La Madonna del latte
Madonne del latte
19/11/2003
L’immagine della Madonna con Bambino iniziò a diffondersi dal 431, dopo il concilio di Efeso, che ribadì la figura di Maria Madre di Dio, oltre che di Gesù. La versione dottrinale fu portata in Occidente dall’iconografia bizantina, ma la rigidità orientale venne col tempo sostituita da immagini più intime che ritraggono madre e bambino mentre si guardano e si abbracciano.
La Madonna del latte, in cui il bambino viene allattato, è una delle più tenere raffigurazioni della Divinità. Il riferimento evangelico alla Vergine, madre degli uomini oltre che del Cristo, acquista, nella delicatezza della Madonna del latte, una connotazione realistica e affettiva. In alternativa, madre e figlio possono trovarsi seduti per terra, nelle Madonne dell’Umiltà, in trono, nelle Maestà, con S.Giuseppe, nella raffigurazione della Sacra famiglia, ecc..
L’esposizione del seno della Vergine sottolinea i tratti umani dell’Incarnazione divina del Bambino, che viene così rappresentato nel suo terreno bisogno di nutrirsi e di incontrare il calore materno. La composizione presenta anche richiami teologici, nell’associare al latte l’elargizione della Grazia. Spesso nel medioevo il bambino è raffigurato ormai grande e rivolto verso l’osservatore.
Troviamo molte varianti stilistiche e iconografiche del tema della Madonna che allatta, ripreso nelle miniature, pitture e sculture di epoche e Paesi diversi. Il soggetto è tra i più antichi motivi dell’iconografia religiosa, presente anche nelle catacombe romane, forse con richiami a divinità egizie.
L’argomento è ad esempio ripreso nelle raffinate miniature francesi del 1300, e dai tratti eleganti ed essenziali delle Vergine di Ambrogio Lorenzetti, scuola senese medievale. Ritroviamo il soggetto scolpito nelle forme plastiche e monumentali della scultura toscana di Nino Pisano, o realizzato con la grafica precisione cromatica dei fiamminghi, in Jan Van Eyck, che raffigura la Madonna del latte nelle vesti di una nobil dama in trono, che avvolge il Bambino tra le pieghe sontuose dell’abito. Ricordiamo anche la più contemplativa Madonna Medici di Michelangelo, in cui a dispetto della vicinanza fisica il contatto madre-figlio è sublimato in un distacco più platonico, diverso da quello raffigurato nella popolarissima tela del Correggio, in cui la composizione si scioglie in un’intimità serenamente realistica e terrena.
Ritroviamo ritratti realistici delle Madonne del latte fin nel ‘600, nella pittura di El Greco e di Zurbaran. Quest’ultimo ritrae ormai una scena di serena intimità domestica tra madre e figlio, immaginando il neonato, teneramente abbandonato tra le braccia materne, senza più lo sguardo consapevole e teologico rivolto verso l’osservatore. Tra i densi chiaroscuri caravaggeschi, Zurbaran interpreta, nel duplice ritratto, una religiosità ormai lontana dalle ieratiche adorazioni precedenti: la spiritualità s’incarna nelle profonde valenze del nutrimento materno, oltre che mistico.
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