Lello Ronca. Squame di Luce
Dal 15 Giugno 2018 al 11 Agosto 2018
Trieste
Luogo: Spazio Espositivo EContemporary
Indirizzo: via Crispi 28
Orari: dal giovedì al sabato dalle 17 alle 20; altri giorni su appuntamento
Curatori: Giada Caliendo
E-Mail info: cantori.elena@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.elenacantori.com/
Segno come scia di vita, potenza del fuoco quale elemento primigenio, pieni e vuoti pari alle onde del mare; le opere di Lello Ronca, sculture ammalianti, solenni e concettuali si decodificano in una sapiente padronanza della materia in rapporto al divenire dell’emozione. Lavori creati con plastiche specchianti, cangianti e magicamente modificabili, trasformano la figura dinnanzi svelando altre complessità di sfumature, colori e volumi. Grandi fogli di plastica rigida vengono lavorati dal fuoco, mai a diretto contatto; l’artista conoscendo profondamente la materia, percepisce il momento esatto in cui l’elemento raggiunge il giusto livello di fluidità per essere modificato ed allora interviene con le dita, con la forza delle mani, con tutto il corpo. Ronca agisce sull’opera decidendo di annullare, a volte, parte della specchiatura, della lucentezza del materiale, questo non inficia la bellezza o l’intensità del lavoro, è soltanto un’esigenza necessaria all’irrequietezza creativa. I multiformi rilievi disegnano racconti a chi ha ancora la voglia di ascoltare e rappresentano il soffio del vento, la potenza della pioggia, il danzare del mare, elemento indomabile e possente che racchiude storia e mito, leggenda e sogno. Le origini dell’artista affondano in quella terra che vide le navi achee fendere le bianche spume del mare ed attraversare il fragore delle onde, dove un re in cerca della sua meta si perse tra le squame di luce riflessa nell’acqua e i canti delle sirene, dove le sagome brillanti degli abitanti dell’Olimpo regolavano le vite degli uomini. “Avvicinati dunque, glorioso Odisseo, grande vanto dei Danai, ferma la nave, ascolta la nostra voce” così le ammalianti creature mezzo donna e mezzo pesce nel XII canto dell’Odissea chiamavano il re di Itaca. Siamo tutti ancora profondamente viaggiatori, esploratori di luoghi fisici e mentali e le opere di Lello Ronca, con la loro artificiosa plasticità, racchiudono il sogno della “possibilità”. In una lotta ancestrale tra il corpo e la materia, il segno lasciato diviene orma, solco, traccia di una continuazione del sé, in una nuova geometria come un fossile del pensiero. Un’icona dell’esistenza intesa come realtà volumetrica che si integra nello spazio irradiandolo con i propri riflessi e inglobando al proprio interno le essenzialità dei luoghi. Ronca non usa più tele, non adopera attrezzature tradizionali “con Fontana è finita l’arte figurativa, l’arte si è dovuta necessariamente aprire a nuove frontiere di elaborazione, e la ricerca oggi è un continuo superamento” dice lo stesso artista, “oggi per me l’arte è questo: interrogarsi sulle forme senza più l’uso del pennello.” Le opere di Lello Ronca non sono vincolate alla “gravità” del lucente acciaio ma vivono nella leggerezza della plastica sapientemente sagomata con le proprie rientranze, i propri spessori, le proprie tensioni; le forme complesse, mai uguali, un po’ come la metafora della vita, rappresentano la sperimentazione nella sua inesauribile varietà. Il mare fa sempre da sfondo al viaggio verso la verità dove, nei riflessi dell’acqua, pulsa il racconto inquieto dalla vena rinnovatrice di fresca interiorità.
Giada Caliendo
(curatrice della mostra)
Lello Ronca: artista salernitano, scultore, pittore, performer ha iniziato a esporre agli inizi degli anni Novanta in collettive e personali in importanti siti italiani ed esteri ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Tra questi si segnalano la personale di scultura presso l’area Archeologica di Paestum; l’operazione “Bassorilievi tattili” per l’associazioni ciechi d’Italia; la partecipazione alla collettiva internazionale “Orizzonti differenti” seconda edizione presso il museo Città Creativa di Ogliara (Salerno); la selezione esclusiva come artista italiano per le Journées Méditerranéennes des Arts Plastiques de Nabel, Tunisia. Lo scorso anno ha esposto le sue plastiche specchiate alla Stazione Marittima di Salerno, progettata da Zaha Hadid, il luogo è risultato particolarmente idoneo per ospitare i lavori di grandi dimensioni dove il mare si respirava fuori e dentro tanto che alcune opere sono rimaste lì in esposizione permanente. La prossima personale verrà presentata nella prestigiosa sede degli Antichi Arsenali di Amalfi.
Inaugurazione venerdì 15 giugno h 19
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