Dal 22 gennaio al 12 giugno a Palazzo Martinengo
Le donne nell'arte: a Brescia un viaggio nella bellezza, da Tiziano a Boldini
Giovanni Boldini, Ritratto di Nanne Schrader, Collezione privata
Samantha De Martin
31/12/2021
Brescia - Madri, amanti, seducenti modelle, mitologiche eroine. Scivolando lungo quattro secoli di arte, dagli albori del Rinascimento al Barocco, fino alla Belle Époque, un variegato corteo di donne si accinge a varcare le sale di palazzo Martinengo per regalare al pubblico un percorso lungo quattrocento anni di arte.
Così lo sguardo estatico della Maddalena Penitente di Tiziano Vecellio, proveniente da una collezione privata tedesca ed esposto per la prima volta in Italia, incrocia la sensuale bellezza della Donna che si pettina i capelli di Boldini, sfiora le movenze erotiche della ragazza in calze nere fino a sfiorare tutta la tenerezza della Madre col bambino di Giovanni Battista Torriglia.
Sono loro alcune delle protagoniste della mostra Donne nell’arte. Da Tiziano a Boldini, la rassegna a cura di Davide Dotti, che, dal 22 gennaio al 12 giugno, ripercorre la rappresentazione dell’universo femminile nella storia dell’arte italiana.
Gaetano Bellei (Modena, 1857 - Modena, 1922), Colpo di vento, Collezione privata
Dalle otto sezioni del percorso, che vede protagonisti 90 capolavori, fanno capolino sante ed eroine bibliche, figure della mitologia e madri, donne intente a lavorare, a ballare sui prati, a raccogliere il grano.
La vita quotidiana ammicca alla sensualità di modelle nude o vestite, di bellezze alla toeletta, coppie di amanti, come quella immortalata, in piedi, in un disegno da Gustav Klimt, prestata alla mostra da una collezione privata.
In quest’opera il più illustre esponente dell’avanguardia viennese anticipa le soluzioni stilistiche de Il bacio e de L’Abbraccio del Fregio Stoclet, due tra i capolavori più conosciuti del maestro austriaco.
Le coraggiose eroine del mondo antico che, con drammatica determinazione, hanno preferito la morte al disonore, da Cleopatra, regina d’Egitto, a Lucrezia e Sofonisba, cedono alle sante della cristianità rappresentate dagli artisti, ciascuna con il proprio attributo iconografico: Maddalena con il vasetto di unguenti, Caterina con la ruota dentata, Barbara con la torre, Margherita con il drago. Un caleidoscopico universo attraversato dalla raffinatezza, dalla sensualità e dalle più sottili sfumature dell’universo femminile scorre tra i pennelli di Guercino e Pitocchetto, e ancora Hayez, Zandomeneghi e Boldini, abbracciando la moda, le acconciature e agli accessori tipici di ogni epoca e contesto geografico.
Andrea Appiani (Milano, 1754 - Milano, 1817), Ritratto di Francesca (Fanny) Lechi, Collezione privata
“Il tema della donna - commenta il curatore Davide Dotti - è così affascinante e coinvolgente che gli artisti, soprattutto tra XVI e XIX secolo, lo hanno indagato da ogni prospettiva iconografica, eternando le “divine creature” in capolavori che tutt’oggi seducono fatalmente il nostro sguardo. Per il visitatore è l’occasione di compiere un emozionante viaggio ricco di sorprese, impreziosito da dipinti inediti scoperti di recente in prestigiose collezioni private, opere mai esposte prima d’ora, e incontri ravvicinati con celebri donne del passato, tra cui la bresciana Francesca (Fanny) Lechi, ritratta nel 1803 dal grande Andrea Appiani in una straordinaria tela che dopo oltre venticinque anni dall’ultima apparizione torna visibile al pubblico”.
La mostra, inaugurata a chiusa ad appena un mese dall’apertura, con oltre 22mila visitatori, si potrà visitare, a partire dal 22 gennaio, mercoledì, giovedì e venerdì, dalle 9 alle 17, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 20. La biglietteria chiude un’ora prima.
Tiziano Vecellio, Maddalena penitente. Collezione privata
Leggi anche:
• Donne nell'arte, da Tiziano a Boldini
• Le grandi donne dietro ai grandi artisti
Così lo sguardo estatico della Maddalena Penitente di Tiziano Vecellio, proveniente da una collezione privata tedesca ed esposto per la prima volta in Italia, incrocia la sensuale bellezza della Donna che si pettina i capelli di Boldini, sfiora le movenze erotiche della ragazza in calze nere fino a sfiorare tutta la tenerezza della Madre col bambino di Giovanni Battista Torriglia.
Sono loro alcune delle protagoniste della mostra Donne nell’arte. Da Tiziano a Boldini, la rassegna a cura di Davide Dotti, che, dal 22 gennaio al 12 giugno, ripercorre la rappresentazione dell’universo femminile nella storia dell’arte italiana.
Gaetano Bellei (Modena, 1857 - Modena, 1922), Colpo di vento, Collezione privata
Dalle otto sezioni del percorso, che vede protagonisti 90 capolavori, fanno capolino sante ed eroine bibliche, figure della mitologia e madri, donne intente a lavorare, a ballare sui prati, a raccogliere il grano.
La vita quotidiana ammicca alla sensualità di modelle nude o vestite, di bellezze alla toeletta, coppie di amanti, come quella immortalata, in piedi, in un disegno da Gustav Klimt, prestata alla mostra da una collezione privata.
In quest’opera il più illustre esponente dell’avanguardia viennese anticipa le soluzioni stilistiche de Il bacio e de L’Abbraccio del Fregio Stoclet, due tra i capolavori più conosciuti del maestro austriaco.
Le coraggiose eroine del mondo antico che, con drammatica determinazione, hanno preferito la morte al disonore, da Cleopatra, regina d’Egitto, a Lucrezia e Sofonisba, cedono alle sante della cristianità rappresentate dagli artisti, ciascuna con il proprio attributo iconografico: Maddalena con il vasetto di unguenti, Caterina con la ruota dentata, Barbara con la torre, Margherita con il drago. Un caleidoscopico universo attraversato dalla raffinatezza, dalla sensualità e dalle più sottili sfumature dell’universo femminile scorre tra i pennelli di Guercino e Pitocchetto, e ancora Hayez, Zandomeneghi e Boldini, abbracciando la moda, le acconciature e agli accessori tipici di ogni epoca e contesto geografico.
Andrea Appiani (Milano, 1754 - Milano, 1817), Ritratto di Francesca (Fanny) Lechi, Collezione privata
“Il tema della donna - commenta il curatore Davide Dotti - è così affascinante e coinvolgente che gli artisti, soprattutto tra XVI e XIX secolo, lo hanno indagato da ogni prospettiva iconografica, eternando le “divine creature” in capolavori che tutt’oggi seducono fatalmente il nostro sguardo. Per il visitatore è l’occasione di compiere un emozionante viaggio ricco di sorprese, impreziosito da dipinti inediti scoperti di recente in prestigiose collezioni private, opere mai esposte prima d’ora, e incontri ravvicinati con celebri donne del passato, tra cui la bresciana Francesca (Fanny) Lechi, ritratta nel 1803 dal grande Andrea Appiani in una straordinaria tela che dopo oltre venticinque anni dall’ultima apparizione torna visibile al pubblico”.
La mostra, inaugurata a chiusa ad appena un mese dall’apertura, con oltre 22mila visitatori, si potrà visitare, a partire dal 22 gennaio, mercoledì, giovedì e venerdì, dalle 9 alle 17, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 20. La biglietteria chiude un’ora prima.
Tiziano Vecellio, Maddalena penitente. Collezione privata
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