Cronaca di un "finizio" molto futilista, certamente spinozziano.
L'ultimo viaggio di Lucio Spinozzi
Opera di Lucio Spinozzi alias Luxing
Luca Muscarà
13/08/2023
Venezia - Giovedì 10 agosto 2023 ha avuto luogo il saluto finiziale a Lucio Spinozzi. Lo scorso anno, Lucio aveva partecipato al saluto all’amico Roger officiato da Maeshwara al quale aveva chiesto di fargli lo stesso rito per sé. Allievo di Baba Ji in India, e guida spirituale di Lucio durante la malattia, Maeshwara ha così celebrato la prima parte del rito induista nella camera ardente del Nazaret alla presenza di quattro amici e familiari che poi hanno letto brani dal Cantico delle creature, al Libro Tibetano dei Morti e dal Corano, davanti al corpo di Lucio attorniato da frutta e girasoli, mentre l’incenso bruciava. Il rito induista scelto da Lucio è stato così accompagnato da una polifonia francescana, tibetana e musulmana.
Maeshwara ha condotto poi la seconda parte del rito al cimitero di Marghera dove una piccola folla di amici di Lucio lo attendeva. I partecipanti occupavano anche lo spazio esterno dato che nella Sala del Commiato anche in posti in piedi erano esauriti. La partecipata presenza di vecchi e meno vecchi amici protagonisti di numerose stagioni della vita di Lucio vedeva rappresentati decenni di vita artistica, musicale e culturale dell’arcipelago di terra e di mare dove Lucio è nato e ha vissuto, attraversando quella linea d’acqua che, come ricorda Alan Jones, appare in tante sue pitture. Il pubblico che ha accompagnato le musiche e il rito ritmandolo con battito di mani, si è unito così al mantra che Maeshwara cantava intorno al feretro mentre la sala gremita si è riscaldata.
Hanno quindi preso la parola numerosi amici tra i quali Sergio Renier, Rosa Ruffini, Stefano e Lucia Pesce e altri, alleggerendo la gravitas dell’occasione con musiche, ricordi personali, poesie di Lucio e neurologismi tragicomici (come l’annuncio stile meteo di un anno di grandinatiche). Luca Muscarà ha letto due estratti del testa-mento in cui Lucio ricorda Younes il suo unico figlio undicenne quale erede universale e augura “buon finizio a tutti con infinito amore”.
Molte le firme sul libro degli ospiti e molti hanno generosamente donato un’offerta, mentre è stata distribuita, in una piccola busta rossa, la "preghiera che protegge dalla paura" tratta dal Bardo Thodol e parte di un’opera iniziata trentatré anni prima da Joyce Burstein, artista newyorkese-californiana intima amica di Lucio e di James Lee Byars.
Una quarantina tra i partecipanti si sono poi spostati nella bella oasi naturale messa a disposizione da due cari amici, prossima in linea d’aria all’antico mulino ad acqua del Turbine per la parte conclusiva del rito induista. In una radura sin dal mattino consacrata da Maeshwara sotto un grande albero, vi era un altare provvisorio dove la bella immagine incorniciata di Lucio, sorridente il giorno del suo matrimonio, si rispecchiava in quella del suo autoritratto, insieme ad altre, tra le quali quella del maestro Baba Ji, che Lucio apprezzava, circondate di fiori e frutta.
Seduti scalzi dinnanzi al fuoco acceso sopra a una pietra antica in semicerchio gli amici hanno preso parte al rito che Maeshwara officiava accompagnandosi all’armonium costruito a Lahore, mentre raggi di luce sempre più orizzontali penetravano il fogliame da Ovest in un’atmosfera di sereno raccoglimento partecipato, punteggiata talora da una voce d’infante, il passaggio di un cane e le corse di Younes alle spalle del gruppo riunito. Il rito si è concluso con la condivisione di frutta, riso e verdura fino al tramonto.
Infine molti sono ritornati a Marghera per la quarta parte del saluto a Lucio riunendosi agli altri al Vapore. Nello storico locale riferimento della vita notturna veneziana, tra i luoghi d’elezione di Lucio, sede di memorabili mostre, performance e serate - per l’occasione "chiuso per Lucio e aperto per lutto" - gli amici hanno brindato alla sua memoria accompagnati da una playlist che spaziava dai Jefferson Starship alla disco music, da Robbie Robertson a Sinéad O’ Connor, predisposta da Sergio, liberando danze e canti, ricordi e calembour verbali, a conclusione di una giornata di straordinaria armonia e fraterno amore nello spirito giocoso e creativo di Lucio, armonia che speriamo sia di buon auspicio per la non semplice sfida di preservarne e valorizzarne l’opera per Younes. Il rito verrà celebrato per dodici pleniluni.
Vedi anche:
• LUCIO SPINOZZI. LUMINESCENTE POETA FUTILISTA
• L'ARCHEOLOGIA DEL CAOS: LUCIO SPINOZZI, PICTOR NATUS VENETIIS
Video girato da Giarrico Mazzon
Maeshwara ha condotto poi la seconda parte del rito al cimitero di Marghera dove una piccola folla di amici di Lucio lo attendeva. I partecipanti occupavano anche lo spazio esterno dato che nella Sala del Commiato anche in posti in piedi erano esauriti. La partecipata presenza di vecchi e meno vecchi amici protagonisti di numerose stagioni della vita di Lucio vedeva rappresentati decenni di vita artistica, musicale e culturale dell’arcipelago di terra e di mare dove Lucio è nato e ha vissuto, attraversando quella linea d’acqua che, come ricorda Alan Jones, appare in tante sue pitture. Il pubblico che ha accompagnato le musiche e il rito ritmandolo con battito di mani, si è unito così al mantra che Maeshwara cantava intorno al feretro mentre la sala gremita si è riscaldata.
Hanno quindi preso la parola numerosi amici tra i quali Sergio Renier, Rosa Ruffini, Stefano e Lucia Pesce e altri, alleggerendo la gravitas dell’occasione con musiche, ricordi personali, poesie di Lucio e neurologismi tragicomici (come l’annuncio stile meteo di un anno di grandinatiche). Luca Muscarà ha letto due estratti del testa-mento in cui Lucio ricorda Younes il suo unico figlio undicenne quale erede universale e augura “buon finizio a tutti con infinito amore”.
Molte le firme sul libro degli ospiti e molti hanno generosamente donato un’offerta, mentre è stata distribuita, in una piccola busta rossa, la "preghiera che protegge dalla paura" tratta dal Bardo Thodol e parte di un’opera iniziata trentatré anni prima da Joyce Burstein, artista newyorkese-californiana intima amica di Lucio e di James Lee Byars.
Una quarantina tra i partecipanti si sono poi spostati nella bella oasi naturale messa a disposizione da due cari amici, prossima in linea d’aria all’antico mulino ad acqua del Turbine per la parte conclusiva del rito induista. In una radura sin dal mattino consacrata da Maeshwara sotto un grande albero, vi era un altare provvisorio dove la bella immagine incorniciata di Lucio, sorridente il giorno del suo matrimonio, si rispecchiava in quella del suo autoritratto, insieme ad altre, tra le quali quella del maestro Baba Ji, che Lucio apprezzava, circondate di fiori e frutta.
Seduti scalzi dinnanzi al fuoco acceso sopra a una pietra antica in semicerchio gli amici hanno preso parte al rito che Maeshwara officiava accompagnandosi all’armonium costruito a Lahore, mentre raggi di luce sempre più orizzontali penetravano il fogliame da Ovest in un’atmosfera di sereno raccoglimento partecipato, punteggiata talora da una voce d’infante, il passaggio di un cane e le corse di Younes alle spalle del gruppo riunito. Il rito si è concluso con la condivisione di frutta, riso e verdura fino al tramonto.
Infine molti sono ritornati a Marghera per la quarta parte del saluto a Lucio riunendosi agli altri al Vapore. Nello storico locale riferimento della vita notturna veneziana, tra i luoghi d’elezione di Lucio, sede di memorabili mostre, performance e serate - per l’occasione "chiuso per Lucio e aperto per lutto" - gli amici hanno brindato alla sua memoria accompagnati da una playlist che spaziava dai Jefferson Starship alla disco music, da Robbie Robertson a Sinéad O’ Connor, predisposta da Sergio, liberando danze e canti, ricordi e calembour verbali, a conclusione di una giornata di straordinaria armonia e fraterno amore nello spirito giocoso e creativo di Lucio, armonia che speriamo sia di buon auspicio per la non semplice sfida di preservarne e valorizzarne l’opera per Younes. Il rito verrà celebrato per dodici pleniluni.
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