Mario Giacomelli. Questo ricordo lo vorrei raccontare
Dal 24 Febbraio 2024 al 25 Febbraio 2024
Cinisello Balsamo | Milano
Luogo: Mufoco - Villa Ghirlanda
Indirizzo: Via Frova 10
Mufoco, il primo Museo pubblico in Italia dedicato alla Fotografia Contemporanea e all’immagine tecnologica (tuttora l’unico nel settore), compie 20 anni e festeggia il suo compleanno con il cartellone di eventi MUFOCO20FEST in programma il 24 e 25 febbraio, accogliendo il pubblico, nella sede della secentesca Villa Ghirlanda, a Cinisello Balsamo nella città metropolitana di Milano.
L’inaugurazione al pubblico di Mufoco negli spazi rinnovati di Villa Ghirlanda, il 24 febbraio 2024, coinciderà con la mostra del grande maestro della fotografia italiana Mario Giacomelli Questo ricordo lo vorrei raccontare, realizzata in collaborazione con Archivio Giacomelli, a cura di Katiuscia Biondi Giacomelli. È l’ultima serie fotografica, per la prima volta esposta nella sua complessità e completezza, creata dall’artista prima della morte nel 2000. E mai come in questo lavoro è chiaro il sentimento di una fotografia come “espressione dell’interiorità”, come “racconto”, come “viaggio interiore”, “nella vertigine e nello stordimento” – per usare le parole che Giacomelli ha sempre riferito alla sua arte, nel corso dei cinquant’anni di produzione: «Nel mio recente lavoro, Questo ricordo lo vorrei raccontare, ci sono alla base elementi spirituali a sfondo autobiografico chiusi in immagini dove tutto è dato come essenza, come odore mentale, come simbolo, come proiezione del pensiero. Non è facile spiegare la presenza della mia persona nelle ultime fotografie, è come se io entrassi dentro di me e ne uscissi purificato. Non so come dire... un partecipare in maniera simbolica. Quindi in questo lavoro ho messo anche il mio volto; questo è come la storia della maglia che si rovescia: è il rovescio della mia interiorità, io vado dentro ed esco fuori. Però con questa immagine esco da me stesso come lavato [...] purificato perché ho provato la gioia di essere presente e averne il ricordo».
L’allestimento è composto da 66 opere vintage dalla serie Questo ricordo lo vorrei raccontare, e da oltre 400 provini che ricostruiscono i movimenti di Giacomelli nello spazio e il suo racconto fotografico. E ancora, riproduzioni di negativi, manoscritti, registrazioni audio e video che illustrano la sua opera e il suo pensiero, in particolare un video inedito e unico nel suo genere, amatoriale, girato dal genero dell’artista nel 1997, che restituisce un Giacomelli all’opera mentre crea le fotografie di questa spettacolare serie. Mario Giacomelli, classe ‘25, generazione fotografi anni Cinquanta, è un artista del nuovo millennio pur essendo deceduto proprio sulla soglia del 2000, come ama ricordare la curatrice della mostra, saggista, direttore artistico dell’Archivio del maestro, Katiuscia Biondi Giacomelli «Il suo corpus fotografico è una storia performativa, una porta su un mondo possibile, un continuum virtuale, e non una somma di isolati “attimi decisivi” bloccati nella cornice di una fotografia ben eseguita. Le sue opere sono pezzi di lui (la sua presenza è ovunque tangibile), organismi che hanno la forma della pura materia, una materia vivida generata dall’incontro tra fotografo e reale. E con la macchina fotografica in mano Mario trasforma quegli attimi istantanei in stabili rappresentazioni di una presenza, mentre tutto passa-vive-sboccia-gode-si deteriora-muore senza spiegazioni. Il fotografo, Giacomelli, è colui che, nelle inesauribili revisioni, accostamenti e fusioni, ha lavorato – come diceva lui – per “tenerle in vita”, le immagini, per mantenere il loro “respiro”; colui che, chiamato fotografo, risponde “io non faccio il fotografo, non so farlo, sono solo uno che cerca godimenti”; lo stesso che faceva di tutto per esorcizzare la Morte, cercando di intrecciare le strade, per disperdere lo scorrere del tempo. E quando si è trovato di fronte ad essa, lascia una traccia della sua presenza viva e la chiama Questo ricordo lo vorrei raccontare, per continuare a raccontare, ad infinitum». È importante ricordare che il Museo di Fotografia Contemporanea conserva all’interno del proprio archivio 65 opere di Mario Giacomelli, tutte stampe vintage appartenenti ai Fondi fotografici Lanfranco Colombo (Regione Lombardia) e Collezione Fine (Mufoco). Si tratta di serie molto importanti e note all'interno della produzione del maestro: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi; Metamorfosi della terra; Presa di coscienza sulla natura; Lourdes; Paesaggi aerei su Bilbao (visibili online sul motore di ricerca www.mufocosearch.org).
Accompagna il vernissage di Questo ricordo lo vorrei raccontare, sabato 24 febbraio ore 17.00, al Museo di Fotografia Contemporanea di Villa Ghirlanda, la prima presentazione nazionale del libro pubblicato dalla casa editrice di fotografia contemporanea Skinnerboox Mario Giacomelli. Questo ricordo lo vorrei raccontare, ideato dall’editore Milo Montelli, che ne è curatore insieme a Katiuscia Biondi Giacomelli, direttore artistico dell’Archivio Mario Giacomelli. Nel volume, trentasette opere di Questo ricordo lo vorrei raccontare, centoquarantaquattro preziosissimi provini e alcune foto inedite di backstage provenienti dalla serie Autoritratti (anni ’90) e quattro testi critici, un sentito omaggio a più voci al Maestro e alla sua arte, a cura di Katiuscia Biondi Giacomelli; Davide Rondoni, presidente del Mufoco; Francesco Zanot, curatore, saggista e direttore del Master in Fotografia di NABA Milano, e Brad Feuerhelm, fotografo e direttore della rivista di fotografia contemporanea American Suburbs.
Sabato 24 e domenica 25 febbraio sarà Mufoco20Fest: la sede del Museo di Fotografia Contemporanea (Milano, Cinisello Balsamo) accoglierà il suo pubblico nei suoi spazi resi più innovativi, accoglienti e accessibili grazie ai lavori finanziati dal PNRR, su progetto dello studio milanese di design Dotdotdot. Sarà finalmente possibile fruire al meglio non solo delle mostre, ma anche dell’archivio di oltre 2 milioni di opere di oltre un migliaio di artisti italiani e internazionali e decine di migliaia di immagini digitalizzate, provenienti dai 40 fondi fotografici Mufoco, attraverso una installazione immersiva che permetterà la navigazione nell’archivio e nelle collezioni del Museo e nei programmi di attività e iniziative. La ristrutturazione realizzata con fondi PNRR ha coinvolto il piano terra del Museo, dotato di nuovi arredi e rinnovato con spazi accessibili dall’area desk e accoglienza al bookshop. Un’area operativa anche per workshop, dove i visitatori potranno adesso interagire con l’installazione digitale che contiene l’archivio del Museo. «Mufoco si conferma un’eccellenza per il nostro territorio. Unico esempio pubblico in Italia dedicato alla fotografia contemporanea, con prestigiose collezioni, il Museo può vantare anche significativi progetti sociali, testimonianza che la cultura deve essere ed è davvero per tutti a Cinisello Balsamo. Il rinnovamento eseguito nella sua sede si caratterizza anche per l’occhio di riguardo all’accessibilità. Un messaggio importante che rende ancor più il Mufoco una realtà da valorizzare sempre più e sulla quale abbiamo grandi aspettative», sottolinea il sindaco di Cinisello Balsamo Giacomo Ghilardi. E il Presidente del Museo, il poeta e scrittore Davide Rondoni, nel conto alla rovescia per la riapertura osserva: «Il pericolo è il mio mestiere, diceva quel tale. E il Mufoco, in quanto istituzione, da un lato adempie a un dovere che dovrebbe essere di custodia e permanenza, dall’altro, occupandosi d’arte, include il Rischio come categoria ontologica e strutturale. Così il Mufoco rilancia dopo questi lavori che lo rendono più bello più funzionale più umano più accogliente. E rilancia verso più alte sfide. Che se non fossero pericolose non sarebbero a noi connaturate».
E per festeggiare i suoi 20 anni, Mufoco presenta un cartellone di eventi che mettono al centro l’incontro e il confronto con la comunità che abita il suo territorio. Fin dall’apertura con il progetto Salviamo la luna di Jochen Gerz, il Museo ha avviato un percorso continuativo di dialogo e di ricerca, invitando numerosi artisti a mettere in pratica le più diverse modalità di coinvolgimento del pubblico e di sperimentazione con l’immagine, fotografica e non, come strumento di relazione. In questi ultimi mesi si è ulteriormente consolidamento questo legame con i cittadini di Cinisello Balsamo che sono stati protagonisti di un palinsesto di attività, laboratori, workshop, realizzato con la supervisione di un comitato scientifico di esperti, finanziato dal PNRR, a sostegno delle fragilità e delle problematiche sociali più urgenti. Sabato 24 febbraio, nella Sala degli Specchi, dalle 9.30 alle 12, la tavola rotonda conclusiva del progetto “La fragilità che è in ognuno di noi” e la visione del lungometraggio “Ogni cosa ha il suo sguardo” a cura di Enece Film. E per tutti gli abitanti di Cinisello Balsamo e gli amici di Mufoco, domenica 25 febbraio, dalle 10.30 alle 20 “Che Lotteria!” evento finale di un lungo percorso condiviso e aperto a tutta la città: insieme all’artista visiva internazionale Ilaria Turba, i premi raccolti e donati (immagini, disegni, dipinti, scritti, musiche…) dai tanti cittadini che l’artista ha incontrato negli ultimi due mesi sul territorio, saranno messi in palio attraverso la lotteria e andranno a costituire una installazione artistica che verrà donata al Museo e che racconterà i luoghi, gli abitanti, gli immaginari che popolano la città. Estrazioni della lotteria e performance musicale alle ore 11.30 – 15.00 – 18.00.
L’inaugurazione al pubblico di Mufoco negli spazi rinnovati di Villa Ghirlanda, il 24 febbraio 2024, coinciderà con la mostra del grande maestro della fotografia italiana Mario Giacomelli Questo ricordo lo vorrei raccontare, realizzata in collaborazione con Archivio Giacomelli, a cura di Katiuscia Biondi Giacomelli. È l’ultima serie fotografica, per la prima volta esposta nella sua complessità e completezza, creata dall’artista prima della morte nel 2000. E mai come in questo lavoro è chiaro il sentimento di una fotografia come “espressione dell’interiorità”, come “racconto”, come “viaggio interiore”, “nella vertigine e nello stordimento” – per usare le parole che Giacomelli ha sempre riferito alla sua arte, nel corso dei cinquant’anni di produzione: «Nel mio recente lavoro, Questo ricordo lo vorrei raccontare, ci sono alla base elementi spirituali a sfondo autobiografico chiusi in immagini dove tutto è dato come essenza, come odore mentale, come simbolo, come proiezione del pensiero. Non è facile spiegare la presenza della mia persona nelle ultime fotografie, è come se io entrassi dentro di me e ne uscissi purificato. Non so come dire... un partecipare in maniera simbolica. Quindi in questo lavoro ho messo anche il mio volto; questo è come la storia della maglia che si rovescia: è il rovescio della mia interiorità, io vado dentro ed esco fuori. Però con questa immagine esco da me stesso come lavato [...] purificato perché ho provato la gioia di essere presente e averne il ricordo».
L’allestimento è composto da 66 opere vintage dalla serie Questo ricordo lo vorrei raccontare, e da oltre 400 provini che ricostruiscono i movimenti di Giacomelli nello spazio e il suo racconto fotografico. E ancora, riproduzioni di negativi, manoscritti, registrazioni audio e video che illustrano la sua opera e il suo pensiero, in particolare un video inedito e unico nel suo genere, amatoriale, girato dal genero dell’artista nel 1997, che restituisce un Giacomelli all’opera mentre crea le fotografie di questa spettacolare serie. Mario Giacomelli, classe ‘25, generazione fotografi anni Cinquanta, è un artista del nuovo millennio pur essendo deceduto proprio sulla soglia del 2000, come ama ricordare la curatrice della mostra, saggista, direttore artistico dell’Archivio del maestro, Katiuscia Biondi Giacomelli «Il suo corpus fotografico è una storia performativa, una porta su un mondo possibile, un continuum virtuale, e non una somma di isolati “attimi decisivi” bloccati nella cornice di una fotografia ben eseguita. Le sue opere sono pezzi di lui (la sua presenza è ovunque tangibile), organismi che hanno la forma della pura materia, una materia vivida generata dall’incontro tra fotografo e reale. E con la macchina fotografica in mano Mario trasforma quegli attimi istantanei in stabili rappresentazioni di una presenza, mentre tutto passa-vive-sboccia-gode-si deteriora-muore senza spiegazioni. Il fotografo, Giacomelli, è colui che, nelle inesauribili revisioni, accostamenti e fusioni, ha lavorato – come diceva lui – per “tenerle in vita”, le immagini, per mantenere il loro “respiro”; colui che, chiamato fotografo, risponde “io non faccio il fotografo, non so farlo, sono solo uno che cerca godimenti”; lo stesso che faceva di tutto per esorcizzare la Morte, cercando di intrecciare le strade, per disperdere lo scorrere del tempo. E quando si è trovato di fronte ad essa, lascia una traccia della sua presenza viva e la chiama Questo ricordo lo vorrei raccontare, per continuare a raccontare, ad infinitum». È importante ricordare che il Museo di Fotografia Contemporanea conserva all’interno del proprio archivio 65 opere di Mario Giacomelli, tutte stampe vintage appartenenti ai Fondi fotografici Lanfranco Colombo (Regione Lombardia) e Collezione Fine (Mufoco). Si tratta di serie molto importanti e note all'interno della produzione del maestro: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi; Metamorfosi della terra; Presa di coscienza sulla natura; Lourdes; Paesaggi aerei su Bilbao (visibili online sul motore di ricerca www.mufocosearch.org).
Accompagna il vernissage di Questo ricordo lo vorrei raccontare, sabato 24 febbraio ore 17.00, al Museo di Fotografia Contemporanea di Villa Ghirlanda, la prima presentazione nazionale del libro pubblicato dalla casa editrice di fotografia contemporanea Skinnerboox Mario Giacomelli. Questo ricordo lo vorrei raccontare, ideato dall’editore Milo Montelli, che ne è curatore insieme a Katiuscia Biondi Giacomelli, direttore artistico dell’Archivio Mario Giacomelli. Nel volume, trentasette opere di Questo ricordo lo vorrei raccontare, centoquarantaquattro preziosissimi provini e alcune foto inedite di backstage provenienti dalla serie Autoritratti (anni ’90) e quattro testi critici, un sentito omaggio a più voci al Maestro e alla sua arte, a cura di Katiuscia Biondi Giacomelli; Davide Rondoni, presidente del Mufoco; Francesco Zanot, curatore, saggista e direttore del Master in Fotografia di NABA Milano, e Brad Feuerhelm, fotografo e direttore della rivista di fotografia contemporanea American Suburbs.
Sabato 24 e domenica 25 febbraio sarà Mufoco20Fest: la sede del Museo di Fotografia Contemporanea (Milano, Cinisello Balsamo) accoglierà il suo pubblico nei suoi spazi resi più innovativi, accoglienti e accessibili grazie ai lavori finanziati dal PNRR, su progetto dello studio milanese di design Dotdotdot. Sarà finalmente possibile fruire al meglio non solo delle mostre, ma anche dell’archivio di oltre 2 milioni di opere di oltre un migliaio di artisti italiani e internazionali e decine di migliaia di immagini digitalizzate, provenienti dai 40 fondi fotografici Mufoco, attraverso una installazione immersiva che permetterà la navigazione nell’archivio e nelle collezioni del Museo e nei programmi di attività e iniziative. La ristrutturazione realizzata con fondi PNRR ha coinvolto il piano terra del Museo, dotato di nuovi arredi e rinnovato con spazi accessibili dall’area desk e accoglienza al bookshop. Un’area operativa anche per workshop, dove i visitatori potranno adesso interagire con l’installazione digitale che contiene l’archivio del Museo. «Mufoco si conferma un’eccellenza per il nostro territorio. Unico esempio pubblico in Italia dedicato alla fotografia contemporanea, con prestigiose collezioni, il Museo può vantare anche significativi progetti sociali, testimonianza che la cultura deve essere ed è davvero per tutti a Cinisello Balsamo. Il rinnovamento eseguito nella sua sede si caratterizza anche per l’occhio di riguardo all’accessibilità. Un messaggio importante che rende ancor più il Mufoco una realtà da valorizzare sempre più e sulla quale abbiamo grandi aspettative», sottolinea il sindaco di Cinisello Balsamo Giacomo Ghilardi. E il Presidente del Museo, il poeta e scrittore Davide Rondoni, nel conto alla rovescia per la riapertura osserva: «Il pericolo è il mio mestiere, diceva quel tale. E il Mufoco, in quanto istituzione, da un lato adempie a un dovere che dovrebbe essere di custodia e permanenza, dall’altro, occupandosi d’arte, include il Rischio come categoria ontologica e strutturale. Così il Mufoco rilancia dopo questi lavori che lo rendono più bello più funzionale più umano più accogliente. E rilancia verso più alte sfide. Che se non fossero pericolose non sarebbero a noi connaturate».
E per festeggiare i suoi 20 anni, Mufoco presenta un cartellone di eventi che mettono al centro l’incontro e il confronto con la comunità che abita il suo territorio. Fin dall’apertura con il progetto Salviamo la luna di Jochen Gerz, il Museo ha avviato un percorso continuativo di dialogo e di ricerca, invitando numerosi artisti a mettere in pratica le più diverse modalità di coinvolgimento del pubblico e di sperimentazione con l’immagine, fotografica e non, come strumento di relazione. In questi ultimi mesi si è ulteriormente consolidamento questo legame con i cittadini di Cinisello Balsamo che sono stati protagonisti di un palinsesto di attività, laboratori, workshop, realizzato con la supervisione di un comitato scientifico di esperti, finanziato dal PNRR, a sostegno delle fragilità e delle problematiche sociali più urgenti. Sabato 24 febbraio, nella Sala degli Specchi, dalle 9.30 alle 12, la tavola rotonda conclusiva del progetto “La fragilità che è in ognuno di noi” e la visione del lungometraggio “Ogni cosa ha il suo sguardo” a cura di Enece Film. E per tutti gli abitanti di Cinisello Balsamo e gli amici di Mufoco, domenica 25 febbraio, dalle 10.30 alle 20 “Che Lotteria!” evento finale di un lungo percorso condiviso e aperto a tutta la città: insieme all’artista visiva internazionale Ilaria Turba, i premi raccolti e donati (immagini, disegni, dipinti, scritti, musiche…) dai tanti cittadini che l’artista ha incontrato negli ultimi due mesi sul territorio, saranno messi in palio attraverso la lotteria e andranno a costituire una installazione artistica che verrà donata al Museo e che racconterà i luoghi, gli abitanti, gli immaginari che popolano la città. Estrazioni della lotteria e performance musicale alle ore 11.30 – 15.00 – 18.00.
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