BALLA AL FEMMINILE. Tra intimismo e ricerca del vero
Dal 01 Aprile 2022 al 30 Aprile 2022
Milano
Luogo: Galleria Bottegantica
Indirizzo: Via A. Manzoni 45
Orari: al martedì al sabato 10-13 / 15-19
Curatori: Elena Gigli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 35953308
E-Mail info: info@bottegantica.com
Sito ufficiale: http://www.bottegantica.com
Dall’ 1 al 30 aprile 2022 la Galleria Bottegantica accoglierà nei suoi spazi espositivi di via Manzoni 45, a Milano, la mostra BALLA AL FEMMINILE | TRA INTIMISMO E RICERCA DEL VERO, con cui la galleria intende rendere omaggio a Giacomo Balla, uno dei più importanti e originali esponenti dell’arte italiana del XX secolo. Una “preview” speciale con una selezione di opere dalla mostra la si potrà già avere al MIART dal 31 marzo al 3 aprile dove la Galleria sarà presente nella sezione Decades allo stand A100.
Dopo quattro anni dalla rassegna Giacomo Balla. Ricostruzione futurista dell’universo (2018), incentrata sull’esperienza futurista del pittore, Bottegantica dedica una mostra alle declinazioni della femminilità interpretate dall’artista in due periodi apparentemente lontani della sua produzione, quello divisionista di inizio Novecento e quella figurativo-realista degli anni Trenta e Quaranta.
La mostra, curata dalla storica dell’arte Elena Gigli – la quale custodisce e preserva l’Archivio dell’artista – presenta, accanto a due opere eseguite da Balla agli inizi del Novecento, un selezionato nucleo di dipinti del Balla maturo. Tale accostamento permette di creare un dialogo tra i differenti modi di interpretare la figurazione del primo e dell’ultimo Balla, all’insegna della centralità della figura femminile.
Nelle opere presenti in mostra Balla rivela la sua capacità di entrare nell’animo di chi vuole ritrarre, mosso dalla ricerca di rendere la realtà in maniera profonda e sincera. Quiete operosa (1898) e La famiglia Stiavelli (1905) si inseriscono nella stagione dei ritratti di primo Novecento in cui le donne sono spesso protagoniste, raffigurate in interni o negli spazi aperti di Villa Borghese. Si intuisce in queste due opere l’intento di Balla di cogliere il vero in una visione d’insieme, che sia allo stesso tempo psicologica e d’ambiente, in cui l’interiorità dei soggetti dialoghi con l’ambiente circostante. In Quiete operosa, Balla ritrae Elisa Marcucci, che sposerà nel 1904, intenta a ricamare vicino alla finestra; la luce s’irradia nella stanza creando un delicato chiaroscuro. In La Famiglia Stiavelli, invece, una luce bianca, quasi artificiale, illumina frontalmente ogni elemento dello studio, attirando l’attenzione tanto sulla famiglia, la pittrice al cavalletto, il marito e le bambine dallo sguardo fisso, che sugli oggetti dell’atelier.
Nell’estate del 1929 Balla si trasferisce con la famiglia in Via Oslavia 39B. Casa Balla diventa presto la dimora dove si intrecciano i rapporti affettivi ed artistici tra l’artista e la sua famiglia, la moglie Elisa, le due figlie, Luce ed Elica, e la cugina Francesca Marcucci. Nel dipinto Timidezza, eseguito nel 1932, la modella è proprio la figlia Luce che posa sul terrazzo coinvolgendo con lo sguardo lo spettatore. In Profumo di rose (1940), i colori vivaci dei petali, investiti di luce, si rifrangono nello spazio circostante, riproponendo quel dialogo tra soggetto e ambiente che muove Balla nella sua percezione della realtà e nella ricerca del vero. Infine, l’universo femminile si allarga e coinvolge anche l’amica di famiglia, la giovane Giuliana Canuzzi, che posa per il ciclo delle Quattro stagioni in rosso, realizzate tra il 1939 e il 1940. Prendendo ispirazione dalla fotografia artistica e di moda di quegli anni, Balla immerge la modella in un rosso caldo, energico e vitale, e la illumina di una luce calda e radente, proveniente dal basso, enfatizzando la modernità di questa figura femminile, simbolo del rinnovarsi delle stagioni e contemporaneamente diva del suo tempo.
Accompagna la rassegna un catalogo di Bottegantica e Sagep edizioni, a cura di Elena Gigli.
Dopo quattro anni dalla rassegna Giacomo Balla. Ricostruzione futurista dell’universo (2018), incentrata sull’esperienza futurista del pittore, Bottegantica dedica una mostra alle declinazioni della femminilità interpretate dall’artista in due periodi apparentemente lontani della sua produzione, quello divisionista di inizio Novecento e quella figurativo-realista degli anni Trenta e Quaranta.
La mostra, curata dalla storica dell’arte Elena Gigli – la quale custodisce e preserva l’Archivio dell’artista – presenta, accanto a due opere eseguite da Balla agli inizi del Novecento, un selezionato nucleo di dipinti del Balla maturo. Tale accostamento permette di creare un dialogo tra i differenti modi di interpretare la figurazione del primo e dell’ultimo Balla, all’insegna della centralità della figura femminile.
Nelle opere presenti in mostra Balla rivela la sua capacità di entrare nell’animo di chi vuole ritrarre, mosso dalla ricerca di rendere la realtà in maniera profonda e sincera. Quiete operosa (1898) e La famiglia Stiavelli (1905) si inseriscono nella stagione dei ritratti di primo Novecento in cui le donne sono spesso protagoniste, raffigurate in interni o negli spazi aperti di Villa Borghese. Si intuisce in queste due opere l’intento di Balla di cogliere il vero in una visione d’insieme, che sia allo stesso tempo psicologica e d’ambiente, in cui l’interiorità dei soggetti dialoghi con l’ambiente circostante. In Quiete operosa, Balla ritrae Elisa Marcucci, che sposerà nel 1904, intenta a ricamare vicino alla finestra; la luce s’irradia nella stanza creando un delicato chiaroscuro. In La Famiglia Stiavelli, invece, una luce bianca, quasi artificiale, illumina frontalmente ogni elemento dello studio, attirando l’attenzione tanto sulla famiglia, la pittrice al cavalletto, il marito e le bambine dallo sguardo fisso, che sugli oggetti dell’atelier.
Nell’estate del 1929 Balla si trasferisce con la famiglia in Via Oslavia 39B. Casa Balla diventa presto la dimora dove si intrecciano i rapporti affettivi ed artistici tra l’artista e la sua famiglia, la moglie Elisa, le due figlie, Luce ed Elica, e la cugina Francesca Marcucci. Nel dipinto Timidezza, eseguito nel 1932, la modella è proprio la figlia Luce che posa sul terrazzo coinvolgendo con lo sguardo lo spettatore. In Profumo di rose (1940), i colori vivaci dei petali, investiti di luce, si rifrangono nello spazio circostante, riproponendo quel dialogo tra soggetto e ambiente che muove Balla nella sua percezione della realtà e nella ricerca del vero. Infine, l’universo femminile si allarga e coinvolge anche l’amica di famiglia, la giovane Giuliana Canuzzi, che posa per il ciclo delle Quattro stagioni in rosso, realizzate tra il 1939 e il 1940. Prendendo ispirazione dalla fotografia artistica e di moda di quegli anni, Balla immerge la modella in un rosso caldo, energico e vitale, e la illumina di una luce calda e radente, proveniente dal basso, enfatizzando la modernità di questa figura femminile, simbolo del rinnovarsi delle stagioni e contemporaneamente diva del suo tempo.
Accompagna la rassegna un catalogo di Bottegantica e Sagep edizioni, a cura di Elena Gigli.
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