Giovanni da Fiesole (Beato Angelico)
Vicchio di Mugello 1400 ca - Roma 18/02/1455
Giovanni da Fiesole, al secolo Guido di Pietro detto il Beato Angelico, fu beatificato da papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1982.
Tuttavia già dopo la sua morte fu chiamato Beato Angelico tanto per l'emozionante religiosità dei suoi lavori quanto per le sue doti di umanità e umiltà.
Nel Trittico di san Pietro martire, commissionato dalle suore di San Pietro Martire di Firenze e realizzato tra 1428 e il 1429 il pittore mostra di conoscere le novità di Gentile da Fabriano e di Masaccio, abbracciando sempre più il secondo pur sviluppando, a partire dagli anni trenta, uno stile personale, interessato a conferire volume alle figure all’interno di uno spazio realistico, regolato dalle leggi della prospettiva.
Le grandi pale compiute tra gli anni venti e gli anni trenta del Quattrocento per la chiesa di San Domenico di Fiesole gli valsero una notevole fama. Tra il 1424-1425 eseguì la prima delle tre tavole per gli altari della chiesa di San Domenico: la cosiddetta Pala di Fiesole, tra le prime opere certe dell'artista.
All'inizio degli anni Trenta risalgono le celebri annunciazioni su tavola, come l'Annunciazione del Prado - che presenta per la prima volta l’impiego della luce diafana ad avvolgere la composizione - l'Annunciazione di San Giovanni Valdarno e quella di Cortona. L’Incoronazione della Vergine agli Uffizi o quella del Louvre, risalgono rispettivamente al 1432 e al 1434-1435.
Probabilmente Angelico mantenne il suo laboratorio di San Domenico fino a buona parte del 1440. Fu protagonista di quell'irripetibile stagione artistica che, sotto i Medici, vide a Firenze grandi opere pubbliche tra cui lo stesso convento di San Marco, alla cui decorazione pittorica l’artista partecipò.
Pietra miliare dell’arte del Rinascimento con la loro armonia e semplicità, gli affreschi di San Marco sono anche i più celebri del Beato Angelico. I fatti evangelici, privi di distrazioni decorative, vengono per la prima volta letti con un'efficacia maggiore rispetto al passato.
Le figure appaiono semplificate e alleggerite, la cromia più tenue.
Nella seconda metà del 1445, il pittore fu chiamato a Roma da papa Eugenio IV. Nella città soggiornò dal 1446 al 1449, nel convento di Santa Maria sopra Minerva. L'unica sua commissione papale superstite è rappresentata dagli affreschi della Cappella Niccolina, nel Palazzo Apostolico vaticano.
L'11 maggio 1447, con il consenso del papa, si recò a Orvieto per lavorare alla volta della Cappella di San Brizio nella cattedrale. Tornato a Roma, completò la Cappella Niccolina entro il 1448 per rientrare, due anni dopo, a Firenze.
C’è molta incertezza riguardo quegli anni, come anche riguardo l'Incoronazione della Vergine del Louvre, mentre è sicuramente documentabile a dopo il 1450 la Pala di Bosco ai Frati, commissionata da Cosimo de' Medici.
L'ultima opera del pittore è riconosciuta nel tondo con l'Adorazione dei Magi, avviato forse nel 1455 e completato da Filippo Lippi.
Intorno al 1452 l'Angelico fece ritorno a Roma, per realizzare varie opere in Santa Maria sopra Minerva, un ciclo oggi perduto.
Fra Giovanni morì nella città eterna il 18 febbraio del 1455 e fu sepolto nella chiesa della Minerva.