L'installazione alla Tate Modern

Bourgeoise
 

08/10/2001

Louise Bourgeois è stata la prima artista ad aver realizzato un lavoro per la Unilever Series della Tate Modern Gallery di Londra. La Unilever, colosso multinazionale attivo nel settore dei beni di largo consumo, sta commissionando annualmente (a cominciare dal 2000 fino al 2005) un’opera ad artisti diversi, per la Turbine Hall, la vasta sala al piano terra, impegnandoli nella realizzazione di lavori scenici, dalle grandi dimensioni. Quello che è stato inaugurato il 26 novembre 2000 è stato uno dei più ambiziosi progetti della lunga carriera della Bourgeois. Due enormi torri di acciaio dominano il lato est della Turbine Hall. Ogni torre sorregge una piattaforma sulla quale due sedie sono circondate da una serie di larghi specchi. Questi con la loro superficie riflettente creano uno spazio intenso di contemplazione e di riflessione. I visitatori possono salire sulle scale a spirale che portano in cima alle torri, per fare esperienza dello spazio delle piattaforme e della Turbine Hall. L’artista francese ha immaginato questo luogo come una sorta di scena dove hanno atto significative conversazioni e confronti umani. Adiacente alle torri e proprio accanto al ponte della sala, la Bourgeois ha voluto mettere un enorme ragno, soggetto caro all’artista, il più grande da lei mai realizzato. Il secondo artista chiamato a confrontarsi con lo spazio della Turbine Hall (155 metri di lunghezza, 35 di altezza) è lo spagnolo Juan Muñoz, che ha completamente trasformato la grande sala, in modo da coinvolgere il visitatore in un intrigante gioco di prospettive, luci, ombre e illusioni. L’installazione di Muñoz, che rimarrà alla Tate fino al 10 marzo 2002, è suddivisa in due parti: il piano di sopra (quello del ponte della Turbine Hall), da cui il visitatore vede il pavimento con grosse aperture, alcune vere alcune dipinte, attraverso le quali salgono e scendono due ascensori. Nella parte di sotto invece regna l’oscurità, le uniche luci provengono dalle aperture nel soffitto e dal movimento degli ascensori. "Double Bind", questo il titolo dell’installazione, comprende anche alcune figure scolpite e sistemate nello spazio ad interpretare un ruolo non ben definito. Questa opera è perfettamente in sintonia con lo stile e le tematiche del lavoro di Muñoz, che spesso usa elementi architettonici, spaziali, di illuminazione e scultorei combinandoli tra loro per creare scenari che portano il visitatore a una riflessione sul problema della percezione e della rappresentazione.

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