La Signora della Casa. Spose e madri nell'Agro falisco
![La Signora della Casa. Spose e madri nell'agro fallisco, Forte Sangallo, Civita Castellana (VT) La Signora della Casa. Spose e madri nell'agro fallisco, Forte Sangallo, Civita Castellana (VT)](http://www.arte.it/foto/600x450/ed/21701-a5aee92d1ebf536fe88bf1720fcc8284959f2dd.jpg)
La Signora della Casa. Spose e madri nell'agro fallisco, Forte Sangallo, Civita Castellana (VT)
Dal 16 Aprile 2014 al 09 Novembre 2014
Civita Castellana | Viterbo
Luogo: Museo archeologico dell'agro falisco - Forte Sangallo
Indirizzo: via del Forte
Orari: 8-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0761 513735
E-Mail info: sba-em@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.etruriameridionale.beniculturali.it/
Si inaugura il 16 aprile prossimo alle 17 nel Forte Sangallo di Civita Castellana una mostra dedicata alla figura femminile del ricco territorio abitato in antico dai Fallisci, realizzata in collaborazione con l’Amministrazione Comunale.
Sono soprattutto le spose e le madri dell’VIII secolo a.C. a condurci per mano in questa esposizione; ed è Narce, il più importante centro dell’Agro falisco meridionale oggi coincidente con il Parco Regionale Valle del Treja, nei Comuni di Mazzano e Calcata, ad avere restituito le testimonianze più illuminanti per la comprensione del mondo femminile dell’epoca. Un mondo dove la condizione sociale e il prestigio si coniugano con l’ostentazione della ricchezza, che raggiunge talora livelli principeschi: collane e monili d’oro, di ambra, di faiençe e pasta vitrea si compongono in un turbinio di colori diversi, secondo una sequenza che mette in risalto l’esistenza di una vera e propria moda nel costume delle donne di alto rango. Ma soprattutto è significativo che il prestigio sociale sia legato alla gestione della casa e delle attività produttive nella lavorazione dei tessuti e che questo costituisca il discrimine rispetto alla condizione di fanciulla non ancora andata a nozze.
La mostra, grazie alla collaborazione del MAVNA (Museo Archeologico Virtuale di Narce) si avvale di sagome in legno, realizzate da Jacopo Tabolli con il supporto di Matteo Gennaro dell’Accademia di Belle Arti di Roma, sulla base dei disegni dei taccuini degli scavi ottocenteschi. Dal MAVNA vengono anche le ricostruzioni al vero di due figure femminili: sugli abiti di lana e lino, tessuti con telaio e tecniche antiche da Laura Cambellotti e dal laboratorio di tessitura del MAVNA, spiccano i gioielli appositamente creati da Elisabetta Lolito dello Studio Argante di Calcata, sulla base di quelli originali.
Sono soprattutto le spose e le madri dell’VIII secolo a.C. a condurci per mano in questa esposizione; ed è Narce, il più importante centro dell’Agro falisco meridionale oggi coincidente con il Parco Regionale Valle del Treja, nei Comuni di Mazzano e Calcata, ad avere restituito le testimonianze più illuminanti per la comprensione del mondo femminile dell’epoca. Un mondo dove la condizione sociale e il prestigio si coniugano con l’ostentazione della ricchezza, che raggiunge talora livelli principeschi: collane e monili d’oro, di ambra, di faiençe e pasta vitrea si compongono in un turbinio di colori diversi, secondo una sequenza che mette in risalto l’esistenza di una vera e propria moda nel costume delle donne di alto rango. Ma soprattutto è significativo che il prestigio sociale sia legato alla gestione della casa e delle attività produttive nella lavorazione dei tessuti e che questo costituisca il discrimine rispetto alla condizione di fanciulla non ancora andata a nozze.
La mostra, grazie alla collaborazione del MAVNA (Museo Archeologico Virtuale di Narce) si avvale di sagome in legno, realizzate da Jacopo Tabolli con il supporto di Matteo Gennaro dell’Accademia di Belle Arti di Roma, sulla base dei disegni dei taccuini degli scavi ottocenteschi. Dal MAVNA vengono anche le ricostruzioni al vero di due figure femminili: sugli abiti di lana e lino, tessuti con telaio e tecniche antiche da Laura Cambellotti e dal laboratorio di tessitura del MAVNA, spiccano i gioielli appositamente creati da Elisabetta Lolito dello Studio Argante di Calcata, sulla base di quelli originali.
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