Tête-à-tête
Dal 09 Maggio 2024 al 06 Luglio 2024
Roma
Luogo: Mucciaccia Gallery
Indirizzo: Largo della Fontanella Borghese 89
Orari: lunedì – sabato 10.00 – 19.30; domenica chiuso | sabato 29 giugno chiuso
Curatori: Catherine Loewe
Telefono per informazioni: +39 06 69923801
E-Mail info: info@mucciaccia.com
Sito ufficiale: http://mucciaccia.com
Dal 10 maggio al 6 luglio 2024 Mucciaccia Gallery presenta nella sua sede di Roma la mostra Tête-à-tête, a cura di Catherine Loewe, un’esplorazione del mondo di alcune celebri coppie di artisti in cui amore, vita e fare arte si fondono nella reciproca ricerca.
Tête-à-tête si sviluppa come un racconto appassionato in un serrato confronto delle opere eseguite dai protagonisti: Sue Arrowsmith & Ian Davenport, Nick Carter & Rob Carter, Charlotte Colbert & Philip Colbert, Rossella Fumasoni & Piero Pizzi Cannella, Emilia Kabakov & Ilya Kabakov, Carolina Mazzolari & Conrad Shawcross, Annie Morris & Idris Khan, Shirin Neshat & Shoja Azari.
Il “testa a testa” suggerito dal titolo si traduce in uno sguardo insolito sulle dinamiche dietro le relazioni tra artisti che condividono la vita privata e quella professionale e su come questo condizioni le pratiche dei singoli, sia che lavorino individualmente che in collaborazione.
Catherine Loewe, curatrice della mostra, descrive una realtà molto variegata: “Sebbene le relazioni possono essere un terreno fertile per la creatività, non sono prive di sfide, richiedono un alto grado di tolleranza e compromesso, in particolare quando si tratta di navigare nel processo creativo, tra le esigenze di un frenetico programma espositivo internazionale e le necessità di una famiglia. I tempi potrebbero non essere gli stessi, ma gli artisti di oggi seguono le orme di coppie pionieristiche come Robert e Sonia Delaunay, Frida Kahlo e Diego Rivera, Jackson Pollock e Lee Krasner, le cui vite spesso tumultuose hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’arte d’avanguardia”.
Sue Arrowsmith (Lancashire, 1950)e Ian Davenport (Sidcup, 1966) si sono incontrati al Goldsmith College di Londra negli anni Ottanta, 35 anni fa, e hanno dato il via allo sviluppo degli YBA, un gruppo di artisti che hanno fatto irruzione sul panorama internazionale con il debutto curatoriale di Damien Hirst in Freeze. Per questa mostra hanno creato alcune opere che dialogano tra loro. Il recente utilizzo della foglia d’oro da parte di Sue e l’esplorazione di Ian dell’arte rinascimentale italiana hanno portato a una fusione di approcci, ispirati alle prime icone e ai dipinti del Beato Angelico. Entrambi condividono una notevole dedizione alla sperimentazione nel mezzo pittorico scelto, spesso esplorando l'interazione tra colore, forma e spazio.
Nick e Rob Carter, nati nel Regno Unito rispettivamente nel 1968 e 1969, si sono conosciuti, adolescenti, a scuola, per poi ritrovarsi 10 anni più tardi e iniziare a lavorare insieme nel 1998. La loro collaborazione e il loro matrimonio, che dura da 25 anni, continua a spingersi oltre i confini delle nuove tecnologie, attingendo al ricco patrimonio dell'arte e della storia, e usando per le loro opere video, stampa 3D e pittura con robot. In mostra quattro opere ispirate alla famosa Venere di Botticelli, trattata come una celebrità da Warhol: la dea dell'amore viene trasformata attraverso colori vibranti, utilizzando un braccio robotico a sei assi con una precisione di un decimo di millimetro, senza l’intervento della mano umana. In mostra anche un ritratto dello stesso Warhol, parte della serie Dark Factory e della loro pionieristica pittura digitale che dà vita alla
Venere di Dresda di Giorgione in un loop di due ore e mezza che vede il giorno trasformarsi in notte.
Nella produzione incredibilmente prolifica di Charlotte (Parigi, 1987) e Philip Colbert (Scozia, 1979), ben testimoniata dalla casa in cui vivono ricca di dipinti, sculture, oggetti e arredi, in cui ogni oggetto quotidiano è rivisitato con i loro simboli, l’occhio di Charlotte e l’aragosta di Philip, mostrando quello spirito di giocosità, scoperta e passione che solo una coppia d’avanguardia potrebbe condividere. Charlotte e Philip si sono conosciuti quindici anni fa, mentre lei stava scrivendo una sceneggiatura su Nietzsche, durante una visita di entrambi alla casa in Svizzera del filosofo. Questa è la prima volta che le opere dei due sono esposte insieme. In mostra le sinuose sculture in acciaio di Charlotte affiancano le aragoste dipinte su tela di Philip, instaurando un dialogo tra moderni surrealisti.
Rossella Fumasoni (Roma, 1965) e Piero Pizzi Cannella (Rocca di Papa,1955)si sono conosciuti nel 1988 e sposati a Foria d’Ischia nel 1997. Condividono l’amore per la poesia, per l’arte e per la pittura. Come afferma Rossella: “Ci legano 35 anni ininterrotti: 12.775 giorni e notti, infinite discussioni appassionate e un figlio, Arturo, nato nel 1998”. Si fronteggiano in mostra due grandi tele visionarie, una per ciascun artista.
Per alcuni una vita condivisa significa esprimere la propria creatività come un'unica voce ed è commovente sentire Emilia Kabakov (Dnipropetrovsk - URSS, oggi Dnipro, Ucraina 1945), che l'anno scorso ha perso il marito Ilya (Dnipropetrovsk - URSS, oggi Dnipro, Ucraina 1933 - New York 2023), dopo 35 anni di matrimoni, parlare di come fossero "una cosa sola", critici, compagni, amanti, amici e alter ego. In mostra due sculture in ceramica “The Eternal Emigrant” e “Golden Apples” e “The Flying # 3”, un grande arazzo, nel quale compaiono, disegnate con un tratto accurato e gentile, delle figure che si librano nell’aria al di sopra dei tetti delle case.
Carolina Mazzolari (Milano, 1981) e Conrad Shawcross (Londra, 1977) si sono conosciuti ad Oxford nel 2001 e poi incontrati a Venezia nel 2011. Vivono e lavorano nell'East End di Londra, in un loft che prima ospitava un impagliatore di animali e ancora prima la stalla dei cavalli dell’”autobus” 38. L’edificio è sia una casa che uno studio su scala industriale, dove creano i loro lavori profondamente poetici, filosofici e di natura astratta. La mostra presenta i tessuti cuciti da Carolina che, giustapposti alle sculture geometriche in acciaio di Conrad, suggeriscono la dualità dello yin e yang, bilanciando due opposti che sono l’espressione di un’unione indivisibile.
L’uso di pigmenti grezzi e vibranti da parte di Annie Morris (Londra, 1978) ha incoraggiato negli anni Idris Khan (Birmingham, 1978) a sperimentare una tavolozza più colorata. Conosciutisi nel 2009 all’opening di una mostra a Londra, si sono sposati l’anno successivo in Francia, intrecciando le loro pratiche e dando impulso a gran parte del loro lavoro attuale. L’enorme rispetto, devozione e sostegno che gli artisti hanno l’una per l’altro funge da catalizzatore per il loro lavoro. In mostra le sfere multicolori di Annie sono messe in relazione con i lavori astratti densamente stratificati di Idris.
Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957), la cui ricerca poetica esamina il femminile nella società e in particolare nella sua terra natale, l'Iran, è una pioniera del nuovo ruolo assunto dalla donna nell’arte, ormai svincolato dalla figura del compagno di cui, in passato, era subalterna e sottoposta. La sua stretta collaborazione con il collega regista e artista iraniano Shoja Azari (Shiraz, Iran 1957) ha dato vita a un corpus di opere pluripremiato, che comprende installazioni video, lungometraggi e uno spettacolo teatrale multimediale. Il loro primo incontro risale al 1997, quando Shirin chiese aiuto a Shoja per la realizzazione del video “Turbulent”. In mostra “Idyllic Life” un video di Shoja Azari del 2012 e il quadro realizzato C_Print con inchiostro e vernice acrilica di Shirin Neshat dalla serie “Land of Dreams”.
Completano la mostra i ritratti delle coppie eseguiti dalla fotografa Maryam Eisler che, attraverso la lente della propria macchina fotografica, coglie e amplifica la sottile relazione esistente tra ogni coppia di artisti.
Accompagna l’esposizione un catalogo bilingue (italiano e inglese) edito da Silvana Editoriale, con un testo critico della curatrice Catherine Loewe, le foto delle opere in mostra e i ritratti di Maryam Eisler.
Roma, aprile 2024
Inaugurazione: giovedì 9 maggio 2024, ore 18.00
Tête-à-tête si sviluppa come un racconto appassionato in un serrato confronto delle opere eseguite dai protagonisti: Sue Arrowsmith & Ian Davenport, Nick Carter & Rob Carter, Charlotte Colbert & Philip Colbert, Rossella Fumasoni & Piero Pizzi Cannella, Emilia Kabakov & Ilya Kabakov, Carolina Mazzolari & Conrad Shawcross, Annie Morris & Idris Khan, Shirin Neshat & Shoja Azari.
Il “testa a testa” suggerito dal titolo si traduce in uno sguardo insolito sulle dinamiche dietro le relazioni tra artisti che condividono la vita privata e quella professionale e su come questo condizioni le pratiche dei singoli, sia che lavorino individualmente che in collaborazione.
Catherine Loewe, curatrice della mostra, descrive una realtà molto variegata: “Sebbene le relazioni possono essere un terreno fertile per la creatività, non sono prive di sfide, richiedono un alto grado di tolleranza e compromesso, in particolare quando si tratta di navigare nel processo creativo, tra le esigenze di un frenetico programma espositivo internazionale e le necessità di una famiglia. I tempi potrebbero non essere gli stessi, ma gli artisti di oggi seguono le orme di coppie pionieristiche come Robert e Sonia Delaunay, Frida Kahlo e Diego Rivera, Jackson Pollock e Lee Krasner, le cui vite spesso tumultuose hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’arte d’avanguardia”.
Sue Arrowsmith (Lancashire, 1950)e Ian Davenport (Sidcup, 1966) si sono incontrati al Goldsmith College di Londra negli anni Ottanta, 35 anni fa, e hanno dato il via allo sviluppo degli YBA, un gruppo di artisti che hanno fatto irruzione sul panorama internazionale con il debutto curatoriale di Damien Hirst in Freeze. Per questa mostra hanno creato alcune opere che dialogano tra loro. Il recente utilizzo della foglia d’oro da parte di Sue e l’esplorazione di Ian dell’arte rinascimentale italiana hanno portato a una fusione di approcci, ispirati alle prime icone e ai dipinti del Beato Angelico. Entrambi condividono una notevole dedizione alla sperimentazione nel mezzo pittorico scelto, spesso esplorando l'interazione tra colore, forma e spazio.
Nick e Rob Carter, nati nel Regno Unito rispettivamente nel 1968 e 1969, si sono conosciuti, adolescenti, a scuola, per poi ritrovarsi 10 anni più tardi e iniziare a lavorare insieme nel 1998. La loro collaborazione e il loro matrimonio, che dura da 25 anni, continua a spingersi oltre i confini delle nuove tecnologie, attingendo al ricco patrimonio dell'arte e della storia, e usando per le loro opere video, stampa 3D e pittura con robot. In mostra quattro opere ispirate alla famosa Venere di Botticelli, trattata come una celebrità da Warhol: la dea dell'amore viene trasformata attraverso colori vibranti, utilizzando un braccio robotico a sei assi con una precisione di un decimo di millimetro, senza l’intervento della mano umana. In mostra anche un ritratto dello stesso Warhol, parte della serie Dark Factory e della loro pionieristica pittura digitale che dà vita alla
Venere di Dresda di Giorgione in un loop di due ore e mezza che vede il giorno trasformarsi in notte.
Nella produzione incredibilmente prolifica di Charlotte (Parigi, 1987) e Philip Colbert (Scozia, 1979), ben testimoniata dalla casa in cui vivono ricca di dipinti, sculture, oggetti e arredi, in cui ogni oggetto quotidiano è rivisitato con i loro simboli, l’occhio di Charlotte e l’aragosta di Philip, mostrando quello spirito di giocosità, scoperta e passione che solo una coppia d’avanguardia potrebbe condividere. Charlotte e Philip si sono conosciuti quindici anni fa, mentre lei stava scrivendo una sceneggiatura su Nietzsche, durante una visita di entrambi alla casa in Svizzera del filosofo. Questa è la prima volta che le opere dei due sono esposte insieme. In mostra le sinuose sculture in acciaio di Charlotte affiancano le aragoste dipinte su tela di Philip, instaurando un dialogo tra moderni surrealisti.
Rossella Fumasoni (Roma, 1965) e Piero Pizzi Cannella (Rocca di Papa,1955)si sono conosciuti nel 1988 e sposati a Foria d’Ischia nel 1997. Condividono l’amore per la poesia, per l’arte e per la pittura. Come afferma Rossella: “Ci legano 35 anni ininterrotti: 12.775 giorni e notti, infinite discussioni appassionate e un figlio, Arturo, nato nel 1998”. Si fronteggiano in mostra due grandi tele visionarie, una per ciascun artista.
Per alcuni una vita condivisa significa esprimere la propria creatività come un'unica voce ed è commovente sentire Emilia Kabakov (Dnipropetrovsk - URSS, oggi Dnipro, Ucraina 1945), che l'anno scorso ha perso il marito Ilya (Dnipropetrovsk - URSS, oggi Dnipro, Ucraina 1933 - New York 2023), dopo 35 anni di matrimoni, parlare di come fossero "una cosa sola", critici, compagni, amanti, amici e alter ego. In mostra due sculture in ceramica “The Eternal Emigrant” e “Golden Apples” e “The Flying # 3”, un grande arazzo, nel quale compaiono, disegnate con un tratto accurato e gentile, delle figure che si librano nell’aria al di sopra dei tetti delle case.
Carolina Mazzolari (Milano, 1981) e Conrad Shawcross (Londra, 1977) si sono conosciuti ad Oxford nel 2001 e poi incontrati a Venezia nel 2011. Vivono e lavorano nell'East End di Londra, in un loft che prima ospitava un impagliatore di animali e ancora prima la stalla dei cavalli dell’”autobus” 38. L’edificio è sia una casa che uno studio su scala industriale, dove creano i loro lavori profondamente poetici, filosofici e di natura astratta. La mostra presenta i tessuti cuciti da Carolina che, giustapposti alle sculture geometriche in acciaio di Conrad, suggeriscono la dualità dello yin e yang, bilanciando due opposti che sono l’espressione di un’unione indivisibile.
L’uso di pigmenti grezzi e vibranti da parte di Annie Morris (Londra, 1978) ha incoraggiato negli anni Idris Khan (Birmingham, 1978) a sperimentare una tavolozza più colorata. Conosciutisi nel 2009 all’opening di una mostra a Londra, si sono sposati l’anno successivo in Francia, intrecciando le loro pratiche e dando impulso a gran parte del loro lavoro attuale. L’enorme rispetto, devozione e sostegno che gli artisti hanno l’una per l’altro funge da catalizzatore per il loro lavoro. In mostra le sfere multicolori di Annie sono messe in relazione con i lavori astratti densamente stratificati di Idris.
Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957), la cui ricerca poetica esamina il femminile nella società e in particolare nella sua terra natale, l'Iran, è una pioniera del nuovo ruolo assunto dalla donna nell’arte, ormai svincolato dalla figura del compagno di cui, in passato, era subalterna e sottoposta. La sua stretta collaborazione con il collega regista e artista iraniano Shoja Azari (Shiraz, Iran 1957) ha dato vita a un corpus di opere pluripremiato, che comprende installazioni video, lungometraggi e uno spettacolo teatrale multimediale. Il loro primo incontro risale al 1997, quando Shirin chiese aiuto a Shoja per la realizzazione del video “Turbulent”. In mostra “Idyllic Life” un video di Shoja Azari del 2012 e il quadro realizzato C_Print con inchiostro e vernice acrilica di Shirin Neshat dalla serie “Land of Dreams”.
Completano la mostra i ritratti delle coppie eseguiti dalla fotografa Maryam Eisler che, attraverso la lente della propria macchina fotografica, coglie e amplifica la sottile relazione esistente tra ogni coppia di artisti.
Accompagna l’esposizione un catalogo bilingue (italiano e inglese) edito da Silvana Editoriale, con un testo critico della curatrice Catherine Loewe, le foto delle opere in mostra e i ritratti di Maryam Eisler.
Roma, aprile 2024
Inaugurazione: giovedì 9 maggio 2024, ore 18.00
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