I musei archeologici piceni

Piceni
18/10/2001
Il territorio della provincia di Ascoli Piceno è stato il luogo dove nel primo millennio avanti Cristo è fiorita la civiltà picena, negli ultimi anni oggetto di una riscoperta dal punto di vista storico e archeologico.
Il notevole interesse suscitato negli studiosi dall'antica popolazione italica si è sostanziato nell’organizzazione della grande mostra “Eroi e regine, Piceni popolo d’Europa”, che si è tenuta dapprima a Francoforte all’inizio del 2000, successivamente ad Ascoli Piceno e che la scorsa estate ha concluso il suo percorso nella suggestiva cornice di Palazzo Barberini a Roma.
Si è così imposto al grande pubblico il patrimonio archeologico e museale conservato nei piccoli musei delle città picene e nei siti che sono stati oggetto di campagne di scavo condotte negli decenni passati.
All’organizzazione della mostra hanno contribuito numerose strutture museali locali. L’impegno che è stato profuso ha dato vita al progetto pilota “I Piceni nei musei delle Marche” volto alla creazione di un'organizzazione sistematica dei musei, raccordati tra loro da un percorso territoriale.
L'intera regione compresa tra i fiumi Chienti e Tronto si è nutrita di un'identità culturale comune alimentata dagli scambi con le civiltà dell’Europa centrale e delle coste istriane e dalmate. L'influenza esercitata dalle popolazioni vicine sui Piceni si riscontra tanto nelle creazioni artistiche quanto nelle tecniche realizzative delle opere.
Il percorso che lega le diverse strutture museali ha il suo centro nevralgico nel Museo Archeologico Statale di Ascoli Piceno, ospitato a Palazzo Panichi e costitutito a partire dalla collezione civica comprendente materiale quasi esclusivamente risalente alla civiltà picena.
I reperti che sono stati arricchiti dagli scavi condotti dalla Soprintendenza, illustrano lo sviluppo della civiltà sino alle soglie della romanizzazione e il successivo impianto urbanistico della città romana.
Il Museo del Territorio di Cupra Marittima raccoglie tutto ciò che è stato rinvenuto nel territorio circostante la cittadina, particolarmente i reperti trovati nell’insediamento di Colle S. Andrea. Il museo è strettamente connesso al Parco Archeologico di Cupra Marittima, colonia romana che richiama nel nome un’antica divinità picena.
A Fermo alla fine dell’Ottocento è nato il Museo Archeologico Comunale come raccolta annessa alla biblioteca. La struttura è in progetto di essere collocata presso il Palazzo dei Priori, dove già è esposto materiale proveniente dalle necropoli del comprensorio.
Il marchese Guglielmo Allevi, appassionato e studioso di archeologia, è stato l’anfitrione del Museo di Offida a Palazzo Pagnanelli, il cui percorso espositivo giunge sino all’epoca romana.
Un altro notabile locale dell’Ottocento, il reverendo Cesare Cellini, ha donato la sua collezione al Museo Archeologico di Ripatransone, a lui intitolato, nel 1877. La sezione dedicata alla civiltà picena è particolarmente ricca e ordinata per mettere in risalto l’evoluzione degli oggetti d’uso comune.
Il prossimo allestimento e la successiva apertura delle strutture consentiranno di visitare anche le raccolte di Castel di Lama e Cossignano.
Meritano attenzione anche il Museo di Falerone, che documenta l’espansione della civiltà romana nel territorio, e quello di S. Benedetto del Tronto, dove è conservata una collezione di anfore che testimonia i contatti avuti grazie alle antiche rotte di navigazione nell’Adriatico e nel Mediterraneo.
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