(RE)VERSVS – RIUSO E RISCATTO NEL PATRIMONIO DELLA BIBLIOTECA VATICANA E NELL’ARTE DI SIDIVAL FILA
Dal 28 Aprile 2023 al 15 Luglio 2023
Roma
Luogo: Biblioteca Apostolica Vaticana
Indirizzo: Cortile del Belvedere, Città del Vaticano
Orari: visitabile previa prenotazione sul sito della Biblioteca
Curatori: Giacomo Cardinali, Simona De Crescenzo, Delio Proverbio
Sito ufficiale: http://www.vaticanlibrary.va
Il 28 aprile 2023 la Biblioteca Apostolica Vaticana inaugurerà una mostra dedicata al confronto tra il proprio patrimonio e l’opera dell’artista Sidival Fila, realizzata in collaborazione con l’omonima Fondazione Filantropica.
L’esposizione costituisce il frutto di una profonda riflessione congiunta sul tema del riscatto e del riuso, intesi come due diverse, e talora opposte, possibilità di collocare e valorizzare un materiale antico, o semplicemente precedente o estraneo, in un ambito nuovo e diverso. Un recupero del frammento o dello scarto che, nel caso di riuso, lo valorizza dotandolo di un nuovo scopo, mentre in quello del riscatto lo celebra in sé stesso, nel suo valore ontologico, a prescindere da una sua eventuale nuova utilità.
Il percorso espositivo inizia nell’atrio con un’installazione site specific che porta gli osservatori a riscoprire la statua del cosiddetto “Ippolito”, che presidia l’ingresso della Biblioteca Apostolica da oltre cinque secoli e che è al centro di nuovi studi.
Salendo poi l’articolato scalone i visitatori si immergono progressivamente nella poetica e nella produzione di S.F., quasi calamitati dall’eleganza, dalla leggerezza e dalla raffinatezza – materica e ideale – della sua opera, in cui vengono riscattati antichi ricami o frammenti tessili. A diretto contrasto con questi i curatori convocano elementi del posseduto della Biblioteca caratterizzati invece dall’approccio inverso: veri e propri casi di riuso che vengono dalla pratica del restauro Settecentesco, dalla biblioteca del marchese Capponi, dall’opera di Antonio Piaggio, per estendersi poi ad ambiti extra-librari, come quelli numismatico e ornamentale, dai primi secoli della nostra era ad oggi, da Oriente a Occidente.
La mostra procede in altri due ambienti – il cosiddetto “andito Pastor” e la scenografica Sala Barberini – che hanno ispirato all’artista altrettante installazioni site specific dedicate rispettivamente al tema della de-funzionalizzazione di un oggetto d’uso e della redenzione dello scarto.
«È veramente sorprendente come una mostra che per metà è l’opera di un artista contemporaneo e per l’altra frutto di ricerche nel nostro patrimonio secolare, e condotta in pieno e laicissimo spirito di autonomia artistica e scientifica, finisca per illustrare come meglio non si potrebbe uno dei passaggi più significativi del magistero di Papa Francesco – spiega il Bibliotecario di S.R.C. S.E. Rev.ma mons. Angelo Zani – che sono certo sarà molto contento e incuriosito dal fatto che la sua intuizione sulla necessità di combattere la cultura dello scarto possa essere passibile di una lettura e di una declinazione altrettanto affascinanti e stimolanti.»
Il nuovo Prefetto della Biblioteca Apostolica, don Mauro Mantovani, aggiunge: «con questa esposizione la Biblioteca Vaticana taglia il traguardo delle quattro mostre dedicate al dialogo e al confronto con la cultura e con l’arte contemporanea: si tratta per noi di speciali occasioni di studio e di conoscenza sia del mondo che ci circonda, che è anche il nostro, sia di promozione e valorizzazione del nostro stesso patrimonio, di cui ogni artista ci aiuta a cogliere ed evidenziare uno o più aspetti ancora nascosti o addirittura sconosciuti.»
La mostra è curata da don Giacomo Cardinali, Simona De Crescenzo e Delio Proverbio della Vaticana: «L’incontro con Sidival Fila ci ha ispirato un viaggio nelle trame della nostra stessa storia, di cui abbiamo potuto recuperare personaggi geniali sebbene quasi sconosciuti, come Antonio Piaggio, collezionisti “furiosi”, come il marchese Capponi, pittori e decoratori minori tra XVIII e XIX secolo, come Biagio Cicchi e Filippo Cretoni, e poi lacche vietnamite, rotoli magici etiopici, monete ribattute o trasformate in gioielli, amuleti cinesi, e innumerevoli altri casi di riuso, attraverso i quali antichi frammenti della nostra storia sono sopravvissuti alla fine della loro epoca» sottolinea don Giacomo Cardinali, che è anche Commissario dello Spazio Espositivo.
Sidival Fila, frate minore francescano di origine brasiliana ma da tempo residente a Roma, fonda la sua ricerca artistica partendo dai materiali in disuso, soprattutto tessuti, tra i quali lino, cotone, seta, canapa, broccati, e altri materiali già utilizzati.
La sua poetica sta nel riscattare l’oggetto dalla sua condizione “oggettistica”, ridando ad esso la possibilità di raccontarsi. In sintesi, partendo dalla a-funzionalità del tessuto, S. F. riesce a renderlo diversamente inutile, riscattandolo dalla sua condizione.
L’elemento costante nel suo percorso estetico è la ricerca del contatto con la materia, a cui l’opera d’arte mira a restituire una “voce”. L’ opera dona alla materia stessa la possibilità di raccontarsi nel suo vissuto, un vissuto che è fatto spesso di secoli di storia. L’artista è Fondatore e Presidente dell’omonima Fondazione Filantropica, nata nel 2021, le cui finalità primarie sono il sostegno a Istituti di Carità e la creazione di nuovi progetti relativi alla cura dell'infanzia, al recupero dei bambini in fase di abbandono, alla loro adozione e al supporto della loro crescita e scolarizzazione, oltre alla gestione del Patrimonio e dell’opera dell’artista.
L’esposizione costituisce il frutto di una profonda riflessione congiunta sul tema del riscatto e del riuso, intesi come due diverse, e talora opposte, possibilità di collocare e valorizzare un materiale antico, o semplicemente precedente o estraneo, in un ambito nuovo e diverso. Un recupero del frammento o dello scarto che, nel caso di riuso, lo valorizza dotandolo di un nuovo scopo, mentre in quello del riscatto lo celebra in sé stesso, nel suo valore ontologico, a prescindere da una sua eventuale nuova utilità.
Il percorso espositivo inizia nell’atrio con un’installazione site specific che porta gli osservatori a riscoprire la statua del cosiddetto “Ippolito”, che presidia l’ingresso della Biblioteca Apostolica da oltre cinque secoli e che è al centro di nuovi studi.
Salendo poi l’articolato scalone i visitatori si immergono progressivamente nella poetica e nella produzione di S.F., quasi calamitati dall’eleganza, dalla leggerezza e dalla raffinatezza – materica e ideale – della sua opera, in cui vengono riscattati antichi ricami o frammenti tessili. A diretto contrasto con questi i curatori convocano elementi del posseduto della Biblioteca caratterizzati invece dall’approccio inverso: veri e propri casi di riuso che vengono dalla pratica del restauro Settecentesco, dalla biblioteca del marchese Capponi, dall’opera di Antonio Piaggio, per estendersi poi ad ambiti extra-librari, come quelli numismatico e ornamentale, dai primi secoli della nostra era ad oggi, da Oriente a Occidente.
La mostra procede in altri due ambienti – il cosiddetto “andito Pastor” e la scenografica Sala Barberini – che hanno ispirato all’artista altrettante installazioni site specific dedicate rispettivamente al tema della de-funzionalizzazione di un oggetto d’uso e della redenzione dello scarto.
«È veramente sorprendente come una mostra che per metà è l’opera di un artista contemporaneo e per l’altra frutto di ricerche nel nostro patrimonio secolare, e condotta in pieno e laicissimo spirito di autonomia artistica e scientifica, finisca per illustrare come meglio non si potrebbe uno dei passaggi più significativi del magistero di Papa Francesco – spiega il Bibliotecario di S.R.C. S.E. Rev.ma mons. Angelo Zani – che sono certo sarà molto contento e incuriosito dal fatto che la sua intuizione sulla necessità di combattere la cultura dello scarto possa essere passibile di una lettura e di una declinazione altrettanto affascinanti e stimolanti.»
Il nuovo Prefetto della Biblioteca Apostolica, don Mauro Mantovani, aggiunge: «con questa esposizione la Biblioteca Vaticana taglia il traguardo delle quattro mostre dedicate al dialogo e al confronto con la cultura e con l’arte contemporanea: si tratta per noi di speciali occasioni di studio e di conoscenza sia del mondo che ci circonda, che è anche il nostro, sia di promozione e valorizzazione del nostro stesso patrimonio, di cui ogni artista ci aiuta a cogliere ed evidenziare uno o più aspetti ancora nascosti o addirittura sconosciuti.»
La mostra è curata da don Giacomo Cardinali, Simona De Crescenzo e Delio Proverbio della Vaticana: «L’incontro con Sidival Fila ci ha ispirato un viaggio nelle trame della nostra stessa storia, di cui abbiamo potuto recuperare personaggi geniali sebbene quasi sconosciuti, come Antonio Piaggio, collezionisti “furiosi”, come il marchese Capponi, pittori e decoratori minori tra XVIII e XIX secolo, come Biagio Cicchi e Filippo Cretoni, e poi lacche vietnamite, rotoli magici etiopici, monete ribattute o trasformate in gioielli, amuleti cinesi, e innumerevoli altri casi di riuso, attraverso i quali antichi frammenti della nostra storia sono sopravvissuti alla fine della loro epoca» sottolinea don Giacomo Cardinali, che è anche Commissario dello Spazio Espositivo.
Sidival Fila, frate minore francescano di origine brasiliana ma da tempo residente a Roma, fonda la sua ricerca artistica partendo dai materiali in disuso, soprattutto tessuti, tra i quali lino, cotone, seta, canapa, broccati, e altri materiali già utilizzati.
La sua poetica sta nel riscattare l’oggetto dalla sua condizione “oggettistica”, ridando ad esso la possibilità di raccontarsi. In sintesi, partendo dalla a-funzionalità del tessuto, S. F. riesce a renderlo diversamente inutile, riscattandolo dalla sua condizione.
L’elemento costante nel suo percorso estetico è la ricerca del contatto con la materia, a cui l’opera d’arte mira a restituire una “voce”. L’ opera dona alla materia stessa la possibilità di raccontarsi nel suo vissuto, un vissuto che è fatto spesso di secoli di storia. L’artista è Fondatore e Presidente dell’omonima Fondazione Filantropica, nata nel 2021, le cui finalità primarie sono il sostegno a Istituti di Carità e la creazione di nuovi progetti relativi alla cura dell'infanzia, al recupero dei bambini in fase di abbandono, alla loro adozione e al supporto della loro crescita e scolarizzazione, oltre alla gestione del Patrimonio e dell’opera dell’artista.
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