Dal 26 novembre al 5 febbraio presso la Fortezza Firmafede
Il viaggio di Dante attraverso la mente visionaria di Salvador Dalì in mostra a Sarzana
Salvador Dalì, Inferno, Ripresi via per la piaggia diserta © Salvador Dalí, Gala-Salvador Dalí Foundation by SIAE 2022
Samantha De Martin
23/11/2022
La Spezia - Un Inferno inaspettato, dove la luce e i colori del Mediterraneo prendono il posto delle fosche ombre del regno degli inferi. E poi Minosse, Achille e Polissena a sostituire Paolo e Francesca, personaggi fantastici e paesaggi metafisici a popolare il Purgatorio, e infine i morbidi contorni, eterei ed evanescenti del Paradiso, l’ultimo regno, posto “né sopra, né sotto, né a destra, né a sinistra ma esattamente nel centro del petto dell’uomo che ha fede”.
È la Divina Commedia dantesca filtrata attraverso la sensibilità e l’immaginario di Salvador Dalì, di fatto un nuovo viaggio parallelo dentro la psiche e le suggestioni dell’artista di Figueres che si trova a confrontarsi con il capolavoro di Dante Alighieri e con se stesso.
Ad accogliere le cento xilografie a colori di Dalí, che raccontano e reinterpretano in modo originale e rivoluzionario il viaggio di Dante nella Divina Commedia, il capolavoro trecentesco le cui prime traduzioni in lingua straniera furono proprio in castigliano e catalano, sarà dal 26 novembre al 5 febbraio la Fortezza Firmafede di Sarzana (La Spezia).
Il complesso mediceo della cinta muraria sarzanese sarà la cornice della mostra Salvador Dalì. Dante e il viaggio del genio, a cura di Gina Ingrassia, promossa dal Comune di Sarzana e organizzata da Comediarting.
La cittadina che ospitò il sommo poeta agli inizi di ottobre del 1306, quando vi soggiornò nel ruolo di “ambasciatore’” di pace per dirimere, con successo, la lunga trattativa fra i Malaspina dello Spino Fiorito e il Vescovo Conte di Luni, rende adesso omaggio alla sua opera più celebre attraverso un excursus sulla Divina Commedia e un avvincente dialogo tra due geni della cultura accomunati da un’interpretazione del mondo che apre a suggestivi scenari metafisici e a mondi visionari, sebbene distanti nel tempo e nello spazio.
La Fortezza di Sarzana | Courtesy Comune di Sarzana
Le cento xilografie a colori sono il frutto di un ambizioso progetto dalla lunga e articolata storia. Nel 1949 il governo italiano, in vista delle celebrazioni per i 700 anni della nascita di Dante, che si sarebbero svolte nel 1965, commissionò a Dalí un’opera monumentale che prevedeva l’illustrazione della Divina Commedia. Ma questo progetto, per alterne vicende e motivi indipendenti dalla volontà dell’artista, subì continue variazioni, non giungendo mai a compimento nella forma ipotizzata. Gli acquerelli realizzati da Dalí portarono, infine, alla realizzazione delle cento tavole xilografiche, frutto di ulteriori cinque anni di lavoro con il coinvolgimento di alcuni tra i migliori maestri incisori dell’epoca. Quest’opera colossale racconta l'opera dantesca rappresentando al tempo stesso la sintesi del percorso personale e artistico del genio surrealista.
Se nella mostra a Sarzana il visitatore si aspetta di rintracciare una corrispondenza puntuale tra immagini e Canti resterà deluso, dal momento che Dalí porta in scena una “nuova” Divina Commedia, selezionando sulle tavole gli episodi più vicini alla sua storia personale e i personaggi che stuzzicano maggiormente la sua immaginazione e che appartengono in qualche modo al suo universo psichico. Il percorso espositivo segue la corrispondenza tra immagine e canto elaborata dallo studioso tedesco Wolfgang Everling. E così da un Inferno rischiarato dalla luce abbagliante del Mediterraneo il pubblico viene traghettato tra i personaggi fantastici che abitano le trentaquattro tavole del Purgatorio, il “mondo di mezzo”, inteso come ponte tra le atmosfere oniriche e surreali dell’Inferno e le iconografie celesti del Paradiso. In questo universo l’artista adotta un registro pittorico che testimonia, nelle forme e nell’operato dei suoi protagonisti, la complessa fatica del “salire”.
Salvador Dalì, Purgatorio, Manfredi, "biondo era e bello e di gentile aspetto, ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso" © Salvador Dalí, Gala-Salvador Dalí Foundation by SIAE 2022
La grande forza evocativa delle immagini emerge tuttavia nel Paradiso, l’ultimo regno, collocato da Dalí “né sopra, né sotto, né a destra, né a sinistra ma esattamente nel centro del petto dell’uomo che ha fede” dove emerge, ancora una volta, la concezione metafisica e psicologica della Commedia. Nel suo viaggio sulle tracce di Dante, Dalí ripercorre per intero anche la sua evoluzione artistica chiamando a raccolta l’intero bagaglio iconografico popolato di grucce, corni di rinoceronte, ossa volanti, oggetti molli, operando una sintesi di quel poliedrico universo interiore che riversa nella sua arte dove convergono il misticismo e le atmosfere surrealiste, il liquefarsi del tempo e dello spazio, i richiami all’arte classica e i maestri del Rinascimento. In questa suggestione l’occhio si perde nella lucentezza del colore e nell’evanescenza delle immagini per ritrovarsi nei mondi ultraterreni creati da Dante regalandoci un universo nuovo e inaspettato in cui immergerci.
“Il valore aggiunto della mostra Salvador Dalì. Dante e il viaggio del Genio, al di là del puro valore culturale e del suo innegabile contributo in termini di bellezza - spiega la curatrice Gina Ingrassia - sta nella possibilità di mettere a confronto, attraverso il dialogo tra due figure straordinarie, idee, visioni e filosofie diverse, evidenziando similitudini più che differenze e testimoniando attraverso questo l’attualità della loro opera”.
A fornire al pubblico un interessante termine di paragone tra culture e linguaggi figurativi diversi in relazione all’interpretazione visiva di un’opera letteraria saranno in mostra undici tavole, tra acqueforti e monotipi, parte di un lavoro a tre mani, concepito nel 1999, e che vide impegnati, su un progetto della galleria e casa editrice Nuages, tre noti illustratori. Incaricati di tradurre in immagini le cantiche della Divina Commedia al fine di dare alle stampe una preziosa edizione del poema dantesco oggi disponibile, Lorenzo Mattotti e Jean Giraud (in arte Moebius) si dedicarono rispettivamente alle illustrazioni dell’Inferno e del Paradiso, mentre l’americano Milton Glaser illustrò i canti del Purgatorio. Nove di queste tavole, caratterizzate da una malinconica dolcezza, sono inserite nel percorso espositivo.
La mostra sarà aperta tutti i giorni, ad eccezione del lunedì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
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• Il Teatro-museo di Figueres: un sogno firmato Dalì
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Ad accogliere le cento xilografie a colori di Dalí, che raccontano e reinterpretano in modo originale e rivoluzionario il viaggio di Dante nella Divina Commedia, il capolavoro trecentesco le cui prime traduzioni in lingua straniera furono proprio in castigliano e catalano, sarà dal 26 novembre al 5 febbraio la Fortezza Firmafede di Sarzana (La Spezia).
Il complesso mediceo della cinta muraria sarzanese sarà la cornice della mostra Salvador Dalì. Dante e il viaggio del genio, a cura di Gina Ingrassia, promossa dal Comune di Sarzana e organizzata da Comediarting.
La cittadina che ospitò il sommo poeta agli inizi di ottobre del 1306, quando vi soggiornò nel ruolo di “ambasciatore’” di pace per dirimere, con successo, la lunga trattativa fra i Malaspina dello Spino Fiorito e il Vescovo Conte di Luni, rende adesso omaggio alla sua opera più celebre attraverso un excursus sulla Divina Commedia e un avvincente dialogo tra due geni della cultura accomunati da un’interpretazione del mondo che apre a suggestivi scenari metafisici e a mondi visionari, sebbene distanti nel tempo e nello spazio.
La Fortezza di Sarzana | Courtesy Comune di Sarzana
Le cento xilografie a colori sono il frutto di un ambizioso progetto dalla lunga e articolata storia. Nel 1949 il governo italiano, in vista delle celebrazioni per i 700 anni della nascita di Dante, che si sarebbero svolte nel 1965, commissionò a Dalí un’opera monumentale che prevedeva l’illustrazione della Divina Commedia. Ma questo progetto, per alterne vicende e motivi indipendenti dalla volontà dell’artista, subì continue variazioni, non giungendo mai a compimento nella forma ipotizzata. Gli acquerelli realizzati da Dalí portarono, infine, alla realizzazione delle cento tavole xilografiche, frutto di ulteriori cinque anni di lavoro con il coinvolgimento di alcuni tra i migliori maestri incisori dell’epoca. Quest’opera colossale racconta l'opera dantesca rappresentando al tempo stesso la sintesi del percorso personale e artistico del genio surrealista.
Se nella mostra a Sarzana il visitatore si aspetta di rintracciare una corrispondenza puntuale tra immagini e Canti resterà deluso, dal momento che Dalí porta in scena una “nuova” Divina Commedia, selezionando sulle tavole gli episodi più vicini alla sua storia personale e i personaggi che stuzzicano maggiormente la sua immaginazione e che appartengono in qualche modo al suo universo psichico. Il percorso espositivo segue la corrispondenza tra immagine e canto elaborata dallo studioso tedesco Wolfgang Everling. E così da un Inferno rischiarato dalla luce abbagliante del Mediterraneo il pubblico viene traghettato tra i personaggi fantastici che abitano le trentaquattro tavole del Purgatorio, il “mondo di mezzo”, inteso come ponte tra le atmosfere oniriche e surreali dell’Inferno e le iconografie celesti del Paradiso. In questo universo l’artista adotta un registro pittorico che testimonia, nelle forme e nell’operato dei suoi protagonisti, la complessa fatica del “salire”.
Salvador Dalì, Purgatorio, Manfredi, "biondo era e bello e di gentile aspetto, ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso" © Salvador Dalí, Gala-Salvador Dalí Foundation by SIAE 2022
La grande forza evocativa delle immagini emerge tuttavia nel Paradiso, l’ultimo regno, collocato da Dalí “né sopra, né sotto, né a destra, né a sinistra ma esattamente nel centro del petto dell’uomo che ha fede” dove emerge, ancora una volta, la concezione metafisica e psicologica della Commedia. Nel suo viaggio sulle tracce di Dante, Dalí ripercorre per intero anche la sua evoluzione artistica chiamando a raccolta l’intero bagaglio iconografico popolato di grucce, corni di rinoceronte, ossa volanti, oggetti molli, operando una sintesi di quel poliedrico universo interiore che riversa nella sua arte dove convergono il misticismo e le atmosfere surrealiste, il liquefarsi del tempo e dello spazio, i richiami all’arte classica e i maestri del Rinascimento. In questa suggestione l’occhio si perde nella lucentezza del colore e nell’evanescenza delle immagini per ritrovarsi nei mondi ultraterreni creati da Dante regalandoci un universo nuovo e inaspettato in cui immergerci.
“Il valore aggiunto della mostra Salvador Dalì. Dante e il viaggio del Genio, al di là del puro valore culturale e del suo innegabile contributo in termini di bellezza - spiega la curatrice Gina Ingrassia - sta nella possibilità di mettere a confronto, attraverso il dialogo tra due figure straordinarie, idee, visioni e filosofie diverse, evidenziando similitudini più che differenze e testimoniando attraverso questo l’attualità della loro opera”.
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