Vedrai colori che son contenti. Elisa Vladilo. Interventi ambientali 1995-2019
![Elisa Vladilo, My favourite place, Trieste, Molo Audace, 2007 Elisa Vladilo, My favourite place, Trieste, Molo Audace, 2007](http://www.arte.it/foto/600x450/04/98563-unnamed_1_.jpg)
© Elisa Vladilo | Elisa Vladilo, My favourite place, Trieste, Molo Audace, 2007
Dal 07 Febbraio 2020 al 01 Marzo 2020
Trieste
Luogo: Palazzo Costanzi
Indirizzo: piazza Piccola 2
Orari: tutti i giorni 10-13 / 17-20
Curatori: Alessandra Pioselli
Enti promotori:
- Trieste Contemporanea
- In collaborazione con il Comune di Trieste
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 040 639187
E-Mail info: info@triestecontemporanea.it
Sito ufficiale: http://www.triestecontemporanea.it
Apre il 7 febbraio a Trieste (Palazzo Costanzi) la mostra personale dell’artista Elisa Vladilo intitolata Vedrai colori che son contenti. Elisa Vladilo. Interventi ambientali 1995-2019. Promossa da Trieste Contemporanea a cura di Alessandra Pioselli, la mostra è realizzata in collaborazione con il Comune di Trieste e si avvale del supporto della Fondazione Kathleen Foreman Casali. Per la prima volta ripercorre i venticinque anni di lavoro artistico di Elisa Vladilo, attraverso una selezione dei progetti realizzati in luoghi pubblici e ambienti naturali in Italia, Austria, Croazia, Slovenia, Gran Bretagna e Mongolia dal 1995 al 2019.
“La potenza del colore, l’energia che contiene, sono da sempre protagonisti del mio lavoro, un potenziale per l’empatia con il mondo, per entrare in contatto con la nostra anima, direttamente, senza sovrastrutture”, afferma l’artista. Fin dagli esordi, già dalla metà degli anni Novanta, il colore costituisce il segno distintivo della ricerca di Elisa Vladilo che interviene nel paesaggio, in spazi urbani e ambienti interni, privilegiando il colore puro e tonalità accese di rosa, giallo, arancio, verde e azzurro. L’artista ha definito una personale gamma cromatica per alterare o enfatizzare le qualità e i significati dello spazio, modificandone la percezione e l’uso. Con i suoi interventi punta a coinvolgere il corpo oltre che la vista, integrando nei suoi progetti alcuni elementi sonori (ad es. Summertime, Trieste 2010 o The Sound of Colors, Celje, Slovenia 2010). La natura collaborativa dei progetti è un ulteriore aspetto del percorso dell’artista che ha spesso reso complici persone e abitanti nel processo di appropriazione immaginifica dei luoghi (ad es. Prendo il paesaggio e lo porto con me, Nervesa della Battaglia, 2011; Nel blu dipinto di blu, Trieste, 2013; Melting Street, Pola, Croazia, 2013), giungendo con Rima d’origine (Trieste 2013, Cambridge, 2014) a mettere in gioco il tema della cittadinanza culturale. Attraverso lo studio del rapporto tra spazio, corpo e colore, Elisa Vladilo riflette sul destino degli spazi comuni, la loro identità, gli usi e le relazioni.
Elisa Vladilo si diploma all’Istituto Statale d’Arte Nordio di Trieste, seguono poi gli studi di scenografia all’Accademia di Brera e all’Accademia di Venezia. Lavora nel campo della scenografia, della grafica e dell’architettura fino al 1989, quando inizia la sua carriera artistica. Viene selezionata per la mostra Whitechapel Open nel 1998, nello stesso anno ottiene la borsa di studio della Pollock-Krasner Foundation di New York e nel 2000 vince una residenza d’artista a Berlino assegnata all’interno di un progetto europeo di scambio tra Berlino e Londra, città nella quale lavora e risiede per 3 anni (1997-2000).
Alessandra Pioselli è direttore dell’Accademia di belle arti G. Carrara di Bergamo dal 2010. Insegna Storia dell’arte contemporanea presso la stessa Accademia e Arte pubblica al Master in economia e management dell’arte e dei beni culturali del Sole24Ore (Milano). È, inoltre, critico d’arte, curatore e giornalista pubblicista. Collabora con Artforum (New York). Si occupa di ricerca storica e critica in prevalenza attorno a temi e progetti inerenti alla dimensione civica e urbana dell’arte. Nel 2015 ha pubblicato per Johan&Levi “L’arte nello spazio urbano. L’esperienza italiana dal 1968 a oggi” (e ha dedicato la copertina del volume all’intervento site-specific di Elisa Vladilo, My favourite place, del 2007).
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