Le novità sul grande schermo
L’Agenda dell’Arte – Al cinema
Lampadario centrale di sala e soffitto del Cinema Teatro Dante a Sansepolcro (Arezzo), di proprietà dell' Accademia dei Risorti, progettato dagli architetti Francesco Leoni e Salvatore Guidi, inaugurato il 1º settembre 1836 | Foto: Ajmad217 (Own work), via Wikimedia Creative Commons
Francesca Grego
13/06/2019
Christo – Walking on water 16-19 giugno al cinema
Nell’estate del 2016 un milione e mezzo di persone hanno passeggiato sulla superficie del Lago d’Iseo, grazie alle passerelle galleggianti giallo oro stese sull’acqua dal celebre land artist. Un successone, ma anche una delle esperienze italiane di arte pubblica più discusse degli ultimi anni.
Nel documentario di Andrey Paoinov la riviviamo attraverso gli occhi dell’artista, a partire dal progetto concepito insieme alla moglie Jean-Claude e portato avanti in solitaria dopo la morte della compagna.
Una volontà ferrea consente a Christo di portare a termine le imprese più visionarie: qui lo vediamo districarsi tra questioni artistiche e trattative politiche, superare ogni ostacolo logistico, interagire con la natura e gli scenari mozzafiato del lago. Per poi lasciarli intatti, come se nulla fosse mai accaduto, lasciando a questo film la memoria di un’opera unica, che non sarà mai replicata in nessun altro luogo del mondo.
Arte e dintorni al Biografilm Festival. Fino al 20 giugno a Bologna
Ancora una settimana per perdersi nel labirinto di storie del Biografilm Festival tra personaggi cult e figure da riscoprire, vite inimitabili ed esperienze fuori dal comune. Come ogni anno l’arte è un vasto repertorio a cui attingere, un’inesauribile repertorio di spunti da sviluppare in una molteplicità di stili e prospettive.
Dall’ultimo progetto italiano di Christo (Walking on water, in programma tutti i giorni a partire dal 15 giugno) al fascino della ricerca di Demetrio Stratos (La Voce Stratos, di Monica Affatato e Luciano D’Onofrio in programma venerdì 14) fino a un atteso ritratto del ballerino, mimo, coreografo e attore Lindsay Kemp (Kemp. My best dance is yet to come di Edoardo Gabbriellini, 14 giugno) e alla fotografia appassionata di Letizia Battaglia (Shooting the mafia di Kim Longinotto, domenica 16 giugno), i grandi nomi non mancano di certo.
Ma il Festival è fatto anche per curiosare tra storie inattese. Come quella raccontata dal regista polacco Wojtek Pustola in White Cube (venerdì 14), dove l’intelligenza artificiale rivoluziona il regno della scultura per antonomasia, quella del marmo. O nel viaggio nel mondo delle arti performative compiuto da Massimo Ferrari in Ioelei, in cui le star di oggi reinterpretano le dive del secolo scorso (domenica 16) in un gioco di specchi e metamorfosi.
Per finire con la parabola di un eccentrico gallerista dei nostri giorni, che ha incrociato la strada di big dell’arte contemporanea come Roger Ballen, Daniel Buren e Anish Kapoor (Massimo Minini. The Story of a Gallerist di Manuela Teatini, in programma domenica 16 giugno).
Wild Cinema – Rassegna cinematografica di architettura. Dal 27 giugno al 25 luglio a Parma
“La città non è un luogo semplice, la città non è semplicemente un luogo. Universo culturale, archivio di memorie e di racconti, spazio delle relazioni, cassa di risonanza del tempo che scorre, la città è il contesto prediletto dal cinema, il contesto che l’ha originato e la forma di pensiero che ancora lo alimenta”.
Sono queste le premesse che animano la rassegna organizzata da CSAC in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC nella suggestiva cornice dell’Abbazia di Valserena.
Cinque titoli, alcuni dei quali inediti in Italia, esplorano visioni e trasfigurazioni dell’urbano tra passato e futuro, organico e inorganico, narrazione ordinata e immaginazione selvaggia, da Seoul a Napoli, da Bogotà a San Pietroburgo. Si tratta di Homo Urbanus Tokyoitus e Homo Urbanus Neapolitanus di Ila Beka e Louise Lemoine (2018), Wild Plants di Nicolas Humbert (2016), Rabot di Christina Vandekerkhove (2017), Sous la douche le ciel (2018) di Effi e Amir, Les plages d’Agnès di Agnès Varda. A ciascuna proiezione sarà abbinata una selezione di cortometraggi sul tema.
Leggi anche:
• L’Agenda dell’Arte – In libreria
Nell’estate del 2016 un milione e mezzo di persone hanno passeggiato sulla superficie del Lago d’Iseo, grazie alle passerelle galleggianti giallo oro stese sull’acqua dal celebre land artist. Un successone, ma anche una delle esperienze italiane di arte pubblica più discusse degli ultimi anni.
Nel documentario di Andrey Paoinov la riviviamo attraverso gli occhi dell’artista, a partire dal progetto concepito insieme alla moglie Jean-Claude e portato avanti in solitaria dopo la morte della compagna.
Una volontà ferrea consente a Christo di portare a termine le imprese più visionarie: qui lo vediamo districarsi tra questioni artistiche e trattative politiche, superare ogni ostacolo logistico, interagire con la natura e gli scenari mozzafiato del lago. Per poi lasciarli intatti, come se nulla fosse mai accaduto, lasciando a questo film la memoria di un’opera unica, che non sarà mai replicata in nessun altro luogo del mondo.
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Ancora una settimana per perdersi nel labirinto di storie del Biografilm Festival tra personaggi cult e figure da riscoprire, vite inimitabili ed esperienze fuori dal comune. Come ogni anno l’arte è un vasto repertorio a cui attingere, un’inesauribile repertorio di spunti da sviluppare in una molteplicità di stili e prospettive.
Dall’ultimo progetto italiano di Christo (Walking on water, in programma tutti i giorni a partire dal 15 giugno) al fascino della ricerca di Demetrio Stratos (La Voce Stratos, di Monica Affatato e Luciano D’Onofrio in programma venerdì 14) fino a un atteso ritratto del ballerino, mimo, coreografo e attore Lindsay Kemp (Kemp. My best dance is yet to come di Edoardo Gabbriellini, 14 giugno) e alla fotografia appassionata di Letizia Battaglia (Shooting the mafia di Kim Longinotto, domenica 16 giugno), i grandi nomi non mancano di certo.
Ma il Festival è fatto anche per curiosare tra storie inattese. Come quella raccontata dal regista polacco Wojtek Pustola in White Cube (venerdì 14), dove l’intelligenza artificiale rivoluziona il regno della scultura per antonomasia, quella del marmo. O nel viaggio nel mondo delle arti performative compiuto da Massimo Ferrari in Ioelei, in cui le star di oggi reinterpretano le dive del secolo scorso (domenica 16) in un gioco di specchi e metamorfosi.
Per finire con la parabola di un eccentrico gallerista dei nostri giorni, che ha incrociato la strada di big dell’arte contemporanea come Roger Ballen, Daniel Buren e Anish Kapoor (Massimo Minini. The Story of a Gallerist di Manuela Teatini, in programma domenica 16 giugno).
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“La città non è un luogo semplice, la città non è semplicemente un luogo. Universo culturale, archivio di memorie e di racconti, spazio delle relazioni, cassa di risonanza del tempo che scorre, la città è il contesto prediletto dal cinema, il contesto che l’ha originato e la forma di pensiero che ancora lo alimenta”.
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Cinque titoli, alcuni dei quali inediti in Italia, esplorano visioni e trasfigurazioni dell’urbano tra passato e futuro, organico e inorganico, narrazione ordinata e immaginazione selvaggia, da Seoul a Napoli, da Bogotà a San Pietroburgo. Si tratta di Homo Urbanus Tokyoitus e Homo Urbanus Neapolitanus di Ila Beka e Louise Lemoine (2018), Wild Plants di Nicolas Humbert (2016), Rabot di Christina Vandekerkhove (2017), Sous la douche le ciel (2018) di Effi e Amir, Les plages d’Agnès di Agnès Varda. A ciascuna proiezione sarà abbinata una selezione di cortometraggi sul tema.
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