Dal 15 giugno a Palazzo dell’Opera del Duomo

La Torre di Pisa si racconta, a 850 anni dalla prima pietra

La Torre di Pisa I Photo Daniel Enchev Creative Commons License CC BY 2.0
 

Francesca Grego

14/06/2024

Pisa - Iniziò a pendere da un lato già mentre era in costruzione, ma a distanza di otto secoli resta caparbiamente in piedi: parliamo naturalmente della Torre di Pisa, icona della città toscana e tra i monumenti italiani più conosciuti al mondo. A 850 anni dalla posa della prima pietra, una mostra celebra la ricorrenza a Palazzo dell’Opera del Duomo, in Piazza dei Miracoli. Da domani, sabato 15 giugno, fino al prossimo 30 settembre, La Torre allo specchio. Le molte vite del Campanile del Duomo di Pisa riunirà più di 100 opere d’arte, tra dipinti, disegni, incisioni, sculture e fotografie realizzate dal XIII secolo ai nostri giorni, per raccontare come la percezione della leggendaria Torre sia cambiata nel corso del tempo. 

In mostra troveremo i preziosi fondi oro del Quattrocento, ingegnose invenzioni come quella del pittore settecentesco Francesco Pascucci, che fa della Torre il set della guerra di Troia, o le opere dei Futuristi, che per il monumento nutrirono un’autentica passione, ma anche Magritte e Keith Haring, fino a fascinose foto vintage e agli artisti che ancora oggi si ispirano al campanile pisano.


La Torre di Pisa. Photo by Rodrigo Soldon via Flickr

Grazie alla varietà di opere riunite, la mostra testimonia quanto l’immagine della Torre di Pisa e il significato che le viene attribuito siano cambiati attraverso i secoli. Se fino al Seicento è solitamente raffigurata come campanile del Duomo, mentre scandisce le ore e segna gli appuntamenti degli uomini con Dio, a partire dal XVIII secolo sempre più spesso viene presentata isolata e indipendente dagli altri edifici religiosi della piazza. Una sorta di laicizzazione del monumento, che non a caso coincide con l’arrivo dei viaggiatori del Grand Tour, un fenomeno che ha anticipato le conseguenze del turismo di massa in molti luoghi d’arte e di fede. L’architettura pisana, insomma, da Campanile è diventata Torre, da Bell Tower a Leaning Tower. Trasformata in feticcio, oggi è l’immagine che identifica la città, ma anche un simbolo dell’Italia nel mondo di notevole forza comunicativa. Una sorte che la accomuna a icone come la Gioconda, destinate ad essere consumate dagli occhi di visitatori spesso ignari dei significati che l’opera porta con sé. 

Ideata e organizzata dall’Opera Primaziale Pisana, che gestisce la Torre insieme agli altri monumenti di Campo dei Miracoli, la mostra offre perciò l’occasione per saperne di più su questa straordinaria architettura, Patrimonio Unesco insieme alla piazza che la circonda e candidata a diventare una delle 7 meraviglie del mondo moderno. Alta 55,86 metri con un peso stimato di 14.700 tonnellate, otto piani, 207 capitelli e 273 gradini, la Torre di Pisa è attualmente inclinata di circa 5° a causa di un cedimento del terreno, motivo per il quale è stata sottoposta a numerosi restauri. In mostra potremo ripercorrerne le vicende con qualche sorpresa, per esempio i progetti impossibili e bizzarri inviati da tutto il mondo all’Opera Primaziale negli anni Settanta, quando si intensificò l’esigenza di un intervento risolutore. E che dire della paternità del monumento, storico argomento di diatribe tra gli studiosi? La professoressa Giulia Ammannati della Scuola Normale Superiore di Pisa è certa di essere giunta alla soluzione e la rivela in una sezione dedicata, dove è esposta anche una preziosa pergamena del Duecento, la prima immagine in cui la Torre appare pendente. 

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