Un nuovo acquisto per il museo norvegese
Un nuovo dipinto di Artemisia Gentileschi entra nella collezione del National Museum di Oslo
Artemisia Gentileschi, Giuditta e la sua ancella con la testa di Oloferne, 1639-1640, Oslo, National Museum | Courtesy National Museum
Samantha De Martin
28/09/2022
La testa di Oloferne in primo piano, adagiata su un vassoio sorretto dall’ancella Abra, il pugno sinistro di Giuditta a stringere i capelli del generale, la mano destra a fermare la scimitarra, mentre lo sguardo delle due donne fugge lontano, nella stessa direzione.
Una delle scene predilette dal pennello di Artemisia Gentileschi, nella quale l’eroina biblica viene ritratta con la testa mozzata del generale nemico arriva al National Museum of Art, Architecture and Design di Oslo per restarci per sempre grazie all’acquisto da parte della DNB Savings Bank Foundation, la fondazione norvegese indipendente che contribuisce a cause filantropiche in Norvegia e che dal 2005 acquista opere d'arte depositate in vari musei d'arte norvegesi con accordi a lungo termine.
Artemisia Gentileschi, Giuditta e la sua ancella con la testa di Oloferne, 1639-1640, Oslo, National Museum | Courtesy National Museum
Ma veniamo alla new entry del museo, Giuditta e la serva con la testa di Oloferne, un’opera rara se si considera che di solito i lavori di Artemisia mostrano molte incertezze circa l’attribuzione e la datazione. Invece in questo dipinto, il nome dell’artista barocca è ben visibile sulla spada impugnata da Giuditta, sulla parte sinistra del quadro.
L’opera è stata realizzata tra il 1639 e il 1640, probabilmente durante il soggiorno dell’artista a Londra, dove si trovava anche il padre, il pittore Orazio Gentileschi, attivo alla corte del re Carlo I.
A Londra l'artista visse un periodo scarsamente documentato, dalla fine del 1638 al 1640, anno del suo ritorno a Napoli.
Artemisia Gentileschi sotto la lente al National Museum di Oslo | Courtesy National Museum
“Siamo orgogliosi di avere un altro dipinto di Artemisia Gentileschi al National Museum - spiega la direttrice Karin Hindsbo. Era una figura monumentale ai suoi tempi ed è un esempio di come le artiste non siano sempre state trascurate”.
La nuova acquisizione renderà il National Museum of Art, Architecture and Design di Oslo il museo con il maggior numero di opere di Artemisia Gentileschi fuori dall'Italia. Infatti il museo più grande della Scandinavia, che ha riaperto i battenti lo scorso 11 giugno completamente rinnovato, custodisce altri due capolavori dell’artista: l'opera giovanile Santa Caterina d'Alessandria (1614–15), e Maria Maddalena Penitente, oltre a una versione precedente di Giuditta e l’ancella con la testa di Oloferne realizzata da Orazio Gentileschi e alla quale Artemisia deve aver lavorato mentre era in formazione presso lo studio del padre.
Artemisia Gentileschi al National Museum di Oslo | Courtesy National Museum
“Siamo felici che questo capolavoro sarà ora in mostra al National Museo di Oslo che adesso potrà vantare quattro dipinti di Artemisia Gentileschi, cosa rara in qualsiasi altro museo” afferma Anders Bjørnsen, manager per l'Arte e la Cultura presso la Fondazione DNB Cassa di Risparmio.
Il dipinto sarà esposto al Museo Nazionale di Oslo prima di volare alla volta dell'Italia, in occasione della prossima mostra dedicata alla pittrice barocca, attesa dal 1° dicembre 2022 al 20 marzo 2023 alle Gallerie d’Italia di Napoli, al termine della quale farà ritorno a casa.
Leggi anche:
• A Oslo inaugura il nuovo National Museum of Norway, un gioiello di ardesia e quercia aperto alla città
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Artemisia Gentileschi, Giuditta e la sua ancella con la testa di Oloferne, 1639-1640, Oslo, National Museum | Courtesy National Museum
Ma veniamo alla new entry del museo, Giuditta e la serva con la testa di Oloferne, un’opera rara se si considera che di solito i lavori di Artemisia mostrano molte incertezze circa l’attribuzione e la datazione. Invece in questo dipinto, il nome dell’artista barocca è ben visibile sulla spada impugnata da Giuditta, sulla parte sinistra del quadro.
L’opera è stata realizzata tra il 1639 e il 1640, probabilmente durante il soggiorno dell’artista a Londra, dove si trovava anche il padre, il pittore Orazio Gentileschi, attivo alla corte del re Carlo I.
A Londra l'artista visse un periodo scarsamente documentato, dalla fine del 1638 al 1640, anno del suo ritorno a Napoli.
Artemisia Gentileschi sotto la lente al National Museum di Oslo | Courtesy National Museum
“Siamo orgogliosi di avere un altro dipinto di Artemisia Gentileschi al National Museum - spiega la direttrice Karin Hindsbo. Era una figura monumentale ai suoi tempi ed è un esempio di come le artiste non siano sempre state trascurate”.
La nuova acquisizione renderà il National Museum of Art, Architecture and Design di Oslo il museo con il maggior numero di opere di Artemisia Gentileschi fuori dall'Italia. Infatti il museo più grande della Scandinavia, che ha riaperto i battenti lo scorso 11 giugno completamente rinnovato, custodisce altri due capolavori dell’artista: l'opera giovanile Santa Caterina d'Alessandria (1614–15), e Maria Maddalena Penitente, oltre a una versione precedente di Giuditta e l’ancella con la testa di Oloferne realizzata da Orazio Gentileschi e alla quale Artemisia deve aver lavorato mentre era in formazione presso lo studio del padre.
Artemisia Gentileschi al National Museum di Oslo | Courtesy National Museum
“Siamo felici che questo capolavoro sarà ora in mostra al National Museo di Oslo che adesso potrà vantare quattro dipinti di Artemisia Gentileschi, cosa rara in qualsiasi altro museo” afferma Anders Bjørnsen, manager per l'Arte e la Cultura presso la Fondazione DNB Cassa di Risparmio.
Il dipinto sarà esposto al Museo Nazionale di Oslo prima di volare alla volta dell'Italia, in occasione della prossima mostra dedicata alla pittrice barocca, attesa dal 1° dicembre 2022 al 20 marzo 2023 alle Gallerie d’Italia di Napoli, al termine della quale farà ritorno a casa.
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