Carlo Carli. L’umanità attraversa le intemperie
Dal 28 Aprile 2022 al 04 Maggio 2022
Venezia
Luogo: Archivio di Stato di Venezia
Indirizzo: Campo dei Frari 3002
E-Mail info: info@carlocarliart.com
Sito ufficiale: http://www.carlocarliart.com
La mostra “L’umanità attraversa le intemperie” che Carlo Carli inaugura giovedì 28 aprile all’Archivio di Stato di Venezia si amplia con un trittico che l’artista toscano dedica alla guerra in Ucraina e al suo pesante carico di dolore per le vittime civili. “Le tragiche vicende che stanno colpendo l’Ucraina in queste ore ci parlano di una violenza che non ha compreso il senso della memoria storica”, dice la curatrice della mostra Claudia Baldi. “Il trittico di Carli è un manifesto contro la guerra, un grido di disperazione che non può rimanere inascoltato e che scuote le nostre coscienze”.
Nella tela “Mariupol” Carli riprende un’immagine di cronaca – una donna incinta e ferita tratta in salvo dalle macerie nella città distrutta di Mariupol – alla quale viene affiancata la scena sacra della “Flagellazione di Cristo” di Caravaggio. In “Ucraina: innocenza colpita” il parallelismo avviene tra le immagini di padri che scappano con i figli tra le braccia e la citazione dall’opera “La strage degli innocenti” di Guido Reni, mentre nella tela dedicata a Sant’Anna di Stazzema e Bucha, il legame tra la strage nazista e le atrocità avvenute nella città ucraina di Bucha sono una denuncia di come gli avvenimenti tragici della storia si ripetono.
“In questi lavori Carli utilizza un colore antinaturalistico, volutamente espressionista, che accentua nei rossi vermigli, nei verdi accesi, nel segno spesso e nero dei contorni, la drammaticità dei soggetti trattati”, dice ancora la curatrice. “Essi diventano protagonisti di una narrazione immediata che con la forza espressiva della grafica, creano un corto circuito visivo tra presente e passato, con l’intento di trasmettere il messaggio potente dell’Umanità come valore universale, oltre qualsiasi conflitto e prevaricazione.
La mostra “L’umanità attraversa le intemperie” si inaugura giovedì 28 aprile alle ore 15:00. Si potrà visitare all’Archivio di Stato di Venezia fino al 4 maggio con orario 10:00-17:30. Il catalogo accoglie un contributo scritto di Anna Maria Buzzi, Direttore generale Archivi del Ministero della Cultura e il saluto istituzionale di Stefania Piersanti, Direttrice dell'Archivio di Stato di Venezia, oltre alla presentazione a cura di Claudia Baldi e a un testo critico di Alessandro Romanini sull’arte di Carlo Carli. In mostra diciannove opere e nove disegni dell’artista.
Con questa nuova esposizione Carlo Carli ribadisce il proprio impegno sociale per un’arte che non si limita a descrivere il mondo, ma vuole stimolare una riflessione per contribuire a cambiarlo: è un’umanità intensa la sua, alle prese con le grandi intemperie dei nostri giorni che provocano incertezza, paura, fragilità, precarietà. I grandi cambiamenti climatici che in alcune aree del mondo causano siccità e desertificazione e in altre regioni devastanti e improvvise tempeste d'acqua, ma anche la sfida tutt’ora in corso contro la pandemia, che sempre di più ha sottolineato l’interconnessione tra i popoli e messo in evidenza come le sfide e le soluzioni siano sempre più globali. E, ancora, il dramma della guerra, o meglio delle tante guerre che hanno ormai sempre più il volto e le immagini di disperazione delle popolazioni civili. Da qui la volontà dell’artista di inserire nel percorso espositivo – oltre al trittico appositamente realizzato – anche un'opera del 2017 dal titolo "Il grido: no alla guerra!", che è un appello disperato, ma anche una denuncia attraverso un parallelismo con la "La strage degli innocenti" di Pier Maria Bagnadore. Un appello a non abbassare lo sguardo, ma anche una speranza che risiede proprio in quella parola “umanità” che è sinonimo di voglia di vivere e sopravvivere.
“Il mondo di oggi”, commenta Carlo Carli, “pone di fronte a noi sfide globali. I cambiamenti climatici, la pandemia, le guerre hanno come vittime principali le popolazioni civili che soffrono e sono in fuga alla ricerca di sicurezza e pace. La guerra in Ucraina è solo una delle tante guerre, ma è quella che sentiamo più vicina perché ci coinvolge direttamente tutti. L’odio porta solo altro odio e altra sofferenza. Per la mostra di Venezia ho voluto realizzare le tre nuove opere e recuperare quella già esposta nel 2017 per ribadire che l’arte può e deve lanciare messaggi e che è necessario rimettere il rispetto dell’uomo e della vita al centro del dibattito”.
Nella tela “Mariupol” Carli riprende un’immagine di cronaca – una donna incinta e ferita tratta in salvo dalle macerie nella città distrutta di Mariupol – alla quale viene affiancata la scena sacra della “Flagellazione di Cristo” di Caravaggio. In “Ucraina: innocenza colpita” il parallelismo avviene tra le immagini di padri che scappano con i figli tra le braccia e la citazione dall’opera “La strage degli innocenti” di Guido Reni, mentre nella tela dedicata a Sant’Anna di Stazzema e Bucha, il legame tra la strage nazista e le atrocità avvenute nella città ucraina di Bucha sono una denuncia di come gli avvenimenti tragici della storia si ripetono.
“In questi lavori Carli utilizza un colore antinaturalistico, volutamente espressionista, che accentua nei rossi vermigli, nei verdi accesi, nel segno spesso e nero dei contorni, la drammaticità dei soggetti trattati”, dice ancora la curatrice. “Essi diventano protagonisti di una narrazione immediata che con la forza espressiva della grafica, creano un corto circuito visivo tra presente e passato, con l’intento di trasmettere il messaggio potente dell’Umanità come valore universale, oltre qualsiasi conflitto e prevaricazione.
La mostra “L’umanità attraversa le intemperie” si inaugura giovedì 28 aprile alle ore 15:00. Si potrà visitare all’Archivio di Stato di Venezia fino al 4 maggio con orario 10:00-17:30. Il catalogo accoglie un contributo scritto di Anna Maria Buzzi, Direttore generale Archivi del Ministero della Cultura e il saluto istituzionale di Stefania Piersanti, Direttrice dell'Archivio di Stato di Venezia, oltre alla presentazione a cura di Claudia Baldi e a un testo critico di Alessandro Romanini sull’arte di Carlo Carli. In mostra diciannove opere e nove disegni dell’artista.
Con questa nuova esposizione Carlo Carli ribadisce il proprio impegno sociale per un’arte che non si limita a descrivere il mondo, ma vuole stimolare una riflessione per contribuire a cambiarlo: è un’umanità intensa la sua, alle prese con le grandi intemperie dei nostri giorni che provocano incertezza, paura, fragilità, precarietà. I grandi cambiamenti climatici che in alcune aree del mondo causano siccità e desertificazione e in altre regioni devastanti e improvvise tempeste d'acqua, ma anche la sfida tutt’ora in corso contro la pandemia, che sempre di più ha sottolineato l’interconnessione tra i popoli e messo in evidenza come le sfide e le soluzioni siano sempre più globali. E, ancora, il dramma della guerra, o meglio delle tante guerre che hanno ormai sempre più il volto e le immagini di disperazione delle popolazioni civili. Da qui la volontà dell’artista di inserire nel percorso espositivo – oltre al trittico appositamente realizzato – anche un'opera del 2017 dal titolo "Il grido: no alla guerra!", che è un appello disperato, ma anche una denuncia attraverso un parallelismo con la "La strage degli innocenti" di Pier Maria Bagnadore. Un appello a non abbassare lo sguardo, ma anche una speranza che risiede proprio in quella parola “umanità” che è sinonimo di voglia di vivere e sopravvivere.
“Il mondo di oggi”, commenta Carlo Carli, “pone di fronte a noi sfide globali. I cambiamenti climatici, la pandemia, le guerre hanno come vittime principali le popolazioni civili che soffrono e sono in fuga alla ricerca di sicurezza e pace. La guerra in Ucraina è solo una delle tante guerre, ma è quella che sentiamo più vicina perché ci coinvolge direttamente tutti. L’odio porta solo altro odio e altra sofferenza. Per la mostra di Venezia ho voluto realizzare le tre nuove opere e recuperare quella già esposta nel 2017 per ribadire che l’arte può e deve lanciare messaggi e che è necessario rimettere il rispetto dell’uomo e della vita al centro del dibattito”.
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