SScultori a Brufa, la strada del vino e dell’arte. 34a edizione
Dal 21 Novembre 2021 al 21 Novembre 2021
Torgiano | Perugia
Luogo: Mostra diffusa
Indirizzo: Sedi varie Brufa
Telefono per informazioni: +39 338 1866505
E-Mail info: info@scultoriabrufa.it
Sito ufficiale: http://www.parcosculturebrufa.it
Domenica 21 novembre 2021 alle ore 10.30 a Brufa, frazione del Comune di Torgiano, si terrà l'inaugurazione della 34a edizione di “SCULTORI A BRUFA. LA STRADA DEL VINO E DELL’ARTE, organizzata dalla Pro Loco di Brufa in collaborazione con il Comune di Torgiano e con il Patrocinio della Regione Umbria e della Provincia di Perugia.
L'artista invitato quest'anno per l'opera permanente da collocare nel Parco delle Sculture di Brufa è il Maestro Ugo La Pietra con "SEGNALE/PORTALE – Architettura/Natura" che sarà la porta d’ingresso dal lato sud-est del Parco.
Tale progetto si è potuto realizzare grazie al finanziamento ricevuto dal Comune di Torgiano nell'ambito dell’avviso pubblico PAC2020 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e realizzato in partenariato con la Pro Loco di Brufa e con la collaborazione del critico d’arte Lorenzo Fiorucci.
L'INGRESSO ALL'INAUGURAZIONE È LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI SECONDO LE NORME ANTI-COVID VIGENTI; OBBLIGO DI GREEN PASS AI SENSI DEL D.L. 105/2021.
In occasione dell’evento, sarà stampato un catalogo (Editoriale Umbra, Foligno) a cura dello storico dell’arte Lorenzo Fiorucci.
A proposito dell'opera di Ugo La Pietra a Brufa, Lorenzo Fiorucci ha dichiarato:
"La scultura pensata per l’occasione è fedele al pensiero dell’artista che opera, dagli anni settanta un “arte per il sociale”. L’opera è concepita con l’intento di decodificare l’ambiente in cui si trova, capace dunque di dare un significato al luogo nel quale è collocata raccogliendo il carattere naturalistico della zona, unendo a questo gli elementi e le materie che hanno caratterizzato nei secoli l’attività produttive.
L’opera consiste in due colonne di pietra distanziate tra loro in modo da consentire il passaggio sottostante (di circa 200 cm.), sormontate da una doppia struttura di metallo (ferro battuto sagomato) che allude a un intreccio vegetale “tralcio” (che ricorda i tralci delle viti di cui la zona è ricca).
Il portale vuole quindi anche essere la rappresentazione simbolica del rapporto tra l’Architettura (colonne) e la Natura (tralci) espressione caratteristica del territorio di Brufa e tema che ha caratterizzato la ricerca pluridecennale di Ugo La Pietra. Un segnale che per l’avventore restituisce in forma visiva e nell’immediatezza comunicativa di un segno, i simboli, le materie, la storia del luogo. Mentre per gli abitanti è la rappresentazione di identità e della propria territorialità. La scultura chiarifica ulteriormente quell’idea di “abitare la città” sulla quale La Pietra si interroga da sempre. Infatti abitare non è semplicemente inteso come stare in un luogo o utilizzarlo, ma appropriarsi del luogo stesso e renderlo personale. Riconoscerlo come spazio, in questo caso pubblico, di una comunità e per certi aspetti anche luogo intimo, privato anche per un tempo limitato. La scultura Segnale/Portale di La Pietra annulla infatti i confini, per la sua conformazione estetica e per la funzionalità di cui è investita, mette in comunicazione gli spazi, li organizza, li apre e li evidenzia, raccontandone le specificità del territorio, l’estetica ambientale e le qualità del Genius Loci che necessariamente si rifà ad una cultura rurale, agraria capace di ricavare dalla terra la propria conoscenza ma allo stesso tempo sa restituire a questa la bellezza dell’arte".
Caratteristiche tecniche della scultura
"SEGNALE/PORTALE – Architettura/Natura":
pezzo unico composto da due colonne in pietra e due elementi metallici in ferro all’apice; le 2 colonne in travertino, realizzate dalla ditta "Rolando Baiocco Marmi", sono alte 320 cm., a sezione tornita di circa 30 cm. più larghe alla base (fino a 50 cm. di sezione). La base ha una zona scalpellata per circa 70 cm. di altezza, che porta progressivamente il diametro di base di 50 cm. a quello finale di 30 cm. nella parte alta tornita; le 2 strutture di ferro battuto (una per ogni colonna), realizzate da "La Fucina di Efesto, Alessandro Rametta Maestro d'Arte" tramite forgiatura a maglio e brunitura a fiamma, alludono ai tralci della vigna; la scelta del travertino è tipica del luogo mentre il ferro è stato preferito all’acciaio in quanto la cromia, naturalmente più brunita, rimanda a quella dei tralci di vite. Ugo La Pietra
Nato a Bussi sul Tirino (Pescara) nel 1938, originario di Arpino (Frosinone), vive e lavora a Milano, dove nel 1964 si laurea in Architettura al Politecnico. Architetto di formazione, artista, editor, docente, dal 1960 si definisce ricercatore nel sistema della comunicazione e delle arti visive, muovendosi contemporaneamente nei territori dell’arte e del progetto. Instancabile sperimentatore, ha attraversato diverse correnti (dalla Pittura segnica all’Arte Concettuale, dalla Narrative Art al cinema d’artista) e ha utilizzato molteplici media, conducendo ricerche che si sono concretizzate nella teoria del “Sistema disequilibrante” – espressione autonoma all’interno del Radical Design – e in importanti tematiche sociologiche come “La casa telematica” (MoMA di New York, 1972 – Fiera di Milano, 1983), “Rapporto tra Spazio reale e Spazio virtuale” (Triennale di Milano 1979, 1992), “La casa neoeclettica” (Abitare il Tempo, 1990), “Cultura Balneare” (Centro Culturale Cattolica, 1985/95). Nel 1972, invitato alla Triennale di Milano, realizza il film "La grande occasione", successivamente è chiamato a realizzare un allestimento al Museum of Modern Art di New York nella mostra “Italy: New Domestic Landscape”. Al centro della sua ricerca si pone sempre una dimensione etica del lavoro e la funzionalità delle scelte per il miglioramento dell'ambiente abitato e vissuto dall'uomo, iniziando dai problemi urbanistici di città che già dagli anni Settanta soffrivano di un decadimento estetico e funzionale come Milano. Per questo, negli anni, si è dedicato alla rivalutazione dei contesti urbani attraverso azioni performative che ponessero al centro le criticità della città, dei suoi complementi d'arredo, dalla segnaletica stradale che sovente reinterpreta come contenitori di nuove possibilità decorative e funzionali. In questo modo realizza progetti radicali un cui uno spartitraffico di plastica diviene una panchina per sedersi offrendo altri punti di vista spesso provocatori e disequilibranti rispetto al comune vedere. Questo suo nuovo approccio all'architettura e al design lo porta ad esporre le sue idee in più Biennali di Venezia: 1970 – 1976- 1978 - 1980. Nel 1989 gli viene conferito il premio “Utopia” da Eugenio Battisti durante il III Congresso Internazionale sulle Utopie al Teatro Argentina di Roma. Nel 1990 progetta e realizza Il giardino all’italiana, Cersaie di Bologna. Realizza Monumenti alla balnearità presso il Comune di Cattolica, primi esempi di opere di arredo urbano che sono recentemente confluite nella mostra Arte e Territorio 1968-2020 presso Palazzo Collicola di Spoleto. Da sempre ha comunicato il suo lavoro attraverso numerose mostre in Italia e all’estero, e ha curato esposizioni di rilievo alla Triennale di Milano, Biennale di Venezia, Museo d’Arte Contemporanea di Lione, Museo FRAC di Orléans, Museo delle Ceramiche di Faenza, Fondazione Ragghianti di Lucca. Numerose sono le sue produzioni per il design al quale si approccia tentando di catturare gli elementi più tipici dei territori in cui è chiamato ad operare. Nel mondo della produzione ceramica ha prestato la sua creatività a molte aziende italiane collaborando tra le altre con: la manifattura Mazzotti e la Pierluca di Albissola Marina, lo studio "Ernan Desing" di Albissola superiore, la Ceranima di Firenze e recentemente le Ceramiche Rometti di Umbertide presentandolo in contesti internazionali come Maison d'Objet di Parigi. Nel 2009 realizza un’ampia mostra sulla sua opera ceramica a Palazzo Botton di Castellamonte (TO) e al MIC di Faenza; gli viene conferito il “Premio alla carriera” nell’ambito di Palermo Design Week e realizza il progetto per la piazza di Giffoni (Salerno). Nel 2016 vince per la seconda volta il Premio “Compasso d’Oro” ADI conferito alla Carriera. Realizza la grande mostra dedicata alle sue ricerche nell’ambiente urbano “ABITARE è essere ovunque a casa propria” al Museo MAGA di Gallarate. Per il progetto “Materia Prima” realizza un’installazione in ceramica site-specific per la piazza del Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino. Allestisce alcune mostre personali nelle Gallerie Fatto ad Arte, Bianconi, Bulian e Ca’ di Fra a Milano. La Fondazione Cineteca Italiana organizza delle proiezioni speciali dei suoi film degli anni Settanta nell’ambito della XXI Triennale di Milano. Partecipa alla mostra “L’Inarchiviabile/The Unarchivable“ sull’arte degli anni Settanta al FM Centro per l’Arte Contemporanea di Milano. La Neue Galerie, Graz espone un suo ambiente del 1973 nella mostra “From the Collection. Bild, Realität und Forschung von 1960 bis 1980”. Il Centre George Pompidou acquisisce nuove opere per la sua collezione in occasione della mostra “Un art pauvre”. Nel 2021 il suo progetto per una nuova scultura nel parco di Brufa, a cura di Lorenzo Fiorucci, vince il Bando PAC del Ministero dei Beni Culturali finanziando la realizzazione dell’opera.
L'artista invitato quest'anno per l'opera permanente da collocare nel Parco delle Sculture di Brufa è il Maestro Ugo La Pietra con "SEGNALE/PORTALE – Architettura/Natura" che sarà la porta d’ingresso dal lato sud-est del Parco.
Tale progetto si è potuto realizzare grazie al finanziamento ricevuto dal Comune di Torgiano nell'ambito dell’avviso pubblico PAC2020 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e realizzato in partenariato con la Pro Loco di Brufa e con la collaborazione del critico d’arte Lorenzo Fiorucci.
L'INGRESSO ALL'INAUGURAZIONE È LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI SECONDO LE NORME ANTI-COVID VIGENTI; OBBLIGO DI GREEN PASS AI SENSI DEL D.L. 105/2021.
In occasione dell’evento, sarà stampato un catalogo (Editoriale Umbra, Foligno) a cura dello storico dell’arte Lorenzo Fiorucci.
A proposito dell'opera di Ugo La Pietra a Brufa, Lorenzo Fiorucci ha dichiarato:
"La scultura pensata per l’occasione è fedele al pensiero dell’artista che opera, dagli anni settanta un “arte per il sociale”. L’opera è concepita con l’intento di decodificare l’ambiente in cui si trova, capace dunque di dare un significato al luogo nel quale è collocata raccogliendo il carattere naturalistico della zona, unendo a questo gli elementi e le materie che hanno caratterizzato nei secoli l’attività produttive.
L’opera consiste in due colonne di pietra distanziate tra loro in modo da consentire il passaggio sottostante (di circa 200 cm.), sormontate da una doppia struttura di metallo (ferro battuto sagomato) che allude a un intreccio vegetale “tralcio” (che ricorda i tralci delle viti di cui la zona è ricca).
Il portale vuole quindi anche essere la rappresentazione simbolica del rapporto tra l’Architettura (colonne) e la Natura (tralci) espressione caratteristica del territorio di Brufa e tema che ha caratterizzato la ricerca pluridecennale di Ugo La Pietra. Un segnale che per l’avventore restituisce in forma visiva e nell’immediatezza comunicativa di un segno, i simboli, le materie, la storia del luogo. Mentre per gli abitanti è la rappresentazione di identità e della propria territorialità. La scultura chiarifica ulteriormente quell’idea di “abitare la città” sulla quale La Pietra si interroga da sempre. Infatti abitare non è semplicemente inteso come stare in un luogo o utilizzarlo, ma appropriarsi del luogo stesso e renderlo personale. Riconoscerlo come spazio, in questo caso pubblico, di una comunità e per certi aspetti anche luogo intimo, privato anche per un tempo limitato. La scultura Segnale/Portale di La Pietra annulla infatti i confini, per la sua conformazione estetica e per la funzionalità di cui è investita, mette in comunicazione gli spazi, li organizza, li apre e li evidenzia, raccontandone le specificità del territorio, l’estetica ambientale e le qualità del Genius Loci che necessariamente si rifà ad una cultura rurale, agraria capace di ricavare dalla terra la propria conoscenza ma allo stesso tempo sa restituire a questa la bellezza dell’arte".
Caratteristiche tecniche della scultura
"SEGNALE/PORTALE – Architettura/Natura":
pezzo unico composto da due colonne in pietra e due elementi metallici in ferro all’apice; le 2 colonne in travertino, realizzate dalla ditta "Rolando Baiocco Marmi", sono alte 320 cm., a sezione tornita di circa 30 cm. più larghe alla base (fino a 50 cm. di sezione). La base ha una zona scalpellata per circa 70 cm. di altezza, che porta progressivamente il diametro di base di 50 cm. a quello finale di 30 cm. nella parte alta tornita; le 2 strutture di ferro battuto (una per ogni colonna), realizzate da "La Fucina di Efesto, Alessandro Rametta Maestro d'Arte" tramite forgiatura a maglio e brunitura a fiamma, alludono ai tralci della vigna; la scelta del travertino è tipica del luogo mentre il ferro è stato preferito all’acciaio in quanto la cromia, naturalmente più brunita, rimanda a quella dei tralci di vite. Ugo La Pietra
Nato a Bussi sul Tirino (Pescara) nel 1938, originario di Arpino (Frosinone), vive e lavora a Milano, dove nel 1964 si laurea in Architettura al Politecnico. Architetto di formazione, artista, editor, docente, dal 1960 si definisce ricercatore nel sistema della comunicazione e delle arti visive, muovendosi contemporaneamente nei territori dell’arte e del progetto. Instancabile sperimentatore, ha attraversato diverse correnti (dalla Pittura segnica all’Arte Concettuale, dalla Narrative Art al cinema d’artista) e ha utilizzato molteplici media, conducendo ricerche che si sono concretizzate nella teoria del “Sistema disequilibrante” – espressione autonoma all’interno del Radical Design – e in importanti tematiche sociologiche come “La casa telematica” (MoMA di New York, 1972 – Fiera di Milano, 1983), “Rapporto tra Spazio reale e Spazio virtuale” (Triennale di Milano 1979, 1992), “La casa neoeclettica” (Abitare il Tempo, 1990), “Cultura Balneare” (Centro Culturale Cattolica, 1985/95). Nel 1972, invitato alla Triennale di Milano, realizza il film "La grande occasione", successivamente è chiamato a realizzare un allestimento al Museum of Modern Art di New York nella mostra “Italy: New Domestic Landscape”. Al centro della sua ricerca si pone sempre una dimensione etica del lavoro e la funzionalità delle scelte per il miglioramento dell'ambiente abitato e vissuto dall'uomo, iniziando dai problemi urbanistici di città che già dagli anni Settanta soffrivano di un decadimento estetico e funzionale come Milano. Per questo, negli anni, si è dedicato alla rivalutazione dei contesti urbani attraverso azioni performative che ponessero al centro le criticità della città, dei suoi complementi d'arredo, dalla segnaletica stradale che sovente reinterpreta come contenitori di nuove possibilità decorative e funzionali. In questo modo realizza progetti radicali un cui uno spartitraffico di plastica diviene una panchina per sedersi offrendo altri punti di vista spesso provocatori e disequilibranti rispetto al comune vedere. Questo suo nuovo approccio all'architettura e al design lo porta ad esporre le sue idee in più Biennali di Venezia: 1970 – 1976- 1978 - 1980. Nel 1989 gli viene conferito il premio “Utopia” da Eugenio Battisti durante il III Congresso Internazionale sulle Utopie al Teatro Argentina di Roma. Nel 1990 progetta e realizza Il giardino all’italiana, Cersaie di Bologna. Realizza Monumenti alla balnearità presso il Comune di Cattolica, primi esempi di opere di arredo urbano che sono recentemente confluite nella mostra Arte e Territorio 1968-2020 presso Palazzo Collicola di Spoleto. Da sempre ha comunicato il suo lavoro attraverso numerose mostre in Italia e all’estero, e ha curato esposizioni di rilievo alla Triennale di Milano, Biennale di Venezia, Museo d’Arte Contemporanea di Lione, Museo FRAC di Orléans, Museo delle Ceramiche di Faenza, Fondazione Ragghianti di Lucca. Numerose sono le sue produzioni per il design al quale si approccia tentando di catturare gli elementi più tipici dei territori in cui è chiamato ad operare. Nel mondo della produzione ceramica ha prestato la sua creatività a molte aziende italiane collaborando tra le altre con: la manifattura Mazzotti e la Pierluca di Albissola Marina, lo studio "Ernan Desing" di Albissola superiore, la Ceranima di Firenze e recentemente le Ceramiche Rometti di Umbertide presentandolo in contesti internazionali come Maison d'Objet di Parigi. Nel 2009 realizza un’ampia mostra sulla sua opera ceramica a Palazzo Botton di Castellamonte (TO) e al MIC di Faenza; gli viene conferito il “Premio alla carriera” nell’ambito di Palermo Design Week e realizza il progetto per la piazza di Giffoni (Salerno). Nel 2016 vince per la seconda volta il Premio “Compasso d’Oro” ADI conferito alla Carriera. Realizza la grande mostra dedicata alle sue ricerche nell’ambiente urbano “ABITARE è essere ovunque a casa propria” al Museo MAGA di Gallarate. Per il progetto “Materia Prima” realizza un’installazione in ceramica site-specific per la piazza del Museo della Ceramica di Montelupo Fiorentino. Allestisce alcune mostre personali nelle Gallerie Fatto ad Arte, Bianconi, Bulian e Ca’ di Fra a Milano. La Fondazione Cineteca Italiana organizza delle proiezioni speciali dei suoi film degli anni Settanta nell’ambito della XXI Triennale di Milano. Partecipa alla mostra “L’Inarchiviabile/The Unarchivable“ sull’arte degli anni Settanta al FM Centro per l’Arte Contemporanea di Milano. La Neue Galerie, Graz espone un suo ambiente del 1973 nella mostra “From the Collection. Bild, Realität und Forschung von 1960 bis 1980”. Il Centre George Pompidou acquisisce nuove opere per la sua collezione in occasione della mostra “Un art pauvre”. Nel 2021 il suo progetto per una nuova scultura nel parco di Brufa, a cura di Lorenzo Fiorucci, vince il Bando PAC del Ministero dei Beni Culturali finanziando la realizzazione dell’opera.
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