Gemine Muse 2003
Opera d'arte in mostra al Gemine Muse
27/11/2003
Seconda edizione nazionale di Gemine Muse, la rassegna di arte contemporanea che coinvolge musei italiani di 28 città, presentando le opere di 80 giovani artisti esordienti, scelti da 32 critici d'arte. Abbiamo incontrato la mente ideatrice del progetto: Virginia Baradel, che attraverso riflessioni e indicazioni acute ci racconta la storia della “mostra che non c’è”.
C’è qualcosa di nuovo nel progetto di Gemine Muse. Sono coinvolti musei e monumenti diversi o in maggior numero rispetto all’anno passato?
V.B. “Ci sono delle new entry, quest’anno c’è Roma con i musei Capitolini, Aosta, Novara e quindi si è allargato il ventaglio delle città che partecipano all’edizione del 2003. Anche i musei sono cambiati; alcune città che erano presenti nella precedente edizione sono presenti questo anno con altri musei. Obbiettivo di Gemine Muse è proprio l’apertura di questi musei, la vitalizzazione con il pubblico, promuovere i giovani e al contempo aprire le porte di luoghi non così noti e frequentati, dei musei in qualche modo minori rispetto ai grandi musei nazionali disseminati nelle varie città italiane”.
Per questa edizione c’è una squadra nutrita di critici che hanno affrontato un discorso di scrematura dei giovani artisti. Come è andato il reclutamento e l’ organizzazione dell’evento che è in corso?
V.B. “Sono cambiati oltre il 60% dei critici, nuovi critici ma anche nuovi artisti. I giovani artisti,oltre ad essere coinvolti su un terreno di sperimentazione come può essere quello del confronto con il museo, hanno in più di un caso attivato un’esperienza nuova e cioè si sono uniti in gruppo e hanno lavorato sulle fasi di creazione dell’opera. Hanno costituito una specie di workshop, di laboratorio e affrontato come esperienza artistica creativa anche lo studio dell’opera. Gemine Muse ha avuto uno scatto di creatività anche nella formula e nella filosofia della manifestazione grazie alle idee degli artisti”.
Crede che il modello gemine sia esportabile all’estero ?
V.B. “Senza dubbio questo è già nei voti delle organizzazioni CIDAC e GAI, che sono le organizzazioni che reggono la manifestazione nelle varie città italiane. Esse hanno già contatti a buon punto di sviluppo con diverse città europee, da Parigi a Berlino.
È stata fatta anche una richiesta ufficiale a livello europeo e, se tutto procederà per il verso giusto, l’edizione del 2004 coinvolgerà una decina di città europee importanti. La formula interessa e interessa anche il rapporto ravvicinato tra l’esperienza dei giovani artisti, l’arte contemporanea più di frontiera più nuova e questi siti monumentali di cui è ricca non solo l’Italia ma anche l’Europa”.
Vista la grandezza e la dislocazione, Gemine Muse non è un evento visitabile dal pubblico in una edizione, in un’unica volta. Qual è la forza , la comunicazione che possiede il progetto?
V.B. “Io stessa che sono la curatrice nazionale riesco a vedere una parte di queste realtà dal vivo. Delle varie esposizioni ho il disegno dell’operazione attraverso la comunicazione diretta con il critico e talvolta anche con il responsabile del GAI locale e le immagini. in realtà credo proprio che la forza di questa iniziativa sia la contemporaneità dell’evento, che però poi vive si gusta e si elabora a livello locale .
Sono le diverse le diverse città infatti che portano avanti con gli abitanti della città questa esperienza. Il fatto di avere creato comunque una rete, rende il tutto più forte più intenzionato e capace di realizzarsi. L’anno scorso nel testo introduttivo, dissi che questa è la ‘mostra che non c’è’, c’è la manifestazione, ci sono i musei che aprono le porte ad un pubblico nuovo le proprie collezioni, ad un pubblico non previsto in qualche modo. Ci sono i giovani che hanno una scena importante dove mostrarsi, sperimentare ed avere un cimento nuovo e diverso per la propria creatività. Il fatto che ci sia questa rete per cui in contemporanea in 30 città italiane succede la stessa cosa dà una connotazione diversa e importante alla manifestazione. Quando vado a visitare le varie città e le realizzazioni di Gemine Muse è come se non ci fossi, in realtà leggo da visitatore una realtà che accade lì e soltanto in quel luogo”.
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