Il sodalizio tra l'Oliviero e Nessuno tocchi Caino

Gli “scatti” di Oliviero Toscani nei bracci della morte americani e il suo sostegno alla campagna di Nessuno tocchi Caino

© Oliviero Toscani
 

Sergio d'Elia - Segretario di Nessuno tocchi Caino

15/01/2025

Nessuno tocchi Caino ricorda quando con Oliviero Toscani, insieme anche a Piero Muscarà ed Eleonora Zamparutti, inaugurammo a Londra la mostra We On Death Row. Ci raggiunse anche Peter Gabriel. L’avevamo allestita in un’antica fabbrica di birra in disuso nel cuore dell’East-End londinese. Campeggiavano ventisei “scatti” realizzati da Oliviero nei bracci della morte americani, tra il 1998 e il 1999 e stampati su grandi pannelli di un metro e mezzo per due. Immagini che hanno dato corpo, volto e voce alla vita dei condannati a morte e che hanno dato anche prova di una semplice verità: che la persona della pena può essere una persona diversa da quella del delitto, non perché possa essere estranea al delitto, ma perché, nella pena, può accadere che essa muti, rinasca a nuova innocenza.

Quella campagna fu fortemente boicottata in America e fu anche tra i motivi del divorzio, dopo 18 anni di sodalizio, tra Toscani e Benetton.
"All’inizio Benetton appoggiava la campagna, ma poi hanno iniziato ad avere paura di perdere il loro mercato. Benetton ha avuto la possibilità di diventare la prima casa d’abbigliamento a battersi per la difesa dei diritti umani, ma non l’ha fatto perché ha preferito pensare ai profitti", aveva raccontato Toscani in quell’evento a Londra.


We, On Death Row, Londra, The Boiler House, Brick Lane, Dicembre 2004, Da sinistra a destra: Piero Muscarà, Elisabetta Zamparutti, Oliviero Toscani, Peter Gabriel, Sergio D'Elia | Foto: © Nessuno tocchi Caino / ARTE.it

All’epoca con Nessuno tocchi Caino chiedevamo al governo britannico di farsi promotore durante la presidenza di turno all’Ue, nel secondo semestre del 2005, di una risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali da presentare all’Assemblea Generale dell’Onu. Per noi la moratoria ha sempre rappresentato un punto d’incontro tra stati abolizionisti e mantenitori. Da un lato dà la possibilità ai mantenitori di fare un passo avanti verso l’abolizione e agli abolizionisti di cercare di salvare migliaia di vite umane.

Arrivammo a conseguire quell'obiettivo con successo nel dicembre del 2007, anche grazie a un’altra campagna di Olivero Toscani per Nessuno tocchi Caino che si chiamava Nessuno tocchi Saddam. Fu allora che l’Assemblea Generale dell’ONU votò la moratoria universale delle esecuzioni capitali. Su quel voto, ne sono convinto, aleggiavano le anime in pena dei condannati a morte, immortalati da Oliviero Toscani sette anni prima.

Immortalare significa anche fotografare. Gli scatti di Oliviero Toscani hanno reso immortali i condannati a morte, li ha eternati nella loro nuda realtà di esseri umani, forse colpevoli di un delitto, di certo innocenti nella pena.

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FOTO - Nessuno Tocchi Oliviero