Ernst Barlach. Lo scettico. Figure di un mondo migliore
Dal 13 Giugno 2015 al 13 Settembre 2015
Venezia
Luogo: Chiesa di Campo Ss. Apostoli
Indirizzo: Campo Santi Apostoli
Orari: da mercoledì a lunedì 16-20
Enti promotori:
- Ernst Barlach Gesellschaft Hamburg
- Comunità Evangelica Luterana di Venezia
Telefono per informazioni: +39 049 8668929
E-Mail info: venezia@chiesaluterana.it
Sito ufficiale: http://www.chiesa-venezia.it/
La Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI), che riunisce le comunità luterane dell’intera penisola, annuncia che dal prossimo 13 giugno prenderà il via a Venezia, presso la chiesa in Campo Ss. Apostoli nel sestiere di Cannaregio, la mostra “Ernst Barlach – lo scettico: figure di un mondo migliore” che si concluderà il prossimo 13 settembre.
In parallelo alla Biennale di Venezia - 56° Esposizione Internazionale d’Arte, nella suggestiva cornice rinascimentale dell’antica Scuola dell’Angelo Custode, oggi luogo di culto luterano in laguna, i visitatori potranno ammirare le opere di Ernst Barlach (1870-1938), uno degli artisti tedeschi più significativi del XX secolo: i suoi lavori plastici, disegni e opere grafiche si trovano in collezioni e musei di tutto il mondo e il suo L’Angelo sospeso, Monumento commemorativo di Güstrow in Germania, è internazionalmente noto quale simbolo e monito contro la guerra.
Durante il Nazismo, l’opera di Barlach venne addirittura considerata “degenere” e centinaia di sue opere furono sequestrate, smontate e, in parte, distrutte, ma i suoi lavori – con, al centro, l’essere umano e le sue paure, preoccupazioni e domande sul futuro – sono attuali ancora oggi.
La mostra è realizzata - come contributo indipendente alla 56ª Biennale di Venezia, il cui tema sarà All the world’s futures – dalla Ernst Barlach Gesellschaft Hamburg, in cooperazione con la Comunità Evangelica Luterana di Venezia. Inoltre, ha ricevuto il supporto della VAH, Verein Ausstellungshaus für christliche Kunst e.V. München e di Luther 2017, quali main sponsor, ed è sostenuta dal Consolato generale di Germania di Milano e dalla Chiesa unita evangelico-luterana di Germania, VELKD.
La mostra sarà visitabile ogni giorno (inclusi sabato e domenica e ad eccezione del solo martedì di chiusura) dalle ore 16 alle ore 20 presso la chiesa di Campo Ss. Apostoli nel sestiere di Cannaregio.
Con il supporto di una dettagliata cronologia storica testo-immagine, che inquadrerà la produzione dell’autore nel contesto globale del XX secolo, i presenti potranno ammirare 40 opere plastiche di tutte le fasi produttive di Barlach e 70 disegni e opere grafiche.
Ernst Barlach viene, peraltro, considerato ambasciatore artistico dell’anniversario della Riforma a Venezia: d’altronde, come Lutero fu Riformatore della Chiesa, così Barlach fu un riformatore dell’arte.
E a Lutero non lo lega soltanto un analogo sentimento di ribellione verso l’autorità e verso una situazione repressiva e ingiusta, ma soprattutto la ferma convinzione del ruolo fondamentale della libertà di pensiero e di coscienza.
Con Lutero, la fede e il dubbio trovarono il loro posto fisso nella Chiesa poiché una Chiesa della Riforma è sempre anche una Chiesa degli scettici, che Dio ama. Nella sua epoca, Barlach dubitò invece delle promesse di fortuna legate al materialismo e consumismo e cercò delle “controimmagini”, delle immagini di forza esistenziale che fossero in grado di esprimere le preoccupazioni e le necessità della gente, ma anche le loro speranze e le loro legittime proiezioni del futuro. Egli si considerava un “cercatore di Dio” e la sua vita intera si sviluppò in un dialogo continuo con la Chiesa protestante.
“I soggetti ritratti o scolpiti da Barlach colpiscono per l’immensa carica emotiva che esprimono: siano essi contadini o mendicanti, stiano suonando o leggendo, siano disperati o sognatori, in lotta o in lutto, in estasi o in concentrazione, sono tutti comunque caratterizzati dall’empatia per il prossimo e per le sorti del mondo. Ecco perché la mostra di un simile artista, che rappresenta un alto grado di solidarietà e responsabilità, è profondamente significativa per la nostra comunità: per il suo intrinseco valore artistico e culturale e per il suo rilievo morale e spirituale – spiega Bernd Prigge, pastore della comunità luterana di Venezia – Sono altresì convinto che questa esposizione possa essere, come nella nostra tradizione, anche un’occasione di conoscenza e arricchimento reciproco tra noi luterani e chi è di confessione, religione o convinzioni differenti. E, pertanto, rivolgo un caloroso invito a cittadini e a turisti affinché vengano a visitare la mostra e a conoscere la nostra comunità luterana, la più antica d’Italia”.
La presenza a Venezia di persone di fede protestante risale infatti al XVI secolo, cioè sin dagli anni della Riforma di Martin Lutero: nella sua storia la Comunità luterana di Venezia ha spesso dovuto dare prova di coraggio ma, nonostante periodiche vessazioni e repressioni, le idee di Lutero non furono così osteggiate come altrove, grazie alla mentalità aperta della città lagunare in tema religioso. Oggi, la piccola comunità di Venezia è composta da 120 persone in tutto, metà residenti in laguna e l'altra metà distribuite tra Padova, Vicenza, Treviso e Abano Terme.
In parallelo alla Biennale di Venezia - 56° Esposizione Internazionale d’Arte, nella suggestiva cornice rinascimentale dell’antica Scuola dell’Angelo Custode, oggi luogo di culto luterano in laguna, i visitatori potranno ammirare le opere di Ernst Barlach (1870-1938), uno degli artisti tedeschi più significativi del XX secolo: i suoi lavori plastici, disegni e opere grafiche si trovano in collezioni e musei di tutto il mondo e il suo L’Angelo sospeso, Monumento commemorativo di Güstrow in Germania, è internazionalmente noto quale simbolo e monito contro la guerra.
Durante il Nazismo, l’opera di Barlach venne addirittura considerata “degenere” e centinaia di sue opere furono sequestrate, smontate e, in parte, distrutte, ma i suoi lavori – con, al centro, l’essere umano e le sue paure, preoccupazioni e domande sul futuro – sono attuali ancora oggi.
La mostra è realizzata - come contributo indipendente alla 56ª Biennale di Venezia, il cui tema sarà All the world’s futures – dalla Ernst Barlach Gesellschaft Hamburg, in cooperazione con la Comunità Evangelica Luterana di Venezia. Inoltre, ha ricevuto il supporto della VAH, Verein Ausstellungshaus für christliche Kunst e.V. München e di Luther 2017, quali main sponsor, ed è sostenuta dal Consolato generale di Germania di Milano e dalla Chiesa unita evangelico-luterana di Germania, VELKD.
La mostra sarà visitabile ogni giorno (inclusi sabato e domenica e ad eccezione del solo martedì di chiusura) dalle ore 16 alle ore 20 presso la chiesa di Campo Ss. Apostoli nel sestiere di Cannaregio.
Con il supporto di una dettagliata cronologia storica testo-immagine, che inquadrerà la produzione dell’autore nel contesto globale del XX secolo, i presenti potranno ammirare 40 opere plastiche di tutte le fasi produttive di Barlach e 70 disegni e opere grafiche.
Ernst Barlach viene, peraltro, considerato ambasciatore artistico dell’anniversario della Riforma a Venezia: d’altronde, come Lutero fu Riformatore della Chiesa, così Barlach fu un riformatore dell’arte.
E a Lutero non lo lega soltanto un analogo sentimento di ribellione verso l’autorità e verso una situazione repressiva e ingiusta, ma soprattutto la ferma convinzione del ruolo fondamentale della libertà di pensiero e di coscienza.
Con Lutero, la fede e il dubbio trovarono il loro posto fisso nella Chiesa poiché una Chiesa della Riforma è sempre anche una Chiesa degli scettici, che Dio ama. Nella sua epoca, Barlach dubitò invece delle promesse di fortuna legate al materialismo e consumismo e cercò delle “controimmagini”, delle immagini di forza esistenziale che fossero in grado di esprimere le preoccupazioni e le necessità della gente, ma anche le loro speranze e le loro legittime proiezioni del futuro. Egli si considerava un “cercatore di Dio” e la sua vita intera si sviluppò in un dialogo continuo con la Chiesa protestante.
“I soggetti ritratti o scolpiti da Barlach colpiscono per l’immensa carica emotiva che esprimono: siano essi contadini o mendicanti, stiano suonando o leggendo, siano disperati o sognatori, in lotta o in lutto, in estasi o in concentrazione, sono tutti comunque caratterizzati dall’empatia per il prossimo e per le sorti del mondo. Ecco perché la mostra di un simile artista, che rappresenta un alto grado di solidarietà e responsabilità, è profondamente significativa per la nostra comunità: per il suo intrinseco valore artistico e culturale e per il suo rilievo morale e spirituale – spiega Bernd Prigge, pastore della comunità luterana di Venezia – Sono altresì convinto che questa esposizione possa essere, come nella nostra tradizione, anche un’occasione di conoscenza e arricchimento reciproco tra noi luterani e chi è di confessione, religione o convinzioni differenti. E, pertanto, rivolgo un caloroso invito a cittadini e a turisti affinché vengano a visitare la mostra e a conoscere la nostra comunità luterana, la più antica d’Italia”.
La presenza a Venezia di persone di fede protestante risale infatti al XVI secolo, cioè sin dagli anni della Riforma di Martin Lutero: nella sua storia la Comunità luterana di Venezia ha spesso dovuto dare prova di coraggio ma, nonostante periodiche vessazioni e repressioni, le idee di Lutero non furono così osteggiate come altrove, grazie alla mentalità aperta della città lagunare in tema religioso. Oggi, la piccola comunità di Venezia è composta da 120 persone in tutto, metà residenti in laguna e l'altra metà distribuite tra Padova, Vicenza, Treviso e Abano Terme.
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