Annibale Carracci: il nuovo Raffaello
![](http://www.arte.it/foto/600x450/4c/6759-carracci101.jpg)
Carracci
08/02/2007
Dopo il successo ottenuto nella sede bolognese, arriva a Roma, la prima mostra monografica mai dedicata ad Annibale, non solo il più famoso dei tre Carracci, ma forse il più grande degli artisti bolognesi di tutti i tempi, protagonista di una pittura all’insegna di una ritrovata intesa tra natura e storia.
La mostra propone una scelta mirata di dipinti e disegni che consentono di ricostruire l’intero percorso dell’artista, dai difficili esordi bolognesi alla contrastata attività romana. Tutta la vicenda di Annibale e la sua attività artistica, sono dedicate a restituire dignità e verità al mestiere della pittura attraverso uno strenuo confronto con il “naturale”. Questa intenzione si coglie infatti non solo nei dipinti “dal vero” spettanti alla sua prima attività, come il celebre dipinto con “Due fanciulli che giocano con un gatto” del Metropolitan di New York o il “Paesaggio fluviale” della National Gallery di Washington, ma anche nei dipinti della sua maturità, in cui pure è evidente il debito nei confronti della pittura veneziana, di Tiziano e del Veronese. Ciò si nota soprattutto nel “Venere e satiro” degli Uffizi di Firenze, quadro di straordinaria bellezza.
L’intento di coniugare la natura con la storia si esprime soprattutto nelle opere eseguite a Roma, dove il pittore si spostò nel 1595 su invito del cardinale Odoardo Farnese, per il quale affrescò la celeberrima Galleria. Un nucleo di importanti disegni, in gran parte concessi in prestito dal Museo del Louvre di Parigi, illustrano quest’ultima impresa; ma non mancano poi gli importanti dipinti eseguiti per lo stesso cardinale, come il “Cristo e la Cananea” delle raccolte comunali di Parma o il “Cristo deriso” della Pinacoteca di Bologna, che venne posto sul cataletto del pittore allorché questi venne sepolto in Pantheon accanto a Raffaello.
E di un “nuovo Raffaello”, in grado di unificare le parlate delle varie scuole pittoriche locali in un’unica lingua “italiana”, parlarono i contemporanei, come monsignor Giovan Battista Agucchi, del quale si espone il controverso “Ritratto” dell’Art Gallery di York, in passato riferito anche al Domenichino. L’attività romana di Annibale, celebrata dagli uomini di cultura del tempo, è segnata tuttavia da un senso di frustrazione per il trattamento riserbatogli dal suo protettore, all’origine forse del grave stato depressivo che lo condusse negli ultimi anni all’inoperosità, scandita solo da straordinari disegni di paesaggio, oltre che dalla bellissimo “Compianto sul Cristo morto” della National Gallery di Londra che, insieme alla “Pietà” del Museo di Capodimonte di Napoli, costituisce un’umanissima riflessione sulla “morte dell’eroe” e che chiude il percorso espositivo.
Annibale Carracci
Fino al 06/05/2007
DART Chiostro del Bramante
Via della Pace - 00186 Roma
Tel.: 06 68809036
La mostra propone una scelta mirata di dipinti e disegni che consentono di ricostruire l’intero percorso dell’artista, dai difficili esordi bolognesi alla contrastata attività romana. Tutta la vicenda di Annibale e la sua attività artistica, sono dedicate a restituire dignità e verità al mestiere della pittura attraverso uno strenuo confronto con il “naturale”. Questa intenzione si coglie infatti non solo nei dipinti “dal vero” spettanti alla sua prima attività, come il celebre dipinto con “Due fanciulli che giocano con un gatto” del Metropolitan di New York o il “Paesaggio fluviale” della National Gallery di Washington, ma anche nei dipinti della sua maturità, in cui pure è evidente il debito nei confronti della pittura veneziana, di Tiziano e del Veronese. Ciò si nota soprattutto nel “Venere e satiro” degli Uffizi di Firenze, quadro di straordinaria bellezza.
L’intento di coniugare la natura con la storia si esprime soprattutto nelle opere eseguite a Roma, dove il pittore si spostò nel 1595 su invito del cardinale Odoardo Farnese, per il quale affrescò la celeberrima Galleria. Un nucleo di importanti disegni, in gran parte concessi in prestito dal Museo del Louvre di Parigi, illustrano quest’ultima impresa; ma non mancano poi gli importanti dipinti eseguiti per lo stesso cardinale, come il “Cristo e la Cananea” delle raccolte comunali di Parma o il “Cristo deriso” della Pinacoteca di Bologna, che venne posto sul cataletto del pittore allorché questi venne sepolto in Pantheon accanto a Raffaello.
E di un “nuovo Raffaello”, in grado di unificare le parlate delle varie scuole pittoriche locali in un’unica lingua “italiana”, parlarono i contemporanei, come monsignor Giovan Battista Agucchi, del quale si espone il controverso “Ritratto” dell’Art Gallery di York, in passato riferito anche al Domenichino. L’attività romana di Annibale, celebrata dagli uomini di cultura del tempo, è segnata tuttavia da un senso di frustrazione per il trattamento riserbatogli dal suo protettore, all’origine forse del grave stato depressivo che lo condusse negli ultimi anni all’inoperosità, scandita solo da straordinari disegni di paesaggio, oltre che dalla bellissimo “Compianto sul Cristo morto” della National Gallery di Londra che, insieme alla “Pietà” del Museo di Capodimonte di Napoli, costituisce un’umanissima riflessione sulla “morte dell’eroe” e che chiude il percorso espositivo.
Annibale Carracci
Fino al 06/05/2007
DART Chiostro del Bramante
Via della Pace - 00186 Roma
Tel.: 06 68809036
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