Nei cinema solo il 14 e il 15 febbraio
"Io, Claude Monet": la nostra recensione
"Io, Claude Monet". Ph. courtesy Nexo Digital
L.B.
09/02/2017
Il destino di pittore si schiuse davanti ai suoi occhi all’aria aperta. Quando Boudin lo invitò a dipingere en plein air e il giovane Claude Monet, che fino ad allora si era guadagnato una certa fama con caricature divertenti, capì. Volle dipingere tutto, abbracciarsi alla natura. Non era approssimativo, anzi inseguiva la riflessione in divenire, voleva cogliere l’istante e quello successivo: l’impressione.
La storia della sua vita è randagia. Attraverso i carteggi privati di Monet (un patrimonio di oltre tremila lettere) con gli amici più stretti e i colleghi più stimati, i mecenati e i galleristi, il documentario “Io, Claude Monet” la ripercorre passo passo. Dalle parole del grande pittore emergono incertezze, foga artistica, tormenti economici, debiti su debiti, lutti, il rapporto non disteso con il mondo dell'arte ma anche la felicità tante volte espressa di vivere tra luce, colori e profumi catturati e di nuovo liberati sulla tela.
La macchina da presa corre nei suoi campi e tra i prati nel vento, annusa i suoi fiori da vicino, accarezza i suoi frutti e vola sui suoi paesaggi innevati, sull’acqua, all’alba a mezzogiorno al tramonto e di notte. La sala buia del cinema è inondata della luce del talento dell’artista, uomo dissestato dalla povertà per molto tempo, ma amorevole con i figli e appassionato dai propri studi, e poi finalmente compreso e valutato fino al successo grazie ai miracoli compiuti a Giverny tra le ninfee.
Ai suoi capolavori si alternano i paesaggi e le città in cui lo spirito di Monet si agitò, perchè - spiega il regista Phil Grabsky - “Amo molto lavorare sulle biografie degli artisti, perché quando si legge con attenzione la loro corrispondenza, quando si torna nei luoghi in cui hanno vissuto e si esaminano attentamente i dipinti che hanno realizzato, se ne rintraccia una personalità più ricca e sincera. È quanto accaduto con Monet. Non c’è nulla scontato in questo artista. Ciò che colpisce con maggior forza è la sua passione, la sua ricerca senza fine e, infine, la sua genialità”.
Dice il vero. L'atmosfera è intima e molto si scopre di un uomo che non aveva paura di confessare e raccontarsi nella buona e nella cattiva sorte, dove a guidarlo fu sempre la stella polare della pittura.
Ancora una volta si esce dalla visione, grati verso chi ha avuto l'ardire di scommettere sulla grande arte al cinema e ha progressivamente dato vita ad un certellone ricco che è ormai un appuntamento fisso.
Per conoscere l'elenco delle sale in cui il film è distribuito consultate il sito di Nexo Digital.
Il trailer:
Leggi anche:
• La luce di Monet risplende a Basilea
• L'agenda dell'arte - dal 15 al 22 febbraio
La storia della sua vita è randagia. Attraverso i carteggi privati di Monet (un patrimonio di oltre tremila lettere) con gli amici più stretti e i colleghi più stimati, i mecenati e i galleristi, il documentario “Io, Claude Monet” la ripercorre passo passo. Dalle parole del grande pittore emergono incertezze, foga artistica, tormenti economici, debiti su debiti, lutti, il rapporto non disteso con il mondo dell'arte ma anche la felicità tante volte espressa di vivere tra luce, colori e profumi catturati e di nuovo liberati sulla tela.
La macchina da presa corre nei suoi campi e tra i prati nel vento, annusa i suoi fiori da vicino, accarezza i suoi frutti e vola sui suoi paesaggi innevati, sull’acqua, all’alba a mezzogiorno al tramonto e di notte. La sala buia del cinema è inondata della luce del talento dell’artista, uomo dissestato dalla povertà per molto tempo, ma amorevole con i figli e appassionato dai propri studi, e poi finalmente compreso e valutato fino al successo grazie ai miracoli compiuti a Giverny tra le ninfee.
Ai suoi capolavori si alternano i paesaggi e le città in cui lo spirito di Monet si agitò, perchè - spiega il regista Phil Grabsky - “Amo molto lavorare sulle biografie degli artisti, perché quando si legge con attenzione la loro corrispondenza, quando si torna nei luoghi in cui hanno vissuto e si esaminano attentamente i dipinti che hanno realizzato, se ne rintraccia una personalità più ricca e sincera. È quanto accaduto con Monet. Non c’è nulla scontato in questo artista. Ciò che colpisce con maggior forza è la sua passione, la sua ricerca senza fine e, infine, la sua genialità”.
Dice il vero. L'atmosfera è intima e molto si scopre di un uomo che non aveva paura di confessare e raccontarsi nella buona e nella cattiva sorte, dove a guidarlo fu sempre la stella polare della pittura.
Ancora una volta si esce dalla visione, grati verso chi ha avuto l'ardire di scommettere sulla grande arte al cinema e ha progressivamente dato vita ad un certellone ricco che è ormai un appuntamento fisso.
Per conoscere l'elenco delle sale in cui il film è distribuito consultate il sito di Nexo Digital.
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