Si avvia percorso che condurrà all'esposizione permanente
La Collezione Torlonia torna a mostrarsi in pubblico
Collezione Torlonia n. catalogo 438: Ulisse che esce dall’antro di Polifemo. Proveniente dalla collezione Albani. Credits: Fondazione Torlonia Onlus
Ludovica Sanfelice
16/03/2016
Roma - La ratifica dell'accordo tra il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e i rappresentanti della Fondazione Torlonia è stata definita storica perchè sancisce la reciproca collaborazione per la piena valorizzazione della collezione Torlonia, una delle raccolte private d'arte antica più preziose del mondo.
Breve storia di una collezione fantasma
Il ricco complesso di marmi antichi greci e romani di proprietà dalla nobile famiglia romana è un patrimonio che per anni è rimasto accatastato negli scantinati di via della Lungara, gioiello invisibile di rara bellezza che, come si racconta, spinse il grande archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli a travestirsi da spazzino pur di dare una sbirciatina.
I Torlonia che avevano accumulato ricchezze incalcolabili attraverso attività finanziarie, prestavano denaro e a garanzia chiedevano opere d'arte. Oltre alle acquisizioni dirette, la collezione è quindi per lo più il risultato dei debiti saldati ma deve anche molto agli scavi nei terreni di proprietà della famiglia, che per far un esempio includevano la "Villa dei Quintili" sull'Appia antica, acquistata dallo Stato solo nel 1985.
Il tesoro nascosto
Aggirando il vincolo a cui Palazzo Torlonia è stato sottoposto nel 1948, il principe Alessandro circa quarant'anni fa ha messo mano alla divisione interna dell'edificio trasteverino ricavando oltre novanta appartamenti e impacchettando perciò le antiche sculture, ricoverate con ogni probabilità nelle cantine del complesso.
Nel corso degli anni i tentativi da parte dello Stato di trasferire il tesoro, esporlo, acquisirlo sono tutti falliti, la parola "storico" in riferimento all'accordo è pertanto davvero opportuna.
Il programma di valorizzazione
Il percorso verso la piena valorizzazione sarà graduale e comincerà dall'allestimento di una mostra dove verrà esposto un primo nucleo di circa 60-90 sculture tra le più significative e capaci di rappresentare in Italia e all'estero la portata del progetto e una stima del patrimonio. Alla Fondazione Torlonia spetteranno le spese per il restauro dei reperti, mentre il Ministero, tramite la Soprintendenza Speciale Archeologica di Roma, provvederà alla realizzazione dell'esposizione affidata alle cure del Prof. Salvatore Settis e ad un Comitato d’Onore di cui farà parte il Prof. Carlo Gasparri, archeologo e accademico dei Lincei.
La rassegna, che il pubblico finalmente ammirerà nella seconda metà del 2017, potrà disporre in un primo momento delle sale di Palazzo Caffarelli al Campidoglio. In seguito è prevista una tournée estera di almeno due tappe. Al ritorno in Italia il gruppo di opere scelte si riunirà alle altre che nel frattempo saranno statate anch'esse restaurate e tutte insieme torveranno collocazione in una sede adeguata che presto sarà individuata d'intesa dalle parti coinvolte.
Il dialogo tra pubblico e privato
"Questo risultato epocale è il frutto di un intenso e fattivo dialogo tra la famiglia Torlonia, a cui va il mio personale ringraziamento, e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo" ha dichiarato Franceschini, "un autentico esempio di collaborazione tra pubblico e privato nel segno della cultura. Presto cittadini e visitatori potranno tornare a godere di questa splendida collezione e ammirarne gli autentici capolavori”.
“L’accordo rappresenta un primo passo in direzione di una più efficiente gestione e valorizzazione di queste opere” ha continuato a margine della firma Alessandro Poma Murialdo, esponente della famiglia Torlonia, "le opere dell’intera collezione sono state finora conservate con cura sotto l’ègida della famiglia prima, e della Fondazione Torlonia poi, e sono sottoposte ad una costante e scrupolosa opera di restauro di cui la famiglia si fa carico esclusivamente con propri mezzi economici ed avvalendosi di un selezionato gruppo di restauratori e tecnici di fiducia”.
Breve storia di una collezione fantasma
Il ricco complesso di marmi antichi greci e romani di proprietà dalla nobile famiglia romana è un patrimonio che per anni è rimasto accatastato negli scantinati di via della Lungara, gioiello invisibile di rara bellezza che, come si racconta, spinse il grande archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli a travestirsi da spazzino pur di dare una sbirciatina.
I Torlonia che avevano accumulato ricchezze incalcolabili attraverso attività finanziarie, prestavano denaro e a garanzia chiedevano opere d'arte. Oltre alle acquisizioni dirette, la collezione è quindi per lo più il risultato dei debiti saldati ma deve anche molto agli scavi nei terreni di proprietà della famiglia, che per far un esempio includevano la "Villa dei Quintili" sull'Appia antica, acquistata dallo Stato solo nel 1985.
Il tesoro nascosto
Aggirando il vincolo a cui Palazzo Torlonia è stato sottoposto nel 1948, il principe Alessandro circa quarant'anni fa ha messo mano alla divisione interna dell'edificio trasteverino ricavando oltre novanta appartamenti e impacchettando perciò le antiche sculture, ricoverate con ogni probabilità nelle cantine del complesso.
Nel corso degli anni i tentativi da parte dello Stato di trasferire il tesoro, esporlo, acquisirlo sono tutti falliti, la parola "storico" in riferimento all'accordo è pertanto davvero opportuna.
Il programma di valorizzazione
Il percorso verso la piena valorizzazione sarà graduale e comincerà dall'allestimento di una mostra dove verrà esposto un primo nucleo di circa 60-90 sculture tra le più significative e capaci di rappresentare in Italia e all'estero la portata del progetto e una stima del patrimonio. Alla Fondazione Torlonia spetteranno le spese per il restauro dei reperti, mentre il Ministero, tramite la Soprintendenza Speciale Archeologica di Roma, provvederà alla realizzazione dell'esposizione affidata alle cure del Prof. Salvatore Settis e ad un Comitato d’Onore di cui farà parte il Prof. Carlo Gasparri, archeologo e accademico dei Lincei.
La rassegna, che il pubblico finalmente ammirerà nella seconda metà del 2017, potrà disporre in un primo momento delle sale di Palazzo Caffarelli al Campidoglio. In seguito è prevista una tournée estera di almeno due tappe. Al ritorno in Italia il gruppo di opere scelte si riunirà alle altre che nel frattempo saranno statate anch'esse restaurate e tutte insieme torveranno collocazione in una sede adeguata che presto sarà individuata d'intesa dalle parti coinvolte.
Il dialogo tra pubblico e privato
"Questo risultato epocale è il frutto di un intenso e fattivo dialogo tra la famiglia Torlonia, a cui va il mio personale ringraziamento, e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo" ha dichiarato Franceschini, "un autentico esempio di collaborazione tra pubblico e privato nel segno della cultura. Presto cittadini e visitatori potranno tornare a godere di questa splendida collezione e ammirarne gli autentici capolavori”.
“L’accordo rappresenta un primo passo in direzione di una più efficiente gestione e valorizzazione di queste opere” ha continuato a margine della firma Alessandro Poma Murialdo, esponente della famiglia Torlonia, "le opere dell’intera collezione sono state finora conservate con cura sotto l’ègida della famiglia prima, e della Fondazione Torlonia poi, e sono sottoposte ad una costante e scrupolosa opera di restauro di cui la famiglia si fa carico esclusivamente con propri mezzi economici ed avvalendosi di un selezionato gruppo di restauratori e tecnici di fiducia”.
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