L'orgoglio di genere brasiliano

L’ORGOGLIO DI GENERE BRASILIANO
 

04/04/2009

Il Brasile è sempre stato nell’immaginario occidentale un terra ricca di musica, colori, danza e belle donne. Ma, come ogni generalizzazione ed idealizzazione è riduttiva, così quella splendida terra è molto di più ed è molto più complessa. Non solo per la sua vastità e quindi per l’eterogeneità di paesaggi, climi e persone; ma anche e soprattutto per la sua storia fatta di continue stratificazioni. Quella locale degli indios, che si fonde con quella yoruba africana degli schiavi, che a loro volta si fondono con quella dominante dei colonizzatori europei. Una tale mistura ha dato vita a quel magico sincretismo che domina quella terra e a quel miscuglio di razze che la abita.
Proprio un tale incantato sentore spira dalle pagine di Heloneida Studart, dalle righe della traduzione italiana di “Francobollo d’addio”, in uscita per la Marcos y Marcos il prossimo 23 aprile.

Heloneida Studart è una tra le donne più importanti della storia brasiliana moderna. Nata a Fortaleza, nello splendido Nordest, il 3 aprile 1932. Da quella che viene considerata come la zona più affascinate del Brasile, una giovane Heloneida si sposta verso l’allora capitale Rio de Janeiro. Lì compie  i suoi studi ed i suoi primi passi nel mondo del giornalismo. Eletta nel 1966 presidente del Sindacato delle Associazioni Culturali (Senambra), fu arrestata e destituita dall’incarico nel 1969, per essersi opposta alla dittatura. Durante la sua prigionia fu anche torturata. Quella terribile esperienza è raccolta in quella che viene definita la “Trilogia della tortura”, composta da “La libertà è un passero azzurro” (pubblicato in Italia sempre da Marcos y Marcos nel 2008), “Lo stendardo dell’agonia”( ispirato dalla vita della sua amica Zuzu Angel) e da “Il torturatore nella processione”. Autrice anche di numerosi saggi sulla condizione femminile, nel 1978 viene eletta per il suo primo mandato come deputata dello stato di Rio de Janeiro per il Partito dei Lavoratori. Durante la sua carriera politica, lunga ben sei mandati, la Studart si contraddistingue per la lotta a sostegno dei diritti delle donne, tanto che nel 1975 fonda il Centro delle Donne Brasiliane, la prima entità femminista del paese, ed il Centro Statale dei Diritti delle Donne (Cedim).
Si spegne per un attacco cardiaco il 3 dicembre 2007.

Il romanzo “Francobollo d’addio”, mantiene la sua sensibilità verso il mondo femminile e narra le vicende di due donne Mariana e Leonor, sorelle, e della loro famiglia i Nogueira Alencar (come nella migliore tradizione letteraria brasiliana). Narra soprattutto le difficoltà che le donne incontravano (e forse ancora incontrano) nella società brasiliana, i loro tentativi di fuga dai lazzi delle tradizioni bigotte, dei doveri sessisti, dei matrimoni falliti e dei mariti padroni. Così quando Leonor, si vendica del trattamento da schiava subito, uccidendo il marito, Mariana – che è avvocato – decide di difenderla anche per riscattare l’oppressione del suo genere.
Così l’autrice attraverso la storia di un omicidio perpetrato per vendetta compone un passionale inno all’amore ed al riconoscimento del ruolo della donna. Il tutto incorniciato da un Brasile meraviglioso, ma sfiancato dalla corruzione e dai criminali. Comunque irresistibilmente magico.

Autrice: Heloneida Studart
Titolo:  Francobollo d’addio
Edizioni: Marcos y Marcos
Pagine : 256
Prezzo: 15,00