Visitabile dal 21 dicembre
Riapre il Corridoio Vasariano, tunnel panoramico unico al mondo nel cuore di Firenze
Ponte Vecchio e il Corridoio Vasariano, Firenze I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Francesca Grego
20/12/2024
Firenze - Dopo otto anni di chiusura e importanti lavori di restauro, riapre a Firenze il Corridoio Vasariano, spettacolare passaggio aereo tra Palazzo Pitti e Palazzo Vecchio fatto costruire dai Medici nella seconda metà del Cinquecento. Da domani, sabato 21 dicembre, il “passetto fiorentino” sarà per la prima volta accessibile al grande pubblico in un’esperienza che ha l’aria di essere un vero e proprio viaggio nel tempo. Restituito alla sua originaria nudità, il tunnel mediceo si presenta oggi esattamente come al tempo dei granduchi. Dall’ingresso predisposto al primo piano degli Uffizi presso la Galleria delle Statue e delle Pitture, i visitatori si inoltreranno in un percorso lungo circa 750 metri circondati da un panorama senza eguali: camminando sopra il Ponte Vecchio, oltrepasseranno l’Arno per raggiungere il Giardino di Boboli e Palazzo Pitti, attraversando il cuore antico di Firenze.
Corridoio Vasariano, interno I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Realizzati a partire dal 2022 dalle Gallerie degli Uffizi e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, i lavori hanno richiesto anni di indagini e coinvolto decine di specialisti per un costo di circa 10 milioni di euro, oltre a un milione di dollari donato nel 2023 dall’imprenditore statunitense Skip Avansino. Completamente restaurato dal pavimento in cotto agli incannicciati delle volte, il Corridoio Vasariano è stato dotato di rampe, pedane e ascensori che ne garantiscono la piena accessibilità ai visitatori disabili, uscite di sicurezza, illuminazione a led a basso consumo e videosorveglianza.
“Mantenendo un impegno preso con i cittadini l’indomani dell’insediamento, il Corridoio Vasariano riapre entro la fine del 2024 al pubblico”, ha dichiarato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde: “Per il Complesso degli Uffizi si tratta di un momento di strategica importanza che permette di ricucire, anche nella sua fruibilità, l’unitarietà della sua storia monumentale e collezionistica. Dal 21 dicembre, infatti, i visitatori che vorranno farlo potranno passare da una parte all’altra dell’Arno, apprezzando in tutta la sua tentacolare estensione la vastità, la coerenza e la ricchezza della cittadella medicea del potere e delle arti. Questa apertura, infatti, va di pari passo con l’opera sistematica di riqualificazione e di ricomposizione museale in corso e che vede concentrate allo stesso livello cure sia sul complesso vasariano degli Uffizi che su Boboli e Palazzo Pitti”.
Corridoio Vasariano, Firenze I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Fu il duca Cosimo I de’ Medici a commissionare il progetto del Corridoio a Giorgio Vasari. In un’epoca di guerre, rivolte e congiure, questa via aerea ancora oggi unica al mondo avrebbe permesso ai signori di Firenze di spostarsi in breve tempo e senza rischi tra la sede del governo a Palazzo Vecchio e la reggia di Palazzo Pitti. La struttura vide la luce nel 1565, in occasione del matrimonio del figlio di Cosimo, Francesco I de’ Medici, con Giovanna d’Austria: gli ospiti della casa d’Asburgo al seguito della principessa dovettero restare stupiti dalla galleria, che dagli Uffizi conduceva fino alla Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli. Nei suoi 750 metri di lunghezza, il tunnel costeggia l’Arno e lo attraversa, entra nei palazzi, gira intorno alla Torre de' Mannelli, si affaccia nella Chiesa di Santa Felicita in un susseguirsi di scorci panoramici sulla città che permette di catturarne tutta la bellezza. Sia il complesso degli Uffizi che il Corridoio si inquadravano nel progetto più ampio di risanamento del quartiere, povero e malfamato - e per questo allora detto “di baldracca” - che si estendeva fra Palazzo Vecchio e il fiume. Seppur adibito a funzioni di governo, l’edificio degli Uffizi si apprestava già a divenire un museo, anzi il prototipo di tutti i musei a venire, e Palazzo Pitti, acquisito con la dote da Eleonora di Toledo (la giovane sposa di Cosimo I), ampliato e dotato di un grande giardino, si preparava a diventare una reggia.
Vista dell'Arno dal Corridoio Vasariano, Firenze I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Non è un caso il corridore del Vasari sia detto “passetto fiorentino”. Per la sua realizzazione, infatti, il duca e l’architetto si ispirarono al celebre passaggio, il passetto appunto, costruito durante il papato di Alessandro V (1415-17) a Roma, che mette in comunicazione il palazzo del Vaticano con Castel Sant’Angelo, noto per aver salvato la vita a papa Clemente VII (Giulio de’ Medici) durante il Sacco di Roma del 1527. Altro riferimento fu il corridore bramantesco costruito nel 1505 per collegare i Palazzi Apostolici Vaticani con il Casino del Belvedere di Innocenzo VIII.
In breve tempo i passetti avrebbero valicato le Alpi. Dopo il caso di Firenze, è da ricordare quello di Parigi con la Grande Galerie du Louvre, la cui costruzione - guarda caso - è legata alla regina Caterina de’ Medici. L’obiettivo era lo stesso: unire spazialmente il cuore politico-istituzionale del Regno alla dimora dei sovrani con un passaggio coperto che servisse anche da luogo di allestimento delle collezioni reali, proteggendo la monarchia da attentati e colpi di Stato. Il primo passo che porterà alla nascita della Grande Galerie del Louvre risale allo stesso anno della costruzione del Corridoio fiorentino: lo rivela una lettera che nel marzo del 1565 Caterina inviò al cugino Enrico I, duca di Montmorency, futuro Maresciallo di Francia e responsabile dell’edilizia della monarchia, in cui la regina lo prega di “dare ordine, seguendo ciò che il Re mio figlio ha scritto, perché si cominci a includere l’edificio delle Tuileries dentro la cinta muraria della città, poiché non si potrebbe farmi cosa più gradita che tenermi al corrente delle opportunità che si apriranno da questo cantiere”.
Corridoio Vasariano dall'alto I Courtesy Gallerie degli Uffizi
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Corridoio Vasariano, interno I Courtesy Gallerie degli Uffizi
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“Mantenendo un impegno preso con i cittadini l’indomani dell’insediamento, il Corridoio Vasariano riapre entro la fine del 2024 al pubblico”, ha dichiarato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde: “Per il Complesso degli Uffizi si tratta di un momento di strategica importanza che permette di ricucire, anche nella sua fruibilità, l’unitarietà della sua storia monumentale e collezionistica. Dal 21 dicembre, infatti, i visitatori che vorranno farlo potranno passare da una parte all’altra dell’Arno, apprezzando in tutta la sua tentacolare estensione la vastità, la coerenza e la ricchezza della cittadella medicea del potere e delle arti. Questa apertura, infatti, va di pari passo con l’opera sistematica di riqualificazione e di ricomposizione museale in corso e che vede concentrate allo stesso livello cure sia sul complesso vasariano degli Uffizi che su Boboli e Palazzo Pitti”.
Corridoio Vasariano, Firenze I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Fu il duca Cosimo I de’ Medici a commissionare il progetto del Corridoio a Giorgio Vasari. In un’epoca di guerre, rivolte e congiure, questa via aerea ancora oggi unica al mondo avrebbe permesso ai signori di Firenze di spostarsi in breve tempo e senza rischi tra la sede del governo a Palazzo Vecchio e la reggia di Palazzo Pitti. La struttura vide la luce nel 1565, in occasione del matrimonio del figlio di Cosimo, Francesco I de’ Medici, con Giovanna d’Austria: gli ospiti della casa d’Asburgo al seguito della principessa dovettero restare stupiti dalla galleria, che dagli Uffizi conduceva fino alla Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli. Nei suoi 750 metri di lunghezza, il tunnel costeggia l’Arno e lo attraversa, entra nei palazzi, gira intorno alla Torre de' Mannelli, si affaccia nella Chiesa di Santa Felicita in un susseguirsi di scorci panoramici sulla città che permette di catturarne tutta la bellezza. Sia il complesso degli Uffizi che il Corridoio si inquadravano nel progetto più ampio di risanamento del quartiere, povero e malfamato - e per questo allora detto “di baldracca” - che si estendeva fra Palazzo Vecchio e il fiume. Seppur adibito a funzioni di governo, l’edificio degli Uffizi si apprestava già a divenire un museo, anzi il prototipo di tutti i musei a venire, e Palazzo Pitti, acquisito con la dote da Eleonora di Toledo (la giovane sposa di Cosimo I), ampliato e dotato di un grande giardino, si preparava a diventare una reggia.
Vista dell'Arno dal Corridoio Vasariano, Firenze I Courtesy Gallerie degli Uffizi
Non è un caso il corridore del Vasari sia detto “passetto fiorentino”. Per la sua realizzazione, infatti, il duca e l’architetto si ispirarono al celebre passaggio, il passetto appunto, costruito durante il papato di Alessandro V (1415-17) a Roma, che mette in comunicazione il palazzo del Vaticano con Castel Sant’Angelo, noto per aver salvato la vita a papa Clemente VII (Giulio de’ Medici) durante il Sacco di Roma del 1527. Altro riferimento fu il corridore bramantesco costruito nel 1505 per collegare i Palazzi Apostolici Vaticani con il Casino del Belvedere di Innocenzo VIII.
In breve tempo i passetti avrebbero valicato le Alpi. Dopo il caso di Firenze, è da ricordare quello di Parigi con la Grande Galerie du Louvre, la cui costruzione - guarda caso - è legata alla regina Caterina de’ Medici. L’obiettivo era lo stesso: unire spazialmente il cuore politico-istituzionale del Regno alla dimora dei sovrani con un passaggio coperto che servisse anche da luogo di allestimento delle collezioni reali, proteggendo la monarchia da attentati e colpi di Stato. Il primo passo che porterà alla nascita della Grande Galerie del Louvre risale allo stesso anno della costruzione del Corridoio fiorentino: lo rivela una lettera che nel marzo del 1565 Caterina inviò al cugino Enrico I, duca di Montmorency, futuro Maresciallo di Francia e responsabile dell’edilizia della monarchia, in cui la regina lo prega di “dare ordine, seguendo ciò che il Re mio figlio ha scritto, perché si cominci a includere l’edificio delle Tuileries dentro la cinta muraria della città, poiché non si potrebbe farmi cosa più gradita che tenermi al corrente delle opportunità che si apriranno da questo cantiere”.
Corridoio Vasariano dall'alto I Courtesy Gallerie degli Uffizi
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