Il Foro di Traiano
Fori imperiali
13/07/2001
L’ultimo cronologicamente e più grandioso dei fori Imperiali è quello costruito da Traiano. Iniziato nel 107 d.C. fu concluso e inaugurato nel 112 d.C., successivamente alle vittorie dell’Imperatore sui Daci.
L’area precedentemente era occupata da edifici e si dovette allora aprire un grande varco eliminando la sella che univa il Campidoglio al Quirinale. L’architetto che realizzò l’imponente complesso, era Apollodoro di Damasco.
Complessivamente il Foro era lungo 300 metri e largo 185 metri. Vi si accedeva dal Foro di Augusto attraverso un grande arco, ci si trovava allora nella piazza centrale dove era posta la statua equestre dell’Imperatore e chiusa su due lati da lunghi portici arricchiti dalle statue degli antenati dell’imperatore e da due esedre (rimangono tracce dell’esedra orientale).
Di fronte la monumentale basilica Ulpia, il cui esterno era diviso verticalmente in tre ingressi, un grandioso fregio forse arricchiva l’attico, su cui era posta una quadriga. L’interno della basilica invece era diviso in cinque navate da quattro file di colonne. Tra le funzioni della basilica, oltre a quelle giuridiche e commerciali si ricordano anche quelle del distrutto Atrium Libertatis, luogo dove avvenivano gli atti di liberazione degli schiavi.
Dietro la basilica le biblioteche, tra le quali era la grande colonna in marmo lunense, alta circa 40 metri.
La colonna fu inaugurata nel 113 d.C. come dono del Senato all’Imperatore e come dice l’iscrizione posta sulla base, venne posizionata anche per segnare l’altezza del taglio della sella che univa il Campidoglio e il Quirinale.
All’interno della base era posta l’urna d’oro dell’Imperatore.
Il rilievo, lungo 200 metri, documenta le due campagne daciche. La statua di Traiano che coronava la colonna, fu sostituita all’epoca di Sisto V da quella di S.Pietro, tuttora sulla sommità.
Oltre alla colonna le fonti hanno indotto da sempre a ritenere che ci fosse, a chiusura dell’immensa area, il tempio del divo Traiano e Plotina, tuttavia gli ultimi scavi sotto l'attuale Piazza Valentini e nella chiesa del SS. Nome di Maria, hanno scoperto solo tracce di domus. Pertanto si è potuto definitivamente escludere la presenza del tempio in quel settore.
Forse non esisteva un vero e proprio aedes, ma si può supporre che l’intero complesso monumentale fosse stato consacrato da Adriano per onorare il padre defunto e Plotina.
Gli ultimi scavi hanno permesso di comprendere anche le fasi evolutive di quest’area. In particolare la piazza forense fu occupata prima in età tardo medievale e poi dalle strutture del quartiere voluto dal cardinal Bonelli alla fine del ‘500 per la bonifica e risistemazione dell’area. Nel 1600, nell’aula di un convento già esistente, fu realizzata la chiesa di S.Urbano: è qui che è stata ritrovata una statua acefala di prigioniero dace, facente parte di una serie di più di 100 sculture collocate sul porticato a 15 metri di altezza.
Come ricordano molte fonti antiche all’interno della piazza forense era posta la statua equestre dell’Imperatore. Ora è stato ritrovato il basamento in travertino su cui era posta la statua. Inaspettatamente si è rilevato il posizionamento dello stesso molto a Sud, sebbene tradizionalmente fosse indicato al centro dello spazio aperto. E' stata inoltre messa alla luce tutta la zona meridionale del Foro, fondamentale per la comprensione della pianta completa del complesso fino ad oggi solamente ipotizzata e inoltre è stata ricostruita dalle fonti precedenti la costruzione di Via dei Fori Imperiali.
Si tratta in sostanza di un’ampia sala rettangolare, fiancheggiata sui lati lunghi da due portici, forse coperti a botte. Interessante è l’accurato sistema di smaltimento delle acque con condotti coperti a cappuccina.
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