Il documentario di ARTE.it Originals in onda Venerdì 16 luglio alle 22.10
Balla. Il signore della luce: il genio futurista, a 150 anni dalla nascita, sbarca su RAI5
Giacomo Balla, Autoritratto notturno, 1909 | Courtesy Collezione Banca d'Italia
Samantha De Martin
09/07/2021
“Nel Cinquecento mi chiamavo Leonardo o... Tiziano. Dopo quattro secoli di decadenza artistica son riapparso nel Novecento per gridare ai miei plagiatori che è ora di finirla con il passato perché son cambiati i tempi. Mi dissero pazzo: poveri tonti! Ho già creato una nuova sensibilità nell’arte, espressione dei tempi futuri che saranno colorradioiridesplendorideal luminossisssssssssimiii”.
Parola di Giacomo Balla, anzi di Futurballa, il genio futurista, faro della più potente avanguardia del primo Novecento.
Eppure (lo avreste mai detto?) nella luminosa parabola di questo “Leonardo da Vinci del XX secolo”, come amava definirsi, del “torinese, altezza 1.60, peso 67 chili, carnagione rosea, occhi cilestri, barba ramata, capelli castagni, temperamento non si sa mai, mangia e veste a modo suo” si insinuano zone d’ombra, simili a macchie indelebili, a oscurarne la vicenda umana e artistica. Quali? Lo scopriremo, assieme a tanti altri aspetti del suo carattere e della sua arte, attraverso il documentario Balla. Il signore della luce, una produzione ARTE.it Originals realizzata con la collaborazione di Rai Cultura, per la regia di Franco Rado, scritta da Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà, con la fotografia di Angelo Cricchi che sarà trasmessa da Art Night venerdì 16 luglio alle 22.10 su Rai5.
Giacomo Balla, La finestra di Düsseldorf, 1912, Collezione privata
Il documentario ci accompagna attraverso un’indagine originale sul genio futurista a 150 anni dalla nascita che ricorre il prossimo 18 luglio. Con il contributo di storici dell'arte e della fotografia, direttori di musei, artisti e studiosi di Balla toccheremo, attraverso le sue opere, le più importanti collezioni al mondo, dalla Galleria di Arte Moderna di Roma, alla Pinacoteca Agnelli di Torino, dal MoMA di New York alla Allbright-Knox Art Gallery di Buffalo negli Stati Uniti. Ma soprattutto entreremo nel cuore delle vicende storiche che hanno animato il contesto in cui Balla visse.
Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Frame da Balla. Il signore della luce, Il docufilm di 52' prodotto da ARTE.it Originals e realizzato con la collaborazione di Rai Cultura, Regia di Franco Rado, Autori Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà | © ARTE.it 2021
L’assassinio del re Umberto I, all’alba del nuovo secolo, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l’ingresso dell’Italia nel conflitto e il mito della “vittoria mutilata”, il Partito Fascista di Benito Mussolini, salito alla ribalta, la Marcia su Roma del 28 ottobre 1922 sono solo alcune delle vicende che fanno da trama al racconto di questa figura complessa, a tratti segreta, dalla creatività poliedrica, a lungo vittima di un marchio di infamia, sebbene oggi nuovi studi gli restituiscano il ruolo di primo piano che merita nel panorama internazionale dell’arte.
Giacomo Balla, Marcia su Roma, 1931-1933, Pinacoteca Agnelli, Torino
La figura di Balla emerge dal documentario accanto ai dipinti murali - recentemente tornati alla luce - che lo stesso artista aveva realizzato per il Bal Tik-Tak, il cabaret che animava le notti romane all’inizio degli anni Venti.
Con Balla. Il Signore della luce il pubblico farà una piccola incursione in questo locale d’avanguardia della capitale, dove avremmo visto coppie scatenarsi al suono di balli d’importazione americana, dallo one step allo shimmy, per poi addentrarsi nella Casa di Via Oslavia. Nel cuore del quartiere Prati a Roma, era l’abitazione-studio interamente decorata dall’artista, dove Balla viveva insieme alla moglie Elisa e alle due figlie, Luce ed Elica. In questo appartamento che offre uno spaccato sulla vita privata del genio, l’artista Elio Marchegiani entra nel 1967 per un viaggio di scoperta che lo porta a ridar vita all’opera Feu d’artifice, consacrando la grandezza di Balla sul palcoscenico artistico della Biennale di Venezia del 1968.
Feu d'Artifice, Elio Marchegiani su disegni di Giacomo Balla, Frame da Balla. Il signore della luce, Il docufilm di 52' prodotto da ARTE.it Originals e realizzato con la collaborazione di Rai Cultura, Regia di Franco Rado, Autori Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà | © ARTE.it 2021
Andiamo oltre guardando al luminoso futuro del genio. Alla scoperta del Bal Tik-tak si aggiunge il prossimo disvelamento dell’archivio privato dell’artista, rinvenuto nell’abitazione di Via Oslavia, tra l’altro da poco restaurata e aperta al pubblico. La Soprintendenza Archivistica di Roma sta infatti procedendo all’inventario dei documenti, delle lettere, delle fotografie e delle opere trovate nell’abitazione e di proprietà degli eredi. Un incredibile scrigno che presto sarà reso disponibile agli studiosi e al pubblico e che potrebbe svelare aspetti intimi e inediti della sua vita e dell’opera.
CASA BALLA, Via Oslavia, Studiolo rosso dettaglio I Foto M3Studio I Courtesy Fondazione MAXXI I © GIACOMO BALLA by SIAE 2021
Giacomo Balla il fascista, il traditore, il provinciale, caduto in disgrazia dopo gli anni del sodalizio con il Regime e il Duce, morto in sostanziale oblio, sarà a lungo sminuito per il suo passato fascista e dimenticato da quella stessa critica che nel dopoguerra lo farà magicamente risorgere. La sua redenzione, sebbene lunga e tortuosa, passerà anche attraverso le grandi famiglie ebree americane di collezionisti, interessati ad acquistare le tele del Futurismo, e le avanguardie artistiche degli anni Sessanta che riconobbero in Balla il padre spirituale dell’Astrattismo italiano.
A riscoprire il pittore sarà anche il cinema, con Jack Clemente, artista e regista di documentari d’arte, che, nel 1972, sbarca alla Mostra del Cinema di Venezia con un film documentario dedicato a Balla che gli vale il Leone d’Argento.
Le sorprese non finiscono qui. Sulla caleidoscopica vita di Balla - crogiolo che intreccia arte, fotografia, pittura, scultura e persino moda (Balla aveva messo al centro delle sue ricerche il cambiamento che l’abito può portare all’umore e alla società) - ne sapremo di più guardando il documentario girato in 4K ULTRA HD, tra sorprese e nuove riscoperte.
Lavinia Biagiotti, Fondazione Biagiotti Cigna, Guidonia, Frame da Balla. Il signore della luce, Il docufilm di 52' prodotto da ARTE.it Originals e realizzato con la collaborazione di Rai Cultura, Regia di Franco Rado, Autori Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà | © ARTE.it 2021
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Giacomo Balla, La finestra di Düsseldorf, 1912, Collezione privata
Il documentario ci accompagna attraverso un’indagine originale sul genio futurista a 150 anni dalla nascita che ricorre il prossimo 18 luglio. Con il contributo di storici dell'arte e della fotografia, direttori di musei, artisti e studiosi di Balla toccheremo, attraverso le sue opere, le più importanti collezioni al mondo, dalla Galleria di Arte Moderna di Roma, alla Pinacoteca Agnelli di Torino, dal MoMA di New York alla Allbright-Knox Art Gallery di Buffalo negli Stati Uniti. Ma soprattutto entreremo nel cuore delle vicende storiche che hanno animato il contesto in cui Balla visse.
Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Frame da Balla. Il signore della luce, Il docufilm di 52' prodotto da ARTE.it Originals e realizzato con la collaborazione di Rai Cultura, Regia di Franco Rado, Autori Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà | © ARTE.it 2021
L’assassinio del re Umberto I, all’alba del nuovo secolo, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l’ingresso dell’Italia nel conflitto e il mito della “vittoria mutilata”, il Partito Fascista di Benito Mussolini, salito alla ribalta, la Marcia su Roma del 28 ottobre 1922 sono solo alcune delle vicende che fanno da trama al racconto di questa figura complessa, a tratti segreta, dalla creatività poliedrica, a lungo vittima di un marchio di infamia, sebbene oggi nuovi studi gli restituiscano il ruolo di primo piano che merita nel panorama internazionale dell’arte.
Giacomo Balla, Marcia su Roma, 1931-1933, Pinacoteca Agnelli, Torino
La figura di Balla emerge dal documentario accanto ai dipinti murali - recentemente tornati alla luce - che lo stesso artista aveva realizzato per il Bal Tik-Tak, il cabaret che animava le notti romane all’inizio degli anni Venti.
Con Balla. Il Signore della luce il pubblico farà una piccola incursione in questo locale d’avanguardia della capitale, dove avremmo visto coppie scatenarsi al suono di balli d’importazione americana, dallo one step allo shimmy, per poi addentrarsi nella Casa di Via Oslavia. Nel cuore del quartiere Prati a Roma, era l’abitazione-studio interamente decorata dall’artista, dove Balla viveva insieme alla moglie Elisa e alle due figlie, Luce ed Elica. In questo appartamento che offre uno spaccato sulla vita privata del genio, l’artista Elio Marchegiani entra nel 1967 per un viaggio di scoperta che lo porta a ridar vita all’opera Feu d’artifice, consacrando la grandezza di Balla sul palcoscenico artistico della Biennale di Venezia del 1968.
Feu d'Artifice, Elio Marchegiani su disegni di Giacomo Balla, Frame da Balla. Il signore della luce, Il docufilm di 52' prodotto da ARTE.it Originals e realizzato con la collaborazione di Rai Cultura, Regia di Franco Rado, Autori Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà | © ARTE.it 2021
Andiamo oltre guardando al luminoso futuro del genio. Alla scoperta del Bal Tik-tak si aggiunge il prossimo disvelamento dell’archivio privato dell’artista, rinvenuto nell’abitazione di Via Oslavia, tra l’altro da poco restaurata e aperta al pubblico. La Soprintendenza Archivistica di Roma sta infatti procedendo all’inventario dei documenti, delle lettere, delle fotografie e delle opere trovate nell’abitazione e di proprietà degli eredi. Un incredibile scrigno che presto sarà reso disponibile agli studiosi e al pubblico e che potrebbe svelare aspetti intimi e inediti della sua vita e dell’opera.
CASA BALLA, Via Oslavia, Studiolo rosso dettaglio I Foto M3Studio I Courtesy Fondazione MAXXI I © GIACOMO BALLA by SIAE 2021
Giacomo Balla il fascista, il traditore, il provinciale, caduto in disgrazia dopo gli anni del sodalizio con il Regime e il Duce, morto in sostanziale oblio, sarà a lungo sminuito per il suo passato fascista e dimenticato da quella stessa critica che nel dopoguerra lo farà magicamente risorgere. La sua redenzione, sebbene lunga e tortuosa, passerà anche attraverso le grandi famiglie ebree americane di collezionisti, interessati ad acquistare le tele del Futurismo, e le avanguardie artistiche degli anni Sessanta che riconobbero in Balla il padre spirituale dell’Astrattismo italiano.
A riscoprire il pittore sarà anche il cinema, con Jack Clemente, artista e regista di documentari d’arte, che, nel 1972, sbarca alla Mostra del Cinema di Venezia con un film documentario dedicato a Balla che gli vale il Leone d’Argento.
Le sorprese non finiscono qui. Sulla caleidoscopica vita di Balla - crogiolo che intreccia arte, fotografia, pittura, scultura e persino moda (Balla aveva messo al centro delle sue ricerche il cambiamento che l’abito può portare all’umore e alla società) - ne sapremo di più guardando il documentario girato in 4K ULTRA HD, tra sorprese e nuove riscoperte.
Lavinia Biagiotti, Fondazione Biagiotti Cigna, Guidonia, Frame da Balla. Il signore della luce, Il docufilm di 52' prodotto da ARTE.it Originals e realizzato con la collaborazione di Rai Cultura, Regia di Franco Rado, Autori Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà | © ARTE.it 2021
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