Dal 3 settembre al 28 novembre al Kunstmuseum
A Berna una tela del Seicento mostra la via per la felicità
Joseph Plepp, Tavola bernese di Cebete, guida alla salvezza, 1633 circa, Olio su tela, 308.2 x 161.4 cm, Berna, Kunstmuseum, Stato di Berna, regalo di Karl von Büren, Berna | Courtesy Kunstmuseum Berna
Samantha De Martin
12/08/2021
Mondo - Se la si potesse rappresentare, quali forme avrebbe la felicità? Per il pittore e cartografo seicentesco di Berna Joseph Plepp the way to happiness è un cammino scandito da colpi di scena, diviso in tre momenti e battuto da un’umanità anelante verso un’eterna beatitudine.
Se questo cammino si potesse poi tradurre in pittura, avrebbe i colori della monumentale Tavola bernese di Cebete (308.2 x 161.4 cm) che l’autore delle straordinarie vedute di città svizzere a volo d’uccello realizzò nel 1633.
Quest’opera, custodita per oltre due secoli nel Collegio teologico di Berna, prima di entrare, nel 1903, nella collezione del Kunstmuseum, guiderà la mostra The Way to Happiness. The Bern Tablet of Cebes and Baroque Imagery, pronta a inaugurare, dal prossimo 3 settembre e fino al 28 novembre, l’autunno del museo svizzero.
In questo percorso, organizzato in collaborazione con l'Istituto di Storia dell'Arte all'Università di Berna, le abitudini e l’immaginario della borghesia barocca sfileranno davanti agli sguardi del visitatore moderno per accompagnarlo in un contesto storico-culturale di grande fascino scandito da stampe, disegni, pitture dell’epoca.
Niklaus Manuel, La Tentazione di S. Antonio, 1518- 1520, Tecnica mista su legno di abete, 126 x 101 cm, Ufficio federale della cultura, Fondazione Gottfried Keller, acquisita con Contributi del cantone di Berna, comunità civica Berna, comune di Berna e associazione di Amici KMB | Courtesy Kunstmuseum Berna
La rappresentazione di Plepp prende spunto da un'incisione su rame dell’artista olandese Hendrick Goltzius, a sua volta basata su un testo classico, un dialogo attribuito tradizionalmente al filosofo greco Cebete. Il testo racconta di due giovani che, tra le offerte nel tempio dedicato a Crono, scorgono una tavola, una sorta di allegoria del destino dell'anima umana, un percorso compiuto dall'uomo saggio a partire dalla nascita e non scevro di fallimenti.
Dunque nell'opera, esposta prossimamente al Kunstmuseum, l’artista svizzero affida a oltre 200 figure il compito di accompagnare il visitatore sulla via della felicità. Un volta in vita, tutti gli esseri umani sono esposti agli umori del destino, a desideri, vizi, false opinioni, tradotti dal cartografo di Berna in curiose immagini che il pubblico è invitato a sfogliare e dove il rosso è il colore dominante. Solo la ragione e l’educazione, con l'aiuto delle virtù, riusciranno a trascinare alcuni protagonisti nella “terza zona” dove aleggia la vera conoscenza.
Joseph Plepp, Melone, mele cotogne e uva, 1632, Olio su legno, 53 x 37 cm, Berna, Museo d'arte
Un universo dominato dai valori della società seicentesca, ma anche dai piaceri della tavola barocca, dalle tendenze della moda, dalle attitudini al commercio, si spalanca agli ospiti del Kunstmuseum attraverso altre opere della collezione che gravitano attorno al lavoro di Joseph Plepp, legandolo indissolubilmente al suo tempo.
Tra piaceri sfrenati e proibizioni, l’età del Barocco offre anche uno straordinario affresco della città di Berna. Anche quando decenni di ricchezza economica, accompagnati dal fiorire delle arti e del commercio, contribuirono ad ampliare gli orizzonti della società, o almeno di una cospicua fetta di popolazione, la città restò talvolta imbrigliata nella gabbia di regole morali e codici di abbigliamento. Uno di questi regolava persino l’altezza per i cappelli.
Artista sconosciuto, Allegoria della transitorietà (copia dopo Jacopo Ligozzi), inizi del XVII secolo, Olio su rame, 22.6 x 28 cm, Berna, Kunstmuseum, regalo di Marcelle Geiger-Vifian, Berna | Courtesy Kunstmuseum
La mostra invita il pubblico a seguire il percorso scandito dalla monumentale opera del cartografo svizzero, riflesso nell’allestimento delle tre sale. Dalla prima, incentrata sulla cultura dell’alta borghesia bernese, ma anche sulle tentazioni e sui doni di Fortuna, il pubblico scivola verso i vizi e le virtù che guidano gli esseri umani nel loro viaggio attraverso la vita. Nell'ultima sala, dove campeggia la Tavola di Cebete, gli ospiti concludono idealmente il loro viaggio attraverso dipinti che inneggiano alla conoscenza.
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• Zentrum Paul Klee di Berna: un museo a misura di bambino
Se questo cammino si potesse poi tradurre in pittura, avrebbe i colori della monumentale Tavola bernese di Cebete (308.2 x 161.4 cm) che l’autore delle straordinarie vedute di città svizzere a volo d’uccello realizzò nel 1633.
Quest’opera, custodita per oltre due secoli nel Collegio teologico di Berna, prima di entrare, nel 1903, nella collezione del Kunstmuseum, guiderà la mostra The Way to Happiness. The Bern Tablet of Cebes and Baroque Imagery, pronta a inaugurare, dal prossimo 3 settembre e fino al 28 novembre, l’autunno del museo svizzero.
In questo percorso, organizzato in collaborazione con l'Istituto di Storia dell'Arte all'Università di Berna, le abitudini e l’immaginario della borghesia barocca sfileranno davanti agli sguardi del visitatore moderno per accompagnarlo in un contesto storico-culturale di grande fascino scandito da stampe, disegni, pitture dell’epoca.
Niklaus Manuel, La Tentazione di S. Antonio, 1518- 1520, Tecnica mista su legno di abete, 126 x 101 cm, Ufficio federale della cultura, Fondazione Gottfried Keller, acquisita con Contributi del cantone di Berna, comunità civica Berna, comune di Berna e associazione di Amici KMB | Courtesy Kunstmuseum Berna
La rappresentazione di Plepp prende spunto da un'incisione su rame dell’artista olandese Hendrick Goltzius, a sua volta basata su un testo classico, un dialogo attribuito tradizionalmente al filosofo greco Cebete. Il testo racconta di due giovani che, tra le offerte nel tempio dedicato a Crono, scorgono una tavola, una sorta di allegoria del destino dell'anima umana, un percorso compiuto dall'uomo saggio a partire dalla nascita e non scevro di fallimenti.
Dunque nell'opera, esposta prossimamente al Kunstmuseum, l’artista svizzero affida a oltre 200 figure il compito di accompagnare il visitatore sulla via della felicità. Un volta in vita, tutti gli esseri umani sono esposti agli umori del destino, a desideri, vizi, false opinioni, tradotti dal cartografo di Berna in curiose immagini che il pubblico è invitato a sfogliare e dove il rosso è il colore dominante. Solo la ragione e l’educazione, con l'aiuto delle virtù, riusciranno a trascinare alcuni protagonisti nella “terza zona” dove aleggia la vera conoscenza.
Joseph Plepp, Melone, mele cotogne e uva, 1632, Olio su legno, 53 x 37 cm, Berna, Museo d'arte
Un universo dominato dai valori della società seicentesca, ma anche dai piaceri della tavola barocca, dalle tendenze della moda, dalle attitudini al commercio, si spalanca agli ospiti del Kunstmuseum attraverso altre opere della collezione che gravitano attorno al lavoro di Joseph Plepp, legandolo indissolubilmente al suo tempo.
Tra piaceri sfrenati e proibizioni, l’età del Barocco offre anche uno straordinario affresco della città di Berna. Anche quando decenni di ricchezza economica, accompagnati dal fiorire delle arti e del commercio, contribuirono ad ampliare gli orizzonti della società, o almeno di una cospicua fetta di popolazione, la città restò talvolta imbrigliata nella gabbia di regole morali e codici di abbigliamento. Uno di questi regolava persino l’altezza per i cappelli.
Artista sconosciuto, Allegoria della transitorietà (copia dopo Jacopo Ligozzi), inizi del XVII secolo, Olio su rame, 22.6 x 28 cm, Berna, Kunstmuseum, regalo di Marcelle Geiger-Vifian, Berna | Courtesy Kunstmuseum
La mostra invita il pubblico a seguire il percorso scandito dalla monumentale opera del cartografo svizzero, riflesso nell’allestimento delle tre sale. Dalla prima, incentrata sulla cultura dell’alta borghesia bernese, ma anche sulle tentazioni e sui doni di Fortuna, il pubblico scivola verso i vizi e le virtù che guidano gli esseri umani nel loro viaggio attraverso la vita. Nell'ultima sala, dove campeggia la Tavola di Cebete, gli ospiti concludono idealmente il loro viaggio attraverso dipinti che inneggiano alla conoscenza.
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