Rakesh Bani. Sensazioni dall'Oriente
Dal 13 Aprile 2014 al 03 Maggio 2014
Pozzuoli | Napoli
Luogo: Atelier Controsegno
Indirizzo: via Napoli 201
Orari: da martedì a sabato 16.30-20; domenica 11-13.30
Curatori: Veronica Longo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 333 2191113
E-Mail info: controsegno@libero.it
Sito ufficiale: http://www.facebook.com/AtelierControsegno
Domenica 13 aprile 2014, alle ore 18 si inaugura la mostra personale dell’artista indiano Rakesh Bani, a cura di Veronica Longo, presso l’Atelier Controsegno, ubicato in Via Napoli 201, Pozzuoli (Napoli).
A completamento dell’evento, dalle ore 19, le artiste Giovanna Battigaglia e Fiorella Pernice si esibiranno nell’Arabiya (danza del ventre) e Bollywood (ballo del cinema indiano), al fine di trasportare il pubblico nelle lontane e fantastiche atmosfere orientali.
Dopo il grande successo di pubblico e consensi dell’opening Numero uno, l’Atelier Controsegno apre al pubblico la mostra del giovane incisore RAKESH BANI. L’artista ripropone alcune delle opere esposte nella personale del 2011, Metamorphosis (a cura di Veronica Longo), presso la galleria d’arte sangiorgio a San Giorgio a Cremano (Napoli), con l’aggiunta di nuove incisioni realizzate in Giappone. Bani (classe 1974), assistente universitario in India, dove è nato, ha conseguito il Diploma Accademico e in seguito un Master, entrambi in Grafica d’Arte. La sua formazione in questi anni è stata varia e poliedrica, avendo frequentato tanti workshop e stage di specializzazione; tra l’altro, sempre nel 2011, ha partecipato all’Artist in Residence Program, premio concesso a un incisore straniero dall'Art Studio Itsukaichi, per il programma di residenza artistica, della durata di 3 mesi, presso Akiruno-City (Tokyo). Altri riconoscimenti si sono poi susseguiti in questi anni, come la recente segnalazione al concorso internazionale exlibristico di Bodio Lomnago (Varese), in cui l’Artista ha ottenuto una menzione speciale per il suo lavoro. Osservando le sue incisioni, a prescindere dai soggetti che toccano la sfera personale, è senza dubbio innegabile la qualità tecnica di Rakesh: padrone delle molteplici metodologie, passa con agilità dal segno istintivo della xilografia, a quello “classico” e tradizionale dell’acquaforte, ad acquetinte rese con morbidezza attraverso diversi passaggi chiaroscurali, utilizzando talvolta la serigrafia, ma anche la fotoincisione o il gaufrage, affinché sia il testo, sia l’assenza totale di colore, s’integrino e diventino un tutt’uno con l’immagine creata. La sua maestria è offerta anche dalla mirabile esperienza come stampatore: l’Artista stampa in bianco e nero, ma non disdegna neppure il colore, in opere con innumerevoli tonalità realizzate a poupée, ma anche con l’utilizzo di tinte fluorescenti nelle metodologie di Hayter, soprattutto nelle acqueforti a rilievo, dove sfrutta la diversa viscosità degli inchiostri stesi sull’intaglio per mezzo di grandi rulli. Animo versatile e curioso sperimentatore, Rakesh predilige lo zinco e si cimenta nell’utilizzo d’innumerevoli materiali per l’incisione, scegliendo supporti pregiati per la stampa, che oscillano dalle carte lisce e sottili a quelle di cotone ruvide e dalla grammatura grossa, non tralasciando neppure quelle riciclate e colorate.
Il suo profondo bagaglio di conoscenze, emerge in qualsiasi forma da lui interpretata: se le matrici di piccola fattura (spesso si tratta di ex libris) sono espressione di una perizia di particolari, affine a quella del ricamo e del cesello tuttavia, è nelle lastre dalle grandi dimensioni che Rakesh offre il meglio di sé. Interessante è anche l’analisi formale delle opere di Rakesh, in cui il mistero e il fascino dell’India, di un mondo e di una cultura così diversa e lontana dalla sintesi del nostro occidente, traspare regalandoci una ricchezza enorme di strutture e significati che si evincono da alcune immagini ricorrenti: il girasole, simbolo di colore e vita, la natura nella tua totalità che partecipa al ciclo dell’esistenza umana e, l’uomo stesso, in quanto individuo, che nasce e degenera dalla terra che l’ha creato. Molto sentito è, infatti, il tema del passaggio verso un’altra dimensione, ma anche della metamorfosi, in cui uomini e donne cercano la loro vera dimensione mutandosi in farfalle, libellule, animali vari, o fonti sgorganti. È così che, i suoi personaggi, a confine tra il fantastico-fiabesco-sognante e la realtà quotidiana, nella sua totale trasformazione e nel suo evolversi verso il trapasso e l’ultraterreno, si concedono ai nostri occhi, in maniera spontanea e disincantata, raccontandoci la loro storia e lasciandoci pur sempre quel dubbio insolvibile per l’uomo: chi siamo, da dove proveniamo e a quale meta approderemo...
A questi quesiti, pare che Rakesh risponda che ognuno può trovare il suo spicchio di verità, ma che qualsiasi aspetto assuma, il percorso si deve svolgere insieme, e che l’unica soluzione al dolore sia l’amore: amore per se stessi, per la natura, per il prossimo, per la vita nella sua interezza... Amore per l’amore...
Come Rakesh si impegna nell’incisione con grande dedizione, così le due danzatrici, che si esibiranno durante il vernissage, dedicano costantemente anima e corpo alla loro arte, che richiede tante ore di sacrificio al giorno e continui allenamenti e prove, al fine di rendere le loro performance sempre perfette.
GIOVANNA BATTIGAGLIA ha conseguito il diploma nazionale di istruttrice di danza orientale, rilasciato dall’Associazione di Cultura, Sport e Tempo LiberoACSI. Danzatrice e insegnante di danza orientale, inizia il suo percorso formativo nel 2008 con Carmen Famiglietti e si perfeziona seguendo stage con maestri egiziani di fama internazionale.
Attualmente insegna a Scafati, Torre Annunziata e Pompei, ed è presidentessa e fondatrice dell'Associazione Zagat (sita in Via Nolana 469, Pompei, Napoli - tel: 3332105822), che si occupa di diffondere le discipline orientali sul territorio.
FIORELLA PERNICE è insegnante di danza orientale “del ventre”, nonché ballerina di Bollywood Dance. Nel 2009 ha iniziato il suo percorso artistico con Carmen Famiglietti, per poi avvicinarsi alla danza indiana con la sua “Guru” Veronica Aishanti: è così che intraprende lo studio del Bollywood, partecipando con quest’ultima al Festival dell’Oriente di Carrara con la compagnia BollyMasala Dance Group di Roma, della coreografa e performer indiana, Ambali Abraham.
Unico nel suo genere, questo evento intende coinvolgere lo spettatore in un turbinio di emozioni: suoni, musiche e colori si fondono insieme in un connubio che “rapisce” tutti i sensi, da quelli visivi a quelli uditivi, affinché la bellezza dei solchi incisi, sia essa stessa la coreografia spettacolare di un mondo lontano, eppure così affascinate. Da sempre, ogni volta che la mente di un occidentale ha pensato all’oriente, ne è rimasta incantata e non ha potuto fare a meno di vagare verso mete fantastiche… ma questa volta, per qualche ora, i sogni si potranno fare ad occhi aperti…
A completamento dell’evento, dalle ore 19, le artiste Giovanna Battigaglia e Fiorella Pernice si esibiranno nell’Arabiya (danza del ventre) e Bollywood (ballo del cinema indiano), al fine di trasportare il pubblico nelle lontane e fantastiche atmosfere orientali.
Dopo il grande successo di pubblico e consensi dell’opening Numero uno, l’Atelier Controsegno apre al pubblico la mostra del giovane incisore RAKESH BANI. L’artista ripropone alcune delle opere esposte nella personale del 2011, Metamorphosis (a cura di Veronica Longo), presso la galleria d’arte sangiorgio a San Giorgio a Cremano (Napoli), con l’aggiunta di nuove incisioni realizzate in Giappone. Bani (classe 1974), assistente universitario in India, dove è nato, ha conseguito il Diploma Accademico e in seguito un Master, entrambi in Grafica d’Arte. La sua formazione in questi anni è stata varia e poliedrica, avendo frequentato tanti workshop e stage di specializzazione; tra l’altro, sempre nel 2011, ha partecipato all’Artist in Residence Program, premio concesso a un incisore straniero dall'Art Studio Itsukaichi, per il programma di residenza artistica, della durata di 3 mesi, presso Akiruno-City (Tokyo). Altri riconoscimenti si sono poi susseguiti in questi anni, come la recente segnalazione al concorso internazionale exlibristico di Bodio Lomnago (Varese), in cui l’Artista ha ottenuto una menzione speciale per il suo lavoro. Osservando le sue incisioni, a prescindere dai soggetti che toccano la sfera personale, è senza dubbio innegabile la qualità tecnica di Rakesh: padrone delle molteplici metodologie, passa con agilità dal segno istintivo della xilografia, a quello “classico” e tradizionale dell’acquaforte, ad acquetinte rese con morbidezza attraverso diversi passaggi chiaroscurali, utilizzando talvolta la serigrafia, ma anche la fotoincisione o il gaufrage, affinché sia il testo, sia l’assenza totale di colore, s’integrino e diventino un tutt’uno con l’immagine creata. La sua maestria è offerta anche dalla mirabile esperienza come stampatore: l’Artista stampa in bianco e nero, ma non disdegna neppure il colore, in opere con innumerevoli tonalità realizzate a poupée, ma anche con l’utilizzo di tinte fluorescenti nelle metodologie di Hayter, soprattutto nelle acqueforti a rilievo, dove sfrutta la diversa viscosità degli inchiostri stesi sull’intaglio per mezzo di grandi rulli. Animo versatile e curioso sperimentatore, Rakesh predilige lo zinco e si cimenta nell’utilizzo d’innumerevoli materiali per l’incisione, scegliendo supporti pregiati per la stampa, che oscillano dalle carte lisce e sottili a quelle di cotone ruvide e dalla grammatura grossa, non tralasciando neppure quelle riciclate e colorate.
Il suo profondo bagaglio di conoscenze, emerge in qualsiasi forma da lui interpretata: se le matrici di piccola fattura (spesso si tratta di ex libris) sono espressione di una perizia di particolari, affine a quella del ricamo e del cesello tuttavia, è nelle lastre dalle grandi dimensioni che Rakesh offre il meglio di sé. Interessante è anche l’analisi formale delle opere di Rakesh, in cui il mistero e il fascino dell’India, di un mondo e di una cultura così diversa e lontana dalla sintesi del nostro occidente, traspare regalandoci una ricchezza enorme di strutture e significati che si evincono da alcune immagini ricorrenti: il girasole, simbolo di colore e vita, la natura nella tua totalità che partecipa al ciclo dell’esistenza umana e, l’uomo stesso, in quanto individuo, che nasce e degenera dalla terra che l’ha creato. Molto sentito è, infatti, il tema del passaggio verso un’altra dimensione, ma anche della metamorfosi, in cui uomini e donne cercano la loro vera dimensione mutandosi in farfalle, libellule, animali vari, o fonti sgorganti. È così che, i suoi personaggi, a confine tra il fantastico-fiabesco-sognante e la realtà quotidiana, nella sua totale trasformazione e nel suo evolversi verso il trapasso e l’ultraterreno, si concedono ai nostri occhi, in maniera spontanea e disincantata, raccontandoci la loro storia e lasciandoci pur sempre quel dubbio insolvibile per l’uomo: chi siamo, da dove proveniamo e a quale meta approderemo...
A questi quesiti, pare che Rakesh risponda che ognuno può trovare il suo spicchio di verità, ma che qualsiasi aspetto assuma, il percorso si deve svolgere insieme, e che l’unica soluzione al dolore sia l’amore: amore per se stessi, per la natura, per il prossimo, per la vita nella sua interezza... Amore per l’amore...
Come Rakesh si impegna nell’incisione con grande dedizione, così le due danzatrici, che si esibiranno durante il vernissage, dedicano costantemente anima e corpo alla loro arte, che richiede tante ore di sacrificio al giorno e continui allenamenti e prove, al fine di rendere le loro performance sempre perfette.
GIOVANNA BATTIGAGLIA ha conseguito il diploma nazionale di istruttrice di danza orientale, rilasciato dall’Associazione di Cultura, Sport e Tempo LiberoACSI. Danzatrice e insegnante di danza orientale, inizia il suo percorso formativo nel 2008 con Carmen Famiglietti e si perfeziona seguendo stage con maestri egiziani di fama internazionale.
Attualmente insegna a Scafati, Torre Annunziata e Pompei, ed è presidentessa e fondatrice dell'Associazione Zagat (sita in Via Nolana 469, Pompei, Napoli - tel: 3332105822), che si occupa di diffondere le discipline orientali sul territorio.
FIORELLA PERNICE è insegnante di danza orientale “del ventre”, nonché ballerina di Bollywood Dance. Nel 2009 ha iniziato il suo percorso artistico con Carmen Famiglietti, per poi avvicinarsi alla danza indiana con la sua “Guru” Veronica Aishanti: è così che intraprende lo studio del Bollywood, partecipando con quest’ultima al Festival dell’Oriente di Carrara con la compagnia BollyMasala Dance Group di Roma, della coreografa e performer indiana, Ambali Abraham.
Unico nel suo genere, questo evento intende coinvolgere lo spettatore in un turbinio di emozioni: suoni, musiche e colori si fondono insieme in un connubio che “rapisce” tutti i sensi, da quelli visivi a quelli uditivi, affinché la bellezza dei solchi incisi, sia essa stessa la coreografia spettacolare di un mondo lontano, eppure così affascinate. Da sempre, ogni volta che la mente di un occidentale ha pensato all’oriente, ne è rimasta incantata e non ha potuto fare a meno di vagare verso mete fantastiche… ma questa volta, per qualche ora, i sogni si potranno fare ad occhi aperti…
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