Bray, per Pompei spazio ai privati
Foro
P.M.
01/07/2013
Napoli - Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Massimo Bray è intervenuto domenica 30 giugno con un comunicato ufficiale sul tema Pompei, in seguito al recente richiamo dell'Unesco. "Pompei è un simbolo per il nostro Paese - ha dichiarato il Ministro - il richiamo dell'Unesco è un allarme che prendo in seria considerazione e stiamo già lavorando per superare gli urgenti problemi del sito".
"Due dei primi cinque cantieri sono avviati, il terzo partirà in questi giorni e gli altri due sono fermi per un supplemento di controlli sulla trasparenza - ha continuato Bray - Entro il 2015 dovremo aprirne 39, una sfida che abbiamo intenzione di vincere. Insieme al governo sono impegnato su Pompei e per un piano complessivo di rilancio dei Beni culturali".
Il tema Pompei è da tempo considerato uno degli esempi più eclatanti della cattiva gestione dei beni culturali nel nostro paese. Secondo stime pubblicate di recente le risorse necessarie per tutelare il sito archeologico supererebbero complessivamente i 500 milioni di euro a fronte di un budget corrente di solo 90 milioni di euro all'anno che il Ministero è in grado di erogare.
Il Ministro è anche intervenuto sul tema della compartecipazione dei privati alla tutela di Pompei.
Di recente l'imprenditore campano Pietro Salini, durante la presentazione della società che nascerà dalla fusione tra il gruppo Salini e Impregilo, ha annunciato l'intenzione di donare 20 milioni di euro per il rilancio del sito archeologico di Pompei.
"Le donazioni liberali sono più che benvenute - ha dichiarato il Ministro - incontrerò Salini molto presto"
"Due dei primi cinque cantieri sono avviati, il terzo partirà in questi giorni e gli altri due sono fermi per un supplemento di controlli sulla trasparenza - ha continuato Bray - Entro il 2015 dovremo aprirne 39, una sfida che abbiamo intenzione di vincere. Insieme al governo sono impegnato su Pompei e per un piano complessivo di rilancio dei Beni culturali".
Il tema Pompei è da tempo considerato uno degli esempi più eclatanti della cattiva gestione dei beni culturali nel nostro paese. Secondo stime pubblicate di recente le risorse necessarie per tutelare il sito archeologico supererebbero complessivamente i 500 milioni di euro a fronte di un budget corrente di solo 90 milioni di euro all'anno che il Ministero è in grado di erogare.
Il Ministro è anche intervenuto sul tema della compartecipazione dei privati alla tutela di Pompei.
Di recente l'imprenditore campano Pietro Salini, durante la presentazione della società che nascerà dalla fusione tra il gruppo Salini e Impregilo, ha annunciato l'intenzione di donare 20 milioni di euro per il rilancio del sito archeologico di Pompei.
"Le donazioni liberali sono più che benvenute - ha dichiarato il Ministro - incontrerò Salini molto presto"
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