Al Complesso del Vittoriano dal 19 ottobre al 28 gennaio
A Roma un inedito Monet
Claude Monet, Nymphéas, 1916-1919, huile sur toile, 152 x130 cm. Courtesy of Arthemisia
Samantha De Martin
11/07/2017
Roma - Conservano ancora il respiro dell'ultimo Monet, l'odore della casa di Giverny, il profumo delle sue cose, le 60 opere del padre dell'Impressionismo in mostra dal 19 ottobre prossimo al 28 gennaio al Complesso del Vittoriano.
I primissimi lavori dell'artista che amava dipingere en plein air si mescolano alle celebri caricature realizzate a metà Ottocento, ai paesaggi urbani e rurali di Londra, con il suo Parlamento riflesso sul Tamigi, alle vedute di Pourville e Vétheuil, avvolto dalla nebbia, incontrano, in mostra, i ritratti dei figli del pittore, la delicata bellezza delle rose e dei glicini del suo prezioso giardino, per scivolare lungo la raccolta intimità del ponticello giapponese e perdersi tra le chiome dei salici piangenti.
C'è anche Parigi, malinconicamente riflessa sulla Senna e ci sono le monumentali Ninfee in questa straordinaria rassegna di opere e vita proveniente dal Musée Marmottan di Parigi, che ospita la più grande collezione al mondo di opere del maestro, tra tele, lettere e disegni, e che l'anno scorso ha celebrato i suoi 80 anni.
Ad alimentare la collezione del Marmottan è stata soprattutto la donazione fatta dal figlio di Monet, Michel, con le opere che si trovavavo a Giverny.
L'esposizione, a cura di Marianne Mathieu, porterà il visitatore a indagare le molteplici sfaccettature del lavoro dell'artista che chiedeva ai contadini di non tagliare mai gli alberi, al fine di poterli riprodurre nelle sue tele, e che impartiva rigorosi ordini ai suoi giardinieri circa il preciso posizionamento di ninfee e papaveri, rose e peonie. Perché Monet, oltre ad essere un assiduo osservatore della natura, era anche un appassionato di giardinaggio, e di giardini se ne intendeva anche prima del suo arrivo a Giverny.
La mostra sarà un intimo viaggio nella vita di questo straordinario artista perfezionista, affascinato dal mare - al punto, si dice, di aver rischiato un giorno di cadere dalla barca mentre ne ritraeva i riflessi - dalla nebbia, dalla neve, da quella natura che vibra, con sorprendente magia, tra i suoi magnetici capolavori.
I primissimi lavori dell'artista che amava dipingere en plein air si mescolano alle celebri caricature realizzate a metà Ottocento, ai paesaggi urbani e rurali di Londra, con il suo Parlamento riflesso sul Tamigi, alle vedute di Pourville e Vétheuil, avvolto dalla nebbia, incontrano, in mostra, i ritratti dei figli del pittore, la delicata bellezza delle rose e dei glicini del suo prezioso giardino, per scivolare lungo la raccolta intimità del ponticello giapponese e perdersi tra le chiome dei salici piangenti.
C'è anche Parigi, malinconicamente riflessa sulla Senna e ci sono le monumentali Ninfee in questa straordinaria rassegna di opere e vita proveniente dal Musée Marmottan di Parigi, che ospita la più grande collezione al mondo di opere del maestro, tra tele, lettere e disegni, e che l'anno scorso ha celebrato i suoi 80 anni.
Ad alimentare la collezione del Marmottan è stata soprattutto la donazione fatta dal figlio di Monet, Michel, con le opere che si trovavavo a Giverny.
L'esposizione, a cura di Marianne Mathieu, porterà il visitatore a indagare le molteplici sfaccettature del lavoro dell'artista che chiedeva ai contadini di non tagliare mai gli alberi, al fine di poterli riprodurre nelle sue tele, e che impartiva rigorosi ordini ai suoi giardinieri circa il preciso posizionamento di ninfee e papaveri, rose e peonie. Perché Monet, oltre ad essere un assiduo osservatore della natura, era anche un appassionato di giardinaggio, e di giardini se ne intendeva anche prima del suo arrivo a Giverny.
La mostra sarà un intimo viaggio nella vita di questo straordinario artista perfezionista, affascinato dal mare - al punto, si dice, di aver rischiato un giorno di cadere dalla barca mentre ne ritraeva i riflessi - dalla nebbia, dalla neve, da quella natura che vibra, con sorprendente magia, tra i suoi magnetici capolavori.
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