La gelida sensualità di Tamara
![](http://www.arte.it/foto/600x450/ce/7056-tamara101.jpg)
Ritratto madame M. di Tamara de Lempicka
15/11/2006
1925: a Milano, galleria del conte Emanuele Castelbarco, Bottega di Poesia, la prima mostra personale di Tamara de Lempicka (Varsavia 1898 – Cuernavaca 1979). 2006: a distanza di ottant’anni, il capoluogo lombardo ripropone il fascino del lavoro di Tamara, con la mostra internazionale a lei dedicata, allestita a Palazzo Reale fino al 14 gennaio 2007.
Pittrice icona dell’Art Déco, la Lempicka ha creato immagini simbolo di un’epoca. La creazione delle sue donne emancipate, indipendenti e trasgressive, dalla sicurezza gelida e perfetta con le labbra rosso profondo e le braccia ricoperte di gioielli, si affianca alla cura della sua stessa immagine di artista elegante e sofisticata, al centro della mondanità europea. Non è casuale il mito di Tamara “donna moderna” dai comportamenti sessuali che precorrono la cosiddetta generazione BI (bisex). Nelle sue immagini, che oscillano tra raffinata sensualità e gelido classicismo, l’artista sviluppa una “visione amorosa”, ovvero deformata dai sentimenti, tanto che le figure quasi esplodono fuoriuscendo dalla tela.
Dipinti, disegni, documenti, fotografie e immagini di repertorio ripercorrono la carriera dell’artista polacca che visse in Russia, a Parigi, in Italia, per approdare negli Stati Uniti e passare gli ultimi anni in Messico. Mantenendo costante il parallelismo tra la vita e l’opera di Tamara, la mostra si apre evidenziando il momento della fuga dell’artista dalla Russia all’Europa, quando inizia una nuova vita a Parigi, allieva di André Lhote. Tra i suoi primi ritratti, quello dedicato alla figlia Kizette, Portrait d’une fillette avec son ourson (1922) e La bohémienne (1923).
Sono poi presenti alcuni dei suoi famosi ritratti e nudi degli anni del suo massimo successo, unici nella rappresentazione della società mondana negli anni tra le due guerre, e nella raffigurazione di ciò che era considerato glamour: il telefono, le vedute urbane con grattacieli, le barche a vela. Le dittature in Europa e la paura delle persecuzioni razziali (il padre di Tamara era ebreo, così come il suo secondo marito, il barone Raoul Kuffner), la convincono a partire nel 1939 per Cuba e poi per gli Stati Uniti; anni in cui realizza opere dal carattere meditativo e dallo stile iperrealista e le nature morte ispirate all’arte fiamminga.
TAMARA de LEMPICKA
5 ottobre 2006 – 14 gennaio 2007
Milano, Palazzo Reale
Info: Tel. 02 54919
Orario call center: Lunedì – Venerdì ore 9.00 – 17.00
www.tamaradelempicka.it
Pittrice icona dell’Art Déco, la Lempicka ha creato immagini simbolo di un’epoca. La creazione delle sue donne emancipate, indipendenti e trasgressive, dalla sicurezza gelida e perfetta con le labbra rosso profondo e le braccia ricoperte di gioielli, si affianca alla cura della sua stessa immagine di artista elegante e sofisticata, al centro della mondanità europea. Non è casuale il mito di Tamara “donna moderna” dai comportamenti sessuali che precorrono la cosiddetta generazione BI (bisex). Nelle sue immagini, che oscillano tra raffinata sensualità e gelido classicismo, l’artista sviluppa una “visione amorosa”, ovvero deformata dai sentimenti, tanto che le figure quasi esplodono fuoriuscendo dalla tela.
Dipinti, disegni, documenti, fotografie e immagini di repertorio ripercorrono la carriera dell’artista polacca che visse in Russia, a Parigi, in Italia, per approdare negli Stati Uniti e passare gli ultimi anni in Messico. Mantenendo costante il parallelismo tra la vita e l’opera di Tamara, la mostra si apre evidenziando il momento della fuga dell’artista dalla Russia all’Europa, quando inizia una nuova vita a Parigi, allieva di André Lhote. Tra i suoi primi ritratti, quello dedicato alla figlia Kizette, Portrait d’une fillette avec son ourson (1922) e La bohémienne (1923).
Sono poi presenti alcuni dei suoi famosi ritratti e nudi degli anni del suo massimo successo, unici nella rappresentazione della società mondana negli anni tra le due guerre, e nella raffigurazione di ciò che era considerato glamour: il telefono, le vedute urbane con grattacieli, le barche a vela. Le dittature in Europa e la paura delle persecuzioni razziali (il padre di Tamara era ebreo, così come il suo secondo marito, il barone Raoul Kuffner), la convincono a partire nel 1939 per Cuba e poi per gli Stati Uniti; anni in cui realizza opere dal carattere meditativo e dallo stile iperrealista e le nature morte ispirate all’arte fiamminga.
TAMARA de LEMPICKA
5 ottobre 2006 – 14 gennaio 2007
Milano, Palazzo Reale
Info: Tel. 02 54919
Orario call center: Lunedì – Venerdì ore 9.00 – 17.00
www.tamaradelempicka.it
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