Una giocoleria fatta di poesia
Una giocoleria fatta di poesia
26/02/2004
Per immergersi nell’atmosfera creata dallo spettacolo di Jerome Thomas, andato in scena sabato 13 ottobre al Teatro Due di Roma, all’interno della rassegna Le Vie dei Festival 2001, alla sua VIII edizione, bisogna prima sbarazzarsi dell’idea ormai solo italiana di giocoliere-clown dal posticcio naso rosso, o dalla versione televisiva con il farfallino. Questo incredibile artista rientra in quello che viene definito il “nuovo circo” in Francia, cioè un diverso approccio all’arte circense che non punta a creare solo dei virtuosi, ma degli artisti completi recuperando in parte anche la tradizione della pantomima. Lo stesso Thomas è stato insegnante alla Scuola Superiore delle Arti del Circo di Chalon-sur-Marne alla fine degli anni Ottanta, dove tra le materie didattiche rientrano oltre la giocoleria e l’equilibrio, anche la recitazione, la coreografia e la danza (questa scuola vanta nel corpo insegnante Dupy, fondatore della Nouvelle Dance in Francia).
Sulle note di una fisarmonica, affidata a Jean Francois Baez, altro grande professionista, fa la sua entrata in scena un moderno Pierrot, avvolto da una luce blu che crea un bellissimo effetto di chiaroscuro sul suo corpo. La sua sarà una danza fluida ma vibrante, a tratti scattante. Da qui già si capiscono gli ingredienti dello spettacolo: semplicità, ironia e professionalità. Sul palco solo due sedie e due leggii: uno per la partitura musicale, l’altro per la giocoleria: Perché niente viene lasciato all’incuria. C’è un flusso ritmico continuo, in un perfetto connubio tra le giocolerie e la musica (spazia dalla tradizione popolare al tango) che a volte crea un’atmosfera rarefatta, altre un ritmo più nervoso. Mi confida Jerome che sono necessari 10-12 anni di allenamento ed attività creativa per ottenere una tale integrazione con la musica. Ed al centro c’è lui, con una e due palline (l’approccio con l’oggetto) che fa scivolare sulle mani, sulle braccia e il viso, in una danza continua che coinvolge prima le mani,in un movimento fluido, poi tutto il corpo.
A volte questa atmosfera così poetica è abbandonata per lasciare posto al virtuosismo. Interrotta la musica della fisarmonica, Thomas dà vita ad una partitura sonora facendo rimbalzare quattro palline e creando un controtempo con lo sbattere dei piedi. Il suo è un gioco continuo con la danza, con la giocoleria, con la musica, con la mimica, sempre condito da uno spirito ironico.
Bellissima la scena finale. Nuovamente avvolto nella luce blu, che chiude lo spettacolo in una struttura ciclica, gioca con tre piume fluorescenti, in una esaltazione della leggerezza.
Jerome Thomas sarà nuovamente in Italia a giugno alla Festa Internazionale del Circo Contemporaneo di Brescia, organizzata da Gigi Cristoforetti, dove verrà affiancato dai suoi allievi di giocoleria.
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