L'arte taiwanese in mostra a Milano dal 17 maggio al 30 giugno
Lee Feng e il culto della natura in mostra a Milano
Lee Feng, Work n. 4
Samantha De Martin
17/05/2017
Milano - Una sinuosa sinfonia di luci e ombre genera, tra colori e pennellate, immagini che celebrano l'incontro tra l'iconico background dell'Oriente e il linguaggio occidentale di un'arte caratterizzata dalla totale assenza di vuoto.
È l'opera di Lee Feng, l'artista di Taiwan che riapproda in Italia con una mostra dal titolo Art & Poetry - The Worship of nature, allestita dal 17 maggio al 30 giugno presso la sede milanese di Banca Generali di via San Paolo.
«Da piccolo mio padre mi picchiava - racconta Lee Feng -. A un certo punto fui mandato a stare da una zia. Avevo tredici anni e a quel tempo iniziai a usare i colori. Dipingevo quello che vedevo, la natura che mi circondava e che mi ha sempre trasmesso un senso di pace e tranquillità».
Ed è anche per questo che l'arte assurge per Lee Feng a metafora del non detto, del silente, dell'io trascendente, in una panica armonia con l'universo, capace di scardinare le barriere culturali, linguistiche e personali che l'artista vuole comunicare attraverso le sue opere.
A due anni di distanza dalla sua prima mostra a Milano durante l'Expo, reduce da una collettiva che lo ha visto, lo scorso anno, protagonista all'Art Basel assieme ai tre maestri cinesi, Liu Yiyuan, Hsiao Cin e Ho Kan, l'artista taiwanese ha scelto l'Italia per la sua esposizione organizzata da Claudio Zago, District Manager di Banca Generali Financial Planner, in collaborazione con Big Eyes Vision International e Amalart.
Un'esposizione che offre una panoramica riassuntiva delle recenti collezioni di Lee Feng, e che traduce l'amore dell'artista per la natura e per l'arte, capace quest'ultima di parafrasare i versi più criptici e silenti dell'animo umano.
Leggi anche:
• Michele Alassio. Confidence
È l'opera di Lee Feng, l'artista di Taiwan che riapproda in Italia con una mostra dal titolo Art & Poetry - The Worship of nature, allestita dal 17 maggio al 30 giugno presso la sede milanese di Banca Generali di via San Paolo.
«Da piccolo mio padre mi picchiava - racconta Lee Feng -. A un certo punto fui mandato a stare da una zia. Avevo tredici anni e a quel tempo iniziai a usare i colori. Dipingevo quello che vedevo, la natura che mi circondava e che mi ha sempre trasmesso un senso di pace e tranquillità».
Ed è anche per questo che l'arte assurge per Lee Feng a metafora del non detto, del silente, dell'io trascendente, in una panica armonia con l'universo, capace di scardinare le barriere culturali, linguistiche e personali che l'artista vuole comunicare attraverso le sue opere.
A due anni di distanza dalla sua prima mostra a Milano durante l'Expo, reduce da una collettiva che lo ha visto, lo scorso anno, protagonista all'Art Basel assieme ai tre maestri cinesi, Liu Yiyuan, Hsiao Cin e Ho Kan, l'artista taiwanese ha scelto l'Italia per la sua esposizione organizzata da Claudio Zago, District Manager di Banca Generali Financial Planner, in collaborazione con Big Eyes Vision International e Amalart.
Un'esposizione che offre una panoramica riassuntiva delle recenti collezioni di Lee Feng, e che traduce l'amore dell'artista per la natura e per l'arte, capace quest'ultima di parafrasare i versi più criptici e silenti dell'animo umano.
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