Dal 3 marzo al 2 maggio a Roma
Stagioni Russe: al Vittoriano i giovani artisti dell’Accademia di Mosca
Stagioni Russe - Haec est civitas mea. Palazzo del Vittoriano
Francesca Grego
02/03/2018
Roma - Gli artisti russi tornano a Roma. Ne è passato di tempo da quando i migliori allievi dell'Accademia Imperiale di Belle Arti, per espresso volere dello Zar, terminavano la propria formazione con un soggiorno italiano, per perfezionare le abilità acquisite e ammirare di persona i capolavori del Rinascimento.
In un momento di riscoperta e valorizzazione delle specificità artistiche nazionali, una selezione di giovani artisti dell’Accademia Russa di Pittura, Scultura e Architettura "Il’ja Glazunòv" presenta per la prima volta le proprie opere nella storica sede del Vittoriano. Fondato esattamente 30 anni fa, l’istituto moscovita ha tra i propri obiettivi il recupero e la promozione delle tradizioni artistiche smarrite durante gli anni del comunismo.
I lavori in mostra si propongono di raccontare il passato e il presente seguendo il fil rouge di un linguaggio figurativo. L'impressione è che dal presente manchi una fetta. Tra paesaggi innevati e processioni ortodosse, danzatrici e samovar, il realismo pittorico russo rinnova la propria epifania. Ci sono i bagliori delle icone, le trasparenze di un monastero sull’acqua, le stoffe variopinte dell’Oriente, l’umanità di campagna, il mito del Bol’šoj. E poi Bulgakov e Rozdestvenskij, la Storia e la Bibbia, descritti da pennellate ampie e vigorose, o sfumate, o ancora nette, minute, decorative. Suggestioni dell’Ottocento francese si mescolano a reminiscenze bizantine, ricordi dei Balletti Russi affiancano i fotogrammi di un film, o di un sogno.
Haec est civitas mea: il titolo allude al desiderio di un incontro. “Per il russo l’Europa è preziosa quanto la patria; cara al suo cuore è ogni sua pietra”, scriveva Fëdor Dostoevskij. Quest’anno è l’Italia la meta prescelta. La mostra, infatti, è parte del progetto internazionale “Stagioni Russe”, che nel corso del 2018 porterà nelle città della Penisola uno spaccato di cultura del gigante slavo: balletto, opera, teatro, cinema, arti visive, per un totale di 250 appuntamenti.
A cura di Ivan Glazunov e Julija Glazunova, Haec est civitas mea annovera nel comitato organizzativo il Governo della Federazione Russa, il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, l’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, il Centro dei festival cinematografici e dei programmi internazionali, l’Accademia russa di pittura, scultura e architettura “I.S. Glazunov”, la Fondazione Internazionale Accademia Arco e il Centro Studi sulle Arti della Russia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Sarà visitabile dal 3 marzo al 2 maggio al Vittoriano.
Leggi anche:
• Al via “Stagioni Russe”: il 2018 è l’anno dell’Italia
In un momento di riscoperta e valorizzazione delle specificità artistiche nazionali, una selezione di giovani artisti dell’Accademia Russa di Pittura, Scultura e Architettura "Il’ja Glazunòv" presenta per la prima volta le proprie opere nella storica sede del Vittoriano. Fondato esattamente 30 anni fa, l’istituto moscovita ha tra i propri obiettivi il recupero e la promozione delle tradizioni artistiche smarrite durante gli anni del comunismo.
I lavori in mostra si propongono di raccontare il passato e il presente seguendo il fil rouge di un linguaggio figurativo. L'impressione è che dal presente manchi una fetta. Tra paesaggi innevati e processioni ortodosse, danzatrici e samovar, il realismo pittorico russo rinnova la propria epifania. Ci sono i bagliori delle icone, le trasparenze di un monastero sull’acqua, le stoffe variopinte dell’Oriente, l’umanità di campagna, il mito del Bol’šoj. E poi Bulgakov e Rozdestvenskij, la Storia e la Bibbia, descritti da pennellate ampie e vigorose, o sfumate, o ancora nette, minute, decorative. Suggestioni dell’Ottocento francese si mescolano a reminiscenze bizantine, ricordi dei Balletti Russi affiancano i fotogrammi di un film, o di un sogno.
Haec est civitas mea: il titolo allude al desiderio di un incontro. “Per il russo l’Europa è preziosa quanto la patria; cara al suo cuore è ogni sua pietra”, scriveva Fëdor Dostoevskij. Quest’anno è l’Italia la meta prescelta. La mostra, infatti, è parte del progetto internazionale “Stagioni Russe”, che nel corso del 2018 porterà nelle città della Penisola uno spaccato di cultura del gigante slavo: balletto, opera, teatro, cinema, arti visive, per un totale di 250 appuntamenti.
A cura di Ivan Glazunov e Julija Glazunova, Haec est civitas mea annovera nel comitato organizzativo il Governo della Federazione Russa, il Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, l’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, il Centro dei festival cinematografici e dei programmi internazionali, l’Accademia russa di pittura, scultura e architettura “I.S. Glazunov”, la Fondazione Internazionale Accademia Arco e il Centro Studi sulle Arti della Russia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Sarà visitabile dal 3 marzo al 2 maggio al Vittoriano.
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