato, perfettamente funzionale alla rappresentazione dell'esangue mondo dell'alta borghesia della moda
Il perfezionista interrotto
Un ritratto di Tom Ford di Ludovica Sanfelice e Paolo Mastazza
“Questo film sono io. Sono Susan, una donna che abita un mondo di grandi privilegi, un mondo in cui il materialismo si suppone debba renderti felice. Susan combatte con il mondo in cui io vivo: il mondo degli assurdamente ricchi, la falsità e il vuoto che percepisco nella nostra cultura”.
Parola di Tom
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Un particolare importante: per lui la moda non è arte. "Come stilista ho avuto sempre la consapevolezza di non essere un artista” ha dichiarato “perché stavo creando qualcosa che aveva a che fare con il puro marketing, che doveva essere venduto, usato e poi gettato".
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Cinema come opera d'arte, destinata a restare nel tempo. Cinema bello, forte nella dimensione estetica. In questo un tratto di continuità. "C’è una lunga storia di film noir e registi che erano alquanto concentrati sulla bellezza - ha spiegato Tom Ford - Hitchckok era noto per trascorrere settimane e settimane a occuparsi dei capelli, dei vestiti del trucco delle attrici, Douglas Sirk, Brian De Palma, Kubrick... non voglio paragonarmi a questi grandi registi ma ce ne sono diversi che si sono occupati dell’aspetto visivo dei loro film. Se non fossi stato un fashion designer forse le persone non avrebbero sottolineato questi paralleli"
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