Chiesa di San Francesco
Bologna, Piazza Malpighi 9
- Dove: Bologna, Piazza Malpighi 9
- Indirizzo: Piazza Malpighi 9
- Telefono: +39 051 221762
- Apertura: dalle 6.30 alle 12 e dalle 15 alle 19
DESCRIZIONE:
La Basilica di San Francesco, benché si presenti oggi come il frutto di pesanti restauri, è da annoverare tra i più importanti edifici gotici della città. La sua costruzione, iniziata negli anni Trenta del Duecento, si concluse nelle parti principali nel 1263. L’attività edilizia continuò anche nei secoli successivi con l’edificazione di numerose cappelle lungo i lati delle navatelle, poi demolite durante i restauri dell’Ottocento. L’unica cappella superstite è quella di San Bernardino, ancora visibile nella navata sinistra, le cui forme e decorazione sono in stile tardogotico. Alla fine del Trecento vennero realizzate anche la cappella Muzzarelli (1397) e il campanile (1397-1402), opere dell’architetto Antonio di Vincenzo. I pilastri ottagonali che dividono le tre navate, le volte a sei vele e il deambulatorio con cappelle radiali rimandano al gotico francese. Sconsacrato nel 1798, l’edificio fu successivamente utilizzato come dogana (1804); caduto in abbandono, fu alla fine del XIX secolo che si decise di recuperarlo con un’importante campagna di restauri commissionata ad Alfonso Rubbiani.
La Basilica di San Francesco, benché si presenti oggi come il frutto di pesanti restauri, è da annoverare tra i più importanti edifici gotici della città. La sua costruzione, iniziata negli anni Trenta del Duecento, si concluse nelle parti principali nel 1263. L’attività edilizia continuò anche nei secoli successivi con l’edificazione di numerose cappelle lungo i lati delle navatelle, poi demolite durante i restauri dell’Ottocento. L’unica cappella superstite è quella di San Bernardino, ancora visibile nella navata sinistra, le cui forme e decorazione sono in stile tardogotico. Alla fine del Trecento vennero realizzate anche la cappella Muzzarelli (1397) e il campanile (1397-1402), opere dell’architetto Antonio di Vincenzo. I pilastri ottagonali che dividono le tre navate, le volte a sei vele e il deambulatorio con cappelle radiali rimandano al gotico francese. Sconsacrato nel 1798, l’edificio fu successivamente utilizzato come dogana (1804); caduto in abbandono, fu alla fine del XIX secolo che si decise di recuperarlo con un’importante campagna di restauri commissionata ad Alfonso Rubbiani.
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