Talenti a confronto
La scrittura si fa arte: da Kerouac a Pasolini, la narrativa in mostra
Jack Kerouac, Senza Titolo, N.D., olio su tela, 29,5 x 40 cm
Samantha De Martin
20/11/2017
Varese - Hanno deposto la penna per brandire il pennello, la matita, usando talvolta le punte delle dita, la colla, le vernici da pareti. Li chiamano scrittori, ma insieme all’arte del narrare, hanno anche la passione per tempere e disegni.
«Lei non lo sa, ma sono anche io pittore e forse più bravo di lei» scriveva Eugenio Montale in una lettera carica di orgoglio e di benevolenza all’amico Filippo de Pisis, mentre la penna della Beat Generation, Jack Kerouac, molti anni più tardi assicurava: «Dipingo solo belle cose. In pochi anni potrei diventare un pittore di primo piano. Se lo voglio. E quando potrò vendere i mie dipinti potrò comperarmi un pianoforte e comporre musica. Perché la vita è una noia».
Mentre alla Biblioteca Nazionale di Roma inaugura un nuovo allestimento all'interno del primo museo permanente realizzato in una biblioteca pubblica, dedicato alla letteratura italiana del Novecento, il genio di Kerouac, Montale e de Pisis attraversa l’arte in due mostre.
Al Ma*Ga di Gallarate i disegni inediti di Kerouac
Al centro della mostra Kerouac. Beat Painting ci sono 80 opere, tra dipinti e disegni, in gran parte esposte per la prima volta in Italia, capaci di proiettare una luce del tutto nuova sull’attività artistica del padre della Beat Generation.
Il Ma*Ga di Gallarate ospita, dal 3 dicembre al 22 aprile, questa insolita produzione dello scrittore statunitense, assieme ad alcune fotografie di Robert Frank ed Ettore Sottsass e ad un’intervista ad Arnaldo Pomodoro - pubblicata in catalogo - che rievoca la sua esperienza alla Stanford University, in California.
Il percorso espositivo segue il processo creativo e le relazioni dell’autore che ha condotto On the Road un’intera generazione anni Cinquanta e non solo, con la tradizione della cultura visiva americana, con gli altri autori del movimento Beat, da Allen Ginsberg a William Burroughs, e con i maestri della pittura informale e della Scuola di New York che Kerouac iniziò a frequentare dalla seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso.
La mostra - che rappresenta un’occasione preziosa per ammirare le opere di Kerouac, finora esposte solo in alcuni musei come il Whitney Museum of American Art di New York o il Centre Pompidou di Parigi - approfondirà anche le relazioni tra lo scrittore e l’Italia.
Oltre alla dimensione espositiva, assume uno specifico rilievo anche una pubblicazione scientifica edita da Skira, che rilegge in modo complessivo l'opera pittorica dello scrittore, dalle relazioni con la storia dell’arte europea nel percorso di formazione, alla dimensione del sacro, dalla tradizione cattolica alla cultura buddista, elementi rintracciabili nell'opera del poeta statunitense. Ampio spazio è dedicato dalla pubblicazione alle relazioni tra Kerouac e la cultura artistica a New York, dall'espressionismo astratto al jazz.
Poeti-pittori al Palazzo Banca d’Alba
Un intreccio raffinato fatto di poesia, epistole e pittura compone il fil rouge che corre dai pastelli su cartoncino grigio di Eugenio Montale - che rivelano una forte influenza dell’amico Filippo de Pisis - all’Autoritratto di Pierpaolo Pasolini.
Dal 18 novembre al 17 dicembre, Palazzo Banca d’Alba ospita la mostra Poeti/Pittori/Poeti, una sorta di salotto di artisti e scrittori del Novecento, accomunati dall’aver sperimentato, a inizio carriera, forme d’arte diversa prima di scegliere quella definitiva da intraprendere.
L’esposizione proposta dalla Fondazione Bottari Lattes indaga questi intrecci tra arte visiva e scrittura poetica in alcune illustri personalità che hanno segnato la storia culturale italiana, da Filippo de Pisis - in mostra con il Beccaccino - a Eugenio Montale. Oltre alla lettera scritta dall’autore di Ossi di seppia all’artista - «Lei non lo sa, ma sono anche io pittore, e forse più bravo di lei» - la mostra accoglie libri poco noti, appunti di storia dell’arte appartenuti a de Pisis e un raro nudino di donna, corredato da una lettera autografa di Giuseppe Ungaretti.
Dai disegni di Pasolini - che con lo storico dell’arte Roberto Longhi aveva preparato una tesi sulla pittura ferrarese, poi persa in treno - al realismo spettrale e visionario del pittore Giuseppe Zigaina, dal collezionista Alfonso Gatto a Carlo Levi, l’appuntamento di Alba rappresenta un viaggio interessante tra due mondi fortemente connessi.
Spazi900, un nuovo allestimento per il Museo letterario della Biblioteca Nazionale
C’è anche un diario di Filippo de Pisis, oltre a quattro brevi racconti di Italo Svevo, alle lettere di Montale, a un manoscritto di Umberto Saba, alla sceneggiatura del film di Benigni, La vita è bella, scritta con Vincenzo Cerami, tra le novità dell'ultimo allestimento di Spazi900, il Museo letterario della Biblioteca nazionale di Roma.
Il primo museo permanente in una biblioteca pubblica, dedicato alla letteratura italiana del Novecento, si arricchisce di due installazioni multimediali “narranti”, che si affiancano ai due fulcri principali dedicati a Elsa Morante e Pier Paolo Pasolini. Novità del nuovo allestimento sono le due Gallerie degli scrittori, con documenti autografi, prime edizioni e ricostruzioni d’epoca.
Leggi anche:
• Kerouac. Beat Painting
• Poeti/Pittori/Poeti
«Lei non lo sa, ma sono anche io pittore e forse più bravo di lei» scriveva Eugenio Montale in una lettera carica di orgoglio e di benevolenza all’amico Filippo de Pisis, mentre la penna della Beat Generation, Jack Kerouac, molti anni più tardi assicurava: «Dipingo solo belle cose. In pochi anni potrei diventare un pittore di primo piano. Se lo voglio. E quando potrò vendere i mie dipinti potrò comperarmi un pianoforte e comporre musica. Perché la vita è una noia».
Mentre alla Biblioteca Nazionale di Roma inaugura un nuovo allestimento all'interno del primo museo permanente realizzato in una biblioteca pubblica, dedicato alla letteratura italiana del Novecento, il genio di Kerouac, Montale e de Pisis attraversa l’arte in due mostre.
Al Ma*Ga di Gallarate i disegni inediti di Kerouac
Al centro della mostra Kerouac. Beat Painting ci sono 80 opere, tra dipinti e disegni, in gran parte esposte per la prima volta in Italia, capaci di proiettare una luce del tutto nuova sull’attività artistica del padre della Beat Generation.
Il Ma*Ga di Gallarate ospita, dal 3 dicembre al 22 aprile, questa insolita produzione dello scrittore statunitense, assieme ad alcune fotografie di Robert Frank ed Ettore Sottsass e ad un’intervista ad Arnaldo Pomodoro - pubblicata in catalogo - che rievoca la sua esperienza alla Stanford University, in California.
Il percorso espositivo segue il processo creativo e le relazioni dell’autore che ha condotto On the Road un’intera generazione anni Cinquanta e non solo, con la tradizione della cultura visiva americana, con gli altri autori del movimento Beat, da Allen Ginsberg a William Burroughs, e con i maestri della pittura informale e della Scuola di New York che Kerouac iniziò a frequentare dalla seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso.
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Oltre alla dimensione espositiva, assume uno specifico rilievo anche una pubblicazione scientifica edita da Skira, che rilegge in modo complessivo l'opera pittorica dello scrittore, dalle relazioni con la storia dell’arte europea nel percorso di formazione, alla dimensione del sacro, dalla tradizione cattolica alla cultura buddista, elementi rintracciabili nell'opera del poeta statunitense. Ampio spazio è dedicato dalla pubblicazione alle relazioni tra Kerouac e la cultura artistica a New York, dall'espressionismo astratto al jazz.
Poeti-pittori al Palazzo Banca d’Alba
Un intreccio raffinato fatto di poesia, epistole e pittura compone il fil rouge che corre dai pastelli su cartoncino grigio di Eugenio Montale - che rivelano una forte influenza dell’amico Filippo de Pisis - all’Autoritratto di Pierpaolo Pasolini.
Dal 18 novembre al 17 dicembre, Palazzo Banca d’Alba ospita la mostra Poeti/Pittori/Poeti, una sorta di salotto di artisti e scrittori del Novecento, accomunati dall’aver sperimentato, a inizio carriera, forme d’arte diversa prima di scegliere quella definitiva da intraprendere.
L’esposizione proposta dalla Fondazione Bottari Lattes indaga questi intrecci tra arte visiva e scrittura poetica in alcune illustri personalità che hanno segnato la storia culturale italiana, da Filippo de Pisis - in mostra con il Beccaccino - a Eugenio Montale. Oltre alla lettera scritta dall’autore di Ossi di seppia all’artista - «Lei non lo sa, ma sono anche io pittore, e forse più bravo di lei» - la mostra accoglie libri poco noti, appunti di storia dell’arte appartenuti a de Pisis e un raro nudino di donna, corredato da una lettera autografa di Giuseppe Ungaretti.
Dai disegni di Pasolini - che con lo storico dell’arte Roberto Longhi aveva preparato una tesi sulla pittura ferrarese, poi persa in treno - al realismo spettrale e visionario del pittore Giuseppe Zigaina, dal collezionista Alfonso Gatto a Carlo Levi, l’appuntamento di Alba rappresenta un viaggio interessante tra due mondi fortemente connessi.
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