Lo specchio della vita (E ciò che l'una fa, e le altre fanno)

Crocetta

Lo specchio della vita (E ciò che l'una fa, e le altre fanno)
Fondata su studi dal vero che risalgono al 1894, l'opera è salutata all'Esposizione torinese del 1898 come una delle più significative del momento, densa di riferimenti alle tematiche simboliche e agli stilemi puristici preraffaelliti. Lo stesso soggetto, che commenta un verso  dantesco, ben si inquadra in questa lettura dei contemporanei, che non dispiace al Pellizza viaggiatore e reduce dal soggiorno di studio fiorentino. Il procedere cadenzato delle pecore sull'argine del Curone, musicalmente scandito, fa da contraltare a una natura immobile e tersa rappresentata oggettivamente dall'artista. Mai forse come in questo caso l'impiego dei colori divisi in tinte fondamentali, prossime a quelle pure dello spettro cromatico, raggiunge in Pellizza una maggiore convinzione teorica e una più felice applicazione pratica.