Curata da uno degli studi di progettazione più celebri e influenti al mondo, che ne è anche protagonista, la mostra indaga il movimento come proprietà interna dell’architettura: edifici che cambiano configurazione, che hanno elementi mobili, che si gonfiano o si girano per accogliere i visitatori.
Come cyborg contemporanei o soggetti biomeccanici, le architetture si muovono e agiscono per costruire relazioni migliori con chi le abita e con l’ambiente.La capacità di muoversi o modificarsi come un transformer è una caratteristica ricorrente del lavoro dello studio Diller Scofidio + Renfro, che spesso ha usato il movimento anche come piattaforma per mettere in comunicazione arte e architettura.