Statue parlanti

Statue parlanti
 

25/02/2004

La satira e la città di Roma costituiscono un binomio inscindibile sin dall’antichità: Orazio, Marziale e Giovenale sono alcuni dei principali scrittori che, sulle orme di quelli Greci, contribuirono a sviluppare il genere letterario. L’intonazione aggressiva, polemica, sferzante, accompagnata a battute scherzose e mordaci ha da sempre caratterizzato le opere di satira. Dall’inizio del XVI secolo la tradizione della satira vive una stagione particolarissima proprio nell’Urbe grazie alle cosiddette “pasquinate”. Con questo termine si indicano le prese in giro graffianti, le invettive politiche, in cui trovava sfogo anonimo il dissenso popolare rivolto spesso alla Chiesa e a tutto l’ambiente curiale accusato di corruzione, nepotismo, ostentazione, sfarzo. Sulle antiche statue di Pasquino e Marforio, prima delle altre, vengono appesi sonetti, epigrammi che le rendono “parlanti”. Nel corso del Cinquecento in pieno clima riformista la tradizione delle "pasquinate" si diffonde in altre città italiane come Venezia e Firenze e all'estero con riscontri specie in Germania.

 
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